
La santolina, un aromatica mediterranea poco conosciuta
GENERALITA’
La santolina viene usata come pianta aromatica ornamentale sin dai tempi della regina Elisabetta d’Inghilterra per via del suo appariscente fogliame e della forma a palla.
E’ molto rara sia come spezia che pianta medicinale, tuttavia, come si evince dal suo aroma, ha un interessante profilo chimico che raggruppa numerosi composti dalle diverse azioni farmacologiche.
FARMACOLOGIA
L’azione analgesica è stata dimostrata in uno studio autorevole sia nei confronti del dolore termico che di quello meccanico, in cui è emersa anche l’azione antinfiammatoria della pianta.
Le sue proprietà antinfiammatorie sono molto simili a quelle della camomilla ed allo stesso modo si può usare per fare degli impacchi da applicare sugli occhi per lenire la stanchezza e altri fastidi.
L’efficacia nel trattamento di dolore gastrico e crampi muscolari è dovuta sia all’effetto antinfiammatorio che antispasmodico, causato all’azione anticolinergica.
In alcuni test recenti si è visto come l’olio essenziale della santolina sia molto attivo nel contrastare Klebsiella pneumoniae e Candida Albicans.
Inoltre ha un alto contenuto di composti fenolici e flavonoidi responsabili della sua potente azione antiossidante sui radicali liberi.
PSICOATTIVITA‘
I dosaggi molto alti hanno indotto nelle cavie di laboratorio euforia, ebrezza e depressione del CNS: probabilmente a causa del contenuto di cineolo, tujone, canfora ed acido rosmarinico.
Quest’ultimo è un noto GABAergico, la canfora un composto dagli effetti sedativi/inebrianti, il tujone stimolanti/inebrianti.
Potete capire perchè la pianta non può essere classifica bene nè come stimolante nè come sedativo.
PREPARAZIONI
Come per molte aromatiche le preparazioni migliori si ottengono facendo un infusione alcolica a freddo con un 70% di etanolo e 30% di acqua distillata. Anche l’infuso è efficace ma conviene usare un barattolo e scaldare la soluzione a bagnomaria, quindi aspettare che sia tiepida prima di aprire il contenitore e filtrarre i solidi. In questo modo si limita la perdita dei composti volatili.
FIORI
-L’infiorescenza selezionata è disponibile in quantità limitatissima solo su richiesta
In uno studio del 2017 sono stati identificati 67 composti dalle infiorescenze, i più abbondanti risultarono 1,8-cineolo e β-eudesmolo.
L’olio essenziale era caratterizzato da un alta percentuale di composti ossigenati monoterpeni e sesquiterpeni, si è dimostrato efficace contro Pseudomonas aeruginosa e Enterococcus faecalis con un valore MIC di 0.625 μg/ml.
Per questo è stato proposto come antibatterico complementare in grado di abbassare la resistenza dei microbi agli antibiotici.
FOGLIE
Un estratto di sole foglie è stato analizzato nel 2015 per i suoi effetti su degranulazione umana polimorfonucleare (PMN), chemotassi, fagocitosi e capacità microbicida.
La somministrazione dell’estratto ha inibito rilascio di elastasi, degranulazione PMN, indice di migrazione chemotassica; potenziando al tempo stesso fagocitosi e capacità microbicida contro la Candida albicans.
SEMI
I semi sono molto preziosi in erboristeria, vengono semplicemente polverizzati senza ulteriori preparazioni ed agiscono da potenti vermifughi.
RADICI
Dalle radici sono stati isolati due composti non identificati, la percentuale di oli volatili è molto più bassa di fiori, foglie e semi.
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