
Le felci e le loro proprietà farmacologiche
Ci sono moltissime specie di felci sparse per il mondo, alcune tossiche altre innocue ma quasi tutte vengono impiegate in medicina tradizionale da diverse culture.
Cedracca (Asplenium ceterach)
Non si sa molto sull’uso della cedracca nel mondo antico, Potrebbe essere l’asplenos (ἀσπλήνος) citato da Dioscoride nel De Materia medica a cui vengono attribuite proprietà curative per la milza e i disturbi addominali. Ci sono ottime probabilità che sia la felce menzionata da Teofrasto nell’Historia Plantarum come rimedio per i problemi di milza, in greco antico “σπλήν”, un termine coerente con “Asplenium”.
Anche nel Medioevo veniva largamente impiegata per problemi splenici: dolori addominali, ingrossamenti, o disturbi digestivi associati alla “milza” secondo la teoria umorale di Ippocrate. Erbari medievali e rinascimentali, come quelli di Mattioli, riportano usi per milza, calcoli, pienezza di sangue (congestioni) e problemi urinari.
Viene chiamata ancora oggi “spacca‑pietre” sia impiegata in erboristeria per il trattamento della calcolosi ma non rompe fisicamente i calcoli, interviene nella fase iniziale di formazione, impedendo l’aggregazione dei cristalli di ossalato di calcio e facilitandone l’eliminazione [1]. Ha effetti preventivi più che curativi nel senso meccanico del termine.

FELCE MASCHIO (DRYOPTERIS FILIX-MAS)
La felce maschio vanta una lunga tradizione nella medicina erboristica mediterranea che risale probabilmente agli antichi Greci. La radice è stata impiegata nel mondo antico e nel Medioevo come rimedio per i parassiti intestinali. Contiene filicina, un composto fenolico, dotato di marcata attività antielmintica [2] che è stato impiegato fino alla metà del XX secolo e poi sostituito da altri farmaci per via della sua tossicità.
Alcune comunità rurali dell’Africa subsahariana, raccolgono felci selvatiche, inclusa la D. filix-mas, come cibo selvatico, per le foglie o germogli, specialmente in tempi di scarsità [3].
In Nigeria i guaritori locali usano le foglie per trattare parassiti intestinali, malaria, diarrea, infiammazioni, artrite reumatoide, febbre, morsi, ferite, infezioni cutanee, ulcere, emorragie uterine e per sanguinamenti interni [4].

FONTI
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