Immagine comparativa tra Nymphaea caerulea (a sinistra) e N. nouchali (a destra)

Il vero loto blu (Nymphaea caerulea)

La tassonomia delle Nymphaea è molto controversa: si tratta di un genere parafiletico che ad oggi potrebbe non includere tutte le linee evolutive come Euryale spp. e Victoria spp. [1].
In passato Nymphaea caerulea è stata trattata in passato come un sinonimo di N. nouchali, ma le evidenze genetiche moderne supportano l’esistenza di due specie distinte.
La specie più vicina a N. caerulea è N. colorata, N. nouchali si colloca accanto N. pubescens [2].
A complicare ulteriormente la situazione le ninfee si possono ibridare tra loro, ad esempio si ipotizza che da N. caerulea si sia sviluppata la specie ornamentale N. midnight [3].
Viene quindi da chiedersi se davvero tutto il “loto blu” presente in vendita sia davvero N. caerulea.

Il mercato del loto blu

In questi giorni stavo approfondendo la questione facendo qualche acquisto campione presso diversi produttori e mi sono reso conto che il 99,9% del fiore di loto blu sul mercato non è N. caerulea ma N. nouchali.
Il primo esiste ma è così raro che la maggior parte degli acquirenti, me compreso fino a qualche giorno fa, non sa neanche della sua esistenza.
Le due specie sono molto simili ma differiscono per il colore che è più chiaro in N. caerulea, tendente all’azzuro, mentre in N. nouchali è più acceso e tendente al viola come si può notare dalla foto. Anche gli stami sono meno e occupano una sezione più piccola al centro del fiore.
Tra tutti i produttori che ho testato soltanto uno aveva la vera N. caerulea ed il prezzo era più del doppio rispetto al normale loto blu. Dai miei test risulta molto simile a N. nouchali o anche a Nelumbo nucifera ma ha una potenza di circa il doppio rispetto alla prima specie, agisce sempre come sedativo/narcotico e non come psichedelico come riportato da alcune fonti.

Liam McEvoy, uno studente del corso di antropologia alla UC Berkeley, ha fatto delle analisi chimiche su dei campioni di N. nouchali acquistata online come N. caerulea, e la vera N. caerulea da lui autoprodotta. Nei suoi test ha riportato che i livelli di nuciferina, il principale alcaloide sedativo del genere Nymphaea, erano molto più alti nella prima. A conferma di ciò non risultano evidenze sperimentali che supportino la presenza di nuciferina in N. nouchali, al contrario di N. caerulea sebbene manchino test comparativi professionali.

Entrabe le specie contengono però l’apomorfina, come si evince da questa pubblicazione in cui al solito i ricercatori hanno confuso N. nouchali con N. caerulea (la seconda non cresce in India allo stato selvatico e non ha quel colore acceso omogeneo) [4], un agonista dopaminergico che potrebbe spiegare eventuali proprietà euforizzanti.

FONTI

1)Roestel, Jessica A., et al. “On the importance of sequence alignment inspections in plastid phylogenomics–an example from revisiting the relationships of the water‐lilies.” Cladistics 40.5 (2024).

2)Song, Weicai, et al. “Comparative analysis of 12 water lily plastid genomes reveals genomic divergence and evolutionary relationships in early flowering plants.” Marine Life Science & Technology 6.3 (2024).

3)Cheng, Lin, et al. “Phylogenomics as an effective approach to untangle cross-species hybridization event: A case study in the family Nymphaeaceae.” Frontiers in Genetics 13 (2022).

4)Krishna, Rohith, et al. “Accelerated solvent extraction of apomorphine from Nymphaea caerulea (Blue Water Lily) products: A proof‐of‐concept Green extraction for plant materials.” Applied Research 4.1 (2025): e202400122.

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