
Idrossidi, Anadenanthera e deidrobufotenina
Durante la preparazione dei semi di Anadenanthera per l’uso etnobotanico, è comune l’impiego di basi forti come la calce (idrossido di calcio) o la soda caustica (idrossido di sodio). Tuttavia, si è osservato che quando il pH supera la soglia critica di 12, può avvenire un’importante alterazione chimica della bufotenina, il principale alcaloide attivo presente nei semi.
Nello specifico, il gruppo fenolico in posizione 5 (-OH) della bufotenina subisce un processo di ossidazione irreversibile che porta alla formazione di un enone con spostamento dell’elettrone π e perdita della funzionalità tipica delle triptamine. Il composto che si ottiene è stato ipoteticamente identificato come deidrobufotenina, anche se non è ancora stato pienamente caratterizzato a livello strutturale con metodi spettroscopici.
Caratteristiche e potenziale attività farmacologica
La deidrobufotenina differisce significativamente dalla bufotenina non solo per la perdita del gruppo -OH in posizione 5, ma anche per la formazione di un legame covalente tra l’atomo di azoto (portatore dei due gruppi metilici) e la posizione 4 dell’anello indolico. Questa struttura la rende una ammina quaternaria, categoria di molecole notoriamente resistenti alla degradazione da parte delle monoamino ossidasi (MAO-A e MAO-B). Questo aspetto fa ipotizzare una durata d’azione molto più lunga rispetto a quella delle triptamine classiche [1].
Tuttavia il composto sembra privo di attività psichedelica se fumato, inducendo prevalentemente nausea e disturbi somatici, probabilmente per via dell’azione periferica sul sistema nervoso enterico o sui recettori serotoninergici periferici.
Tuttavia, un resoconto anonimo suggerisce che la deidrobufotenina possa indurre effetti stimolanti euforici e psichedelici di tipo mescalinico a dosi comprese tra i 2 e i 10 mg per via orale, quindi qualitativamente diversi da quelli della bufotenina fumata. Questo dato aneddotico, se confermato, aprirebbe a nuove ipotesi circa la sua farmacocinetica e biodisponibilità.
Una delle principali incognite riguarda nfatti la liposolubilità della deidrobufotenina. In quanto ammina quaternaria, è generalmente poco permeabile alla barriera ematoencefalica, il che rende incerta la sua efficacia psicoattiva per via sistemica.
Aspetto visivo dei semi Anadenanthera e implicazioni pratiche
La degradazione della bufotenina può essere riconosciuta facilmente dal cambiamento cromatico del materiale trattato, che assume un colore molto scuro o nerastro, anche in assenza di bruciature dovute a un’errata tostatura dei semi. Questo fenomeno è un indicatore qualitativo utile per evitare l’alterazione indesiderata degli alcaloidi durante la preparazione.
Vale anche la pena sottolineare che, sebbene i popoli indigeni utilizzino effettivamente basi come la calce per la preparazione del rapé o delle polveri nasali da Anadenanthera, la loro calce è ricavata da fonti naturali come ceneri vegetali o gusci di molluschi, e risulta molto meno pura e aggressiva rispetto ai prodotti di laboratorio comunemente utilizzati in ambito occidentale.
Ho aggiunto il carbonato di sodio nella sezione attrezzatura al posto dell’idrossido di calcio che è anche più irritante https://www.visionecurativa.it/prodotto/calce-edibile-calcium-hydroxide/
FONTI