
Tagetes lucida, spezia o psichedelico?
C’è molta disinformazione sulle potenzialità allucinogene della Tagetes lucida (acquistabile qui): alcuni sostengono che contenga delle sostanze simili all’LSD, altri dei terpeni neoclerodanici come la salvinorina della Salvia divinorum.
La seconda teoria è molto diffusa e si deve a Ratsch che riporta nella famosa “The Encyclopedia of Psychoactive Plants: Ethnopharmacology and Its Applications”come queste sostanze salvinoriniche siano presenti in tutte le specie di Tagetes sebbene non siano ancora state identificate con precisione. Ad oggi non c’è assulutamente niente che suggerisca la loro presenza, sono stati isolati giusto dei diterpeni monociclici dalla Tagetes minuta di cui sono note solo le potenzialità citotossiche [1].
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A parte che quasi tutte le spezie hanno importanti proprietà farmacologiche e molte anche psicotrope, anetolo ed estragolo, i principali composti dell’olio essenziale, sono noti per le loro potenzialità intossicanti ed ipnotiche [2]. Il β-cariofillene, anch’esso presente nella frazione volatile, è un potente agonista selettivo per il recettore CB2 dei cannabinoidi, nei test antinocicettivi ha mostrato di influenzare anche recettori benzodiazepinici, oppioidi e parzialmente anche i 5-HT1a della serotonina [3]. Anche l’estratto etanolico e due cumarine isolate (quercetagritina e dimetilfraxetina) hanno ridotto il dolore delle cavie modulando l’attività dei recettori oppioidi e 5-HT1a [4].
In un esperimento recente la dimetilfraxetina ha espresso effetti sedativi modulando la trasmissione GABA e serotoninergica, l’ernianina, un’altra cumarina della pianta, ha mostrato invece effetti bifasici potenziando la catalessi indotta dall’aloperidolo alle basse dosi ma bloccandola completamente alle alte in maniera simile alla caffeina. Gli estratti di Tagetes lucida e queste cumarine hanna inoltre contrastato gli effetti psicotici della ketamina influenzando il sistema del glutammato mediante la probabile interazione con i recettori D2 della dopamina, riducendo l’iperlocomozione delle cavie e i comportamenti stereotipati [5].
In un altra ricerca ha ridotto le attività ambulatorie ed esploratorie dei topi in diversi modelli agendo sul GABA e, in misura maggiore, sul recettore 5-HT1a della serotonina [6]. Gli effetti antidepressivi evidenziati nei test di test di nuoto forzato sono mediati dall’interazione con i recettori 5-HT1a e -HT2a della serotonina [7].
Questi dati farmacologici potrebbero suggerire una qualche potenzialità psichedelica, ma i dati aneddotici puntano invece verso proprietà puramente tranquillanti.
FONTI