
Medicina occidentale
E’ molto comune in ambienti olistici e pseudoscientifici l’uso dell’etichetta “Società occidentale” o “Medicina occidentale”.
Tuttavia l’Occidente non è un blocco omogeneo: gli Stati Uniti, l’Italia, la Germania, la Grecia e la Norvegia sono tutti “Occidente”, ma hanno stili di vita, cultura, religioni e relazioni con la medicina tradizionale molto diversi tra loro. Anche dentro ogni singolo paese esistono differenze regionali e subculturali enormi, ad esempio la medicina alternativa è più popolare nel Sud Italia [1] o i Tedeschi più benestanti [2].
L’Oriente in questi discorsi si trasforma in un fantasma culturale dove tutto è “più spirituale”, “più saggio”, “più olistico”, ignorando anche in questo caso la diversità di sistemi filosofici e religiosi come buddismo, taoismo, induismo, etc.
Una medicina Occidentale?
Il termine “medicina Occidentale” viene quasi sempre utilizzato con accezione negativa per evocare l’idea di una medicina fredda, riduzionista e meccanicista.
In realtà, la cosiddetta “medicina occidentale” sarebbe semplicemente la medicina basata sulle evidenze oggettive: un campo enorme in continua evoluzione che integra psicosomatica, approcci interdisciplinari ed in molti paesi è aperto a pratiche integrative se dimostratesi efficaci.
Quale potrebbe essere l’alternativa al metodo scientifico d’altronde? La religione? L’esperienza soggettiva? Mistificare pratiche prive di riscontro solo perché “tradizionali”?
In India, Cina o Giappone esistono scienze moderne, biotecnologie, ricerca neuropsicologica avanzata ed anche approcci critici verso le medicine tradizionali.
I vaccini, la chirurgia, le neuroscienze, la farmacologia, etc. sono il frutto di collaborazioni internazionali, non di un pensiero “occidentale”. L’università di Tokyo o l’AIIMS di Delhi producono ricerca medica avanzatissima, ovviamente evidence based.
Molti scienziati orientali combattono contro queste generalizzazioni ignoranti perché minano il progresso locale.
Anche in molte aree dell’Amazzonia, specialmente vicino a città e comunità fluviali più integrate con forte presenza di ONG, la diffusione di ambulatori statali, medici e farmacie ha ridotto il ruolo tradizionale degli sciamani che hanno trovato lavoro nei vari “centri di cura” per turisti, spesso di proprietà di stranieri ed Occidentali.
Conclusione
Chi usa “Medicina occidentale” in modo dispregiativo lo fa per delegittimare le critiche (“voi della medicina occidentale non capite”), sottrarsi a verifiche empiriche (“test ed esami sono costrutti occidentali”), e proporre un pensiero mistico come “alternativo” solo perché diverso, non perché migliore.
E’ una buzzword per persone ignoranti e narrazioni complottistiche.
Molti di questi ciarlatani “anti-occidentali” da una parte elogiano la semplicità e le culture povere, dall’altra vendono libri, seminari e vari servizi a peso d’oro a gente che spesso ha già problemi economici sbattendogli in faccia uno stile di vita che loro possono solo sognare.
Avete mai visto Deepak Chopra, famoso guru indiano, che predica la povertà con gli occhiali tempestati di diamanti? Anche l’ipocrisia è globale purtroppo.
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