
Annona muricata, una pianta antitumorale
La graviola è stata a lungo oggetto di studio per via delle particolari proprietà farmacologiche della acetogenine, polichetidi caratteristici delle Annonaceae
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Le cellule tumorali che sopravvivono alla chemioteria possono sviluppare farmaco resistenze multiple: si crea una giunzione intracellulare dove viene immagazzinato il materiale canceroso che diventa impossibile da eliminare.
Le acetogenine bloccano il trasferimento di ATP a queste giunzione inibendo il complesso respiratorio-1 e distruggendo i residui tumorali. Le cellule sane consumano molta meno energia per via della diversa velocità di crescita e ne vengono meno influenzate
Bullatacina e motrillina isolate dalla pianta hanno dimostrato una potenza citotossica di circa 250 volte superiore alla doxorubicina. La gigantroticina, un’altra acetogenina, ha superato anche la bullatacina risultando il più potente tra i composti testati [1]. In un altro studio la bullatacina si è dimostrata circa 300 volte più efficace del taxolo, un farmaco antitumorale, in un modello animale di leucemia [2].
Tuttavia la scarsa idrosolubilità e biodisponibilità di queste molecole ne limita le possibilità di utilizzo in contesti clinici
Per superare il problema diversi gruppi di ricerca hanno studiato un modo per potenziare l’assorbimento come nanosospensioni stabilizzate da poloxameri (macromolecole polimeriche) [3] o tocofersolano (versione sintetica idrosolubile della vitamina E) [4]. In alternativa sono stati prodotti degli analoghi semi-sintetici più potenti ed assorbibili modificando le molecole di partenza [5].
Nel 2016 è stato condotto uno studio randomizzato a doppio cieco su 30 pazienti affetti da cancro colorettale che erano stati sottoposti alla resezione del tumore primario utilizzando un estratto di Annona muricata. La dose è risultata sicura e ben tollerata da tutti i pazienti meno due che hanno interrotto il trattamento per via del dolore anale già esacerbato da chemio e radioterapia [6].
FONTI