
MAO-I nella Mimosa hostilis
I nativi sono soliti preparare la jurema senza l’aggiunta di altri componenti MAO-inibitori se escludiamo le Brunfelsia sp. che contengono scopoletina, una cumarina in grado di inibire l’enzima in questione. In ogni caso la corteccia di radice di Mimosa hostilis anche da sola produce un certo effetto psicotropo seppur richieda più del doppio della quantità rispetto alla cottura. Sono tante le testimonianze online nei forum di psiconautica.
https://www.visionecurativa.it/prodotto/jurema-mimosa-hostilistenuiflora/
Si pensava ciò fosse dovuto alla yuremamina, un flavonoide indolico altamente instabile che si degrada col calore (presente quindi solo nei preparati tradizionali a freddo), e che potrebbe agire come MAO-I [1].
Recentemente però è stata rilevata la presenza di armina nella corteccia di M. hostilis seppur a concentrazioni circa 17 volte inferiori rispetto a B. caapi [2]. La presenza dell’armina potrebbe spiegare la blande proprietà degli alti dosaggi assunti in assenza di un secondo ingrediente.
D’altronde anche quando viene preparata a caldo facendo il classico decotto è attiva a dosaggi più alti del normale in assenza di MAO-I.
Un altra preparazione controversa è la cosiddetta jungle spice, ovvero la frazione degli alcaloidi ottenuta dalla fase basica acquosa estratta con xilene o toluene. Questa assume l’aspetto di un olio scuro marrone-rossastro ed è composta da DMT ed altri alcaloidi sconosciuti. Si credeva che il colore fosse dovuto alla yuremamina, tuttavia questa è un composto incolore e, tra l’altro, data la sua instabilità viene completamente degradata durante i normali processi estrattivi impiegati in ambienti amatoriali.
E’ già più plausibile che siano i prodotti della degradazione della yuremamina, ancora ignoti, oltre all’ossido di DMT a determinare la diversa farmacologia della jungle spice.
FONTI
QUESTO ARTICOLO HA CARATTERE PURAMENTE EDUCATIVO E SCIENTIFICO, NON VUOLE INCORAGGIARE L’ESTRAZIONE ED IL CONSUMO DI MIMOSA HOSTILIS O ALTRI COMPORTAMENTI ILLEGALI.