
L’Amanita muscaria, un ponte tra Siberia ed Alaska
L’Amanita muscaria è una specie complessa comprendente 4 diversi taxa (A. muscaria var. muscaria, muscaria subsp. flavivolvata, muscaria var. quessowii, muscaria var. inzengae) più altri 3 taxa che venivano considerati specie distinte (A. breckonii, gioiosa ed heterochroma) [1].
https://www.visionecurativa.it/prodotto/ovolo-malefico-amanita-muscaria-var-muscaria/
Il più comune in Europa ed Italia è la muscaria var. muscaria. https://www.visionecurativa.it/prodotto/ovolo-malefico-amanita-muscaria-var-muscaria/
Secondo Kögl e Erxleben il colore rosso è dovuto alla muscarufina, un derivato terFenilquinonico [2]. Tuttavia si è visto che le tonalità gialle e rosse della muscaria sono dovute ad un complicato miscuglio di composti molto labili diversi dai terfenilquinoni [3].
In presenza di qualche carenza nello sviluppo del pigmento viola, la muscapurpurina, il fungo tende verso il giallo o arancione piuttosto che il rosso.
Mediante analisi filogenetiche sono stati individuati i 3 principali cladi (Eurasiatico, Eurasiatico-alpino e Nord Americano) dell’Amanita muscaria distribuiti simpatricamente nel territorio dell’Alaska.
Ogni specie condivide almeno 2 varianti morfologiche con le altre compatibilmente col fenomeno del polimorfismo ancestrale.
Gli autori ipotizzano che si tratti di specie gemelle e non allopatriche, evolutesi in Beringia e quindi frammentatesi in Nord America ed Eurasia.
Popolazioni di ciascun clade potrebbero esser sopravvissute nella zona adattandosi al freddo [4].
Infatti successivamente si è visto che l’Amanita muscaria era presente in Alaska durante l’ultimo periodo glaciale.
Due popolazioni endemiche (aplotipo D in Clade I ed aplotipo D in Clade II) sono state individuate nella foresta boreale della regione interna e nelle foresta pluviale marittima dell’Alaska Sud-orientale e del Pacifico Nord-occidentale.
Molti aplotipi in Clade II erano condivisi con gli esemplari eurasiatici suggerendo un corposo fenomeno migratorio attraverso lo Stretto di Bering e aprendo la possibilità di un colonizzazione postglaciale dall’Asia [5].
Anche le analogie nelle pratiche associate al consumo del fungo fanno pensare ad un antenato beringiano comune che accomuna le tribù Americane ed Euro-asiatiche.
FONTI
1)Tulloss, R. E. “Amanita breckonii Ammirati & Thiers”. Studies in the Genus Amanita Pers. (Agaricales, Fungi) (2012).
3)Eugster, C.H. “Chemie der Wirkstoffe aus dem Fliegenpilz (Amanita muscaria).” Fortschr. Chem. Org. Naturst. (1969).