Le matrici prenatali: la principale teoria pseudoscientifica su cui si basa la psicologia transpersonale di Grof

Psicologia transpersonale di Grof: scienza o culto New Age?

NOTA BENE Questo articolo non è una critica alla spiritualità o alla ricerca del significato personale nell’esperienza psichedelica o in altri stati alterati di coscienza, ma un’analisi rigorosa di un sistema terapeutico autoreferenziale che viene spesso confuso per scienza clinica.
Stanislav Grof è uno psichiatra ceco ed uno dei fondatori della psicologia transpersonale, una corrente New Age che cerca di integrare spiritualità, metafisica e psicologia. Ancora oggi è una delle voci più autorevoli del rinascimento psichedelico, la psicoterapia applicata da MAPS, ad esempio, si basa per buona parte sulla sue idee. Tuttavia il modello transpersonale di Grof, spesso discusso come pseudoscienza, è stato anche oggetto di accuse di abusi e problemi etici.

Inizio della carriera medica
Grof ha iniziato la sua carriera tra la tarda metà degli anni’50 e l’inizio degli anni ’60 nell’Istituto psichiatrico di Praga dove partecipò ai primi studi sull’LSD sponsorizzati dalla Sandoz.
Veniva testato su pazienti psichiatrici schizofrenici, depressi o con disturbi nevrotici senza alcun protocollo di sicurezza: si trattava esperimenti esplorativi più che terapeutici, veniva registrata la reazione soggettiva del paziente più che valutare la reale efficacia terapeutica. Raramente i ricercatori applicavano il consenso informato, molti pazienti erano ospedalizzati a lungo termine e non avevano nessuna voce in capitolo sugli abusi sperimentali a cui venivano sottoposti [1].
Nel 1970 l’LSD diventa illegale e la ricerca si ferma del tutto, Grof si trasferisce presso l’Eselen Institute in California, un centro di crescita personale fondato da Michael Murphy e Richard Price, dove diventa una figura chiave.

Cartografie delle psiche
Attingendo pesantemente ad esperienze soggettive, simbolismi religiosi, spirituali, sciamanici ed interpretandoli come reali componenti della psiche umana, Grof elabora le cosiddette “cartografie delle mente”. Il termine “cartografie”, più formale rispetto a “mappe”, suggerisce un’impostazione sistematica e rigorosa: usa spesso delle espressioni suggestive che però non trovano riscontro nel linguaggio clinico e scientifico (tecnologie del sacro, olotropico, dimensioni transpersonali, campo olografico della coscienza, matrici prenatali, etc.) proprio per incantare i lettori poco educati e dare una patina di scientificità a concetti che non lo sono neanche un po’.
Nel suo sistema vengono distinti 3 livelli:

1)livello biografico: corrisponde alla psicologia freudiana classica (traumi, memorie represse, memorie coscienti, conflitti dell’infanzia, etc.), per Grof è solo la punta dell’iceberg ma è l’unico che si basa su dati reali.
2)livello perinatale: si basa su interpretazioni soggettive di stati che riguardano la nascita e le sue simbologie. Lintero impianto è metaforico più che clinico.
Questo livello viene ulteriormente suddiviso in:
BPM I – stato uterino (unità oceanica);
BPM II – inizio del travaglio (angoscia),
BPM III – passaggio nel canale del parto (lotta, morte e rinascita),
BPM IV – nascita fisica (liberazione, catarsi).
3)livello transpersonale: comprende le esperienze che trascendono l’identità personale e il tempo/lo spazio ordinario, ovvero fenomeni paranormali tra cui percezione extrasensoriale, precognizione, chiaroveggenza, chiaroudienza, telepatia, proiezione astrale, contatto con le divinità, regressioni karmiche (vite precendenti), trasformazione in animali e piante

Grof sostiene che queste esperienze transpersonale abbiano una struttura ricorrente e documentabile, e che non siano necessariamente allucinazioni o sintomi di uno stato mentale alterato, ma fenomeni reali.
“In my own clinical experience, various phenomena suggesting extrasensory perception are relatively frequent in LSD psychotherapy… from a more‑or‑less vague anticipation of future events or an awareness of remote happenings to complex and detailed scenes in the form of vivid clairvoyant visions.” cit. LSD Psychotherapy 1980 [2].
Sottolinea che lui stesso ha osservato diversi casi, sia in sedute psichedeliche sia nella terapia olotropica. Tuttavia ad oggi non c’è nessun prova oggettiva a supporto di un qualunque fenomeno paranormale, dobbiamo fidarci di quanto di quanto riporta lui, ma la prima lezione degli psichedelici è che i sensi ed il cervello possono ingannarsi facilmente da soli. Credere in queste cose nel 2025 significa ignorare decenni di ricerca neuroscientifica, oltre che sminuire gli effetti reali e biologici che queste sostanze possono indurre sulle percezioni e sull’esperienza soggettiva.

Psicologia transpersonale di Grof
Grof ha sviluppato la sua scuola transpersonale prendendo elementi di Jung e psicoanalisi e fondendoli con esperienze psichedeliche personali mistiche e spirituali, il risultato è un sistema para-terapeutico che ha più in comune con l’esoterismo che con la psicologia clinica.
Lui sostiene che tutti portano in sé traumi profondi derivanti da vite passate, esperienze prenatali e di nascita, e da una separazione dalla dimensione spirituale o divina.
“Every human being carries the burden of unresolved perinatal traumas and, beyond that, experiences from previous lifetimes and transpersonal dimensions. These layers of the psyche shape not only personal neuroses but also the existential suffering common to all humanity.” cit. The Holotropic Mind 1992 [3].
L’approccio transpersonale di Grof tende a ridurre la complessità e la diversità delle esperienze umane e delle patologie mentali a uno schema unico e universale (un po’ come gli archetipi di Jung o l’enneagramma di Naranjo), che, oltre a non avere basi scientifiche, rischia di minimizzare e banalizzare la sofferenza reale e multifattoriale di chi affronta disturbi mentali concreti.
È un modello che può risultare non solo impreciso, ma anche potenzialmente dannoso, perché sposta l’attenzione da interventi basati su evidenze cliniche a narrazioni metafisiche che non aiutano nel trattamento reale e possono far sentire incompresi o colpevoli i pazienti.
In più, la pretesa di applicare una soluzione unica a tutte le sofferenze psicologiche ignora l’immensa variabilità individuale, sociale, biologica e culturale che definisce la salute mentale [4].

Rebirthing
E’ impossibile soffrire di PSTD in seguito al parto o alla nascita. Questo disturbo è causato infatti da un’esperienza traumatica vissuta coscientemente, con una risposta soggettiva di paura, impotenza o terrore. Questo implica la capacità di percepire, elaborare e memorizzare l’evento traumatico in modo strutturato.
Non sappiamo esattamente quando inizi il processo di codifica delle memorie ma è sicuramente successivo alla fase perinatale, prima c’è una sorta di memoria sensoriale (il neonato può uscire la lingua se nota che altri lo fanno, può ricordare l’odore della madre o il suo rumore), ma non può sviluppare memorie coscienti o sofisticate. Anche se potesse, non se lo ricorderebbe per il noto fenomeno dell’amnesia infantile comune a tutti i mammiferi.
Per rievocare l’esperienza traumatica perinatale e curare questo ipotetico trauma, in almeno un occasione documentata Grof, durante un workshop, si è letteralmente sdraiato sul paziente disteso per simulare le pressioni naturali del canale del parto con il proprio peso corporeo http://primal-page.com/stan1.htm .
Il contatto corporeo diretto, invasivo e non medicalmente necessario tra terapeuta e paziente è un esempio di evidente di mancanza di etica professionale ed espone il paziente a tanti rischi inutili, oltre a pregiudicare potenzialmente l’efficacia del trattamento. Non a caso, la nota coppia di terapeuti (dr. Dryer e Jensen) che ha abusato sessualmente di una paziente durante il trial di MAPS per il trattamento PSTD a base di MDMA, ha un forte background nella psicologia transpersonale di Grof [5]. Con ciò non voglio dire che anche lui abbia fatto lo stesso o che l’abuso dei pazienti sia parte integrante della psicologia transpersonale, ma che questi casi possono essere controllati meglio con un approccio razionale ed evidence-based. Si rischia di transformare il terapeuta in una sorta di guru o sciamano, una figura autoritaria al di sopra del benessere del paziente.

Esperienze di premorte (NDE)
Secondo Grof e la transpersonale gli stati NDE rappresentano le memorie del processo del parto. Secondo lui il “tunnel” di luce che le persone riferiscono solitamente di attraversare in queste circostanze sarebbe il canale del parto. Questa teoria viene già smontata dal fatto che la visione del tunnel è comune anche chi è nato con un parto cesareo. Bisogna poi considerare che questo canale non è un tubo liscio, dritto e illuminato, come viene spesso descritto il “tunnel” nelle NDE. Al contrario, è curvo, con un angolo accentuato tra utero e vagina; oscuro, compresso, irregolare e pieno di liquido amniotico, non uno spazio vuoto o spazioso. In più il neonato si trova a testa sotto con gli occhi chiusi.
Un gruppo di ricerca ha ipotizzato che queste memorie del parto relative al periodo dell’amnesia infantile fossero semplicemente false memorie, ricordi di eventi che una persona crede autentici, ma che in realtà non sono mai accaduti [6].
Questo tipo di memorie sono comuni durante le sessioni di psicoterapia profonda o le esperienze psichedeliche in cui il confine tra immaginazione, fantasia e memoria reale può sfumare. La terapia può facilitare la costruzione di narrazioni “causali” apparentemente convincenti. Se il terapeuta suggerisce l’esistenza di traumi passati o eventi nascosti, il paziente potrebbe assorbire e interiorizzare queste idee come reali. La mente cerca significato e coerenza: se c’è un disagio o sintomo, spesso tenta di attribuirgli una causa anche se inesistente.

Respirazione olotropica
Ad Eselen Grof, successivamente all’illegalizzazione dell’LSD, sviluppa la respirazione olotropica. Si tratta di un neologismo etimologicamente impreciso da lui stesso inventato scomodando il greco antico per dare autorevolezza etimologica alle sue teorie: scrive che il termine deriva dal greco ὅλος, “intero” + τροπή, “movimento verso”, ovvero “muoversi verso la totalità”. Peccato che in greco antico τροπή significhi “rivolgimento, ritorno, mutazione, cambiamento, fuga, sbaragliamento” (dal vocabolario di Greco antico Lorenzo Rocci [7]).
Ma di cosa si tratta?
E’ un metodo che si basa sull’iperventilazione volontaria che provoca l’abbassamento dei livelli di CO₂ nel sangue (ipocapnia) e di conseguenza vasocostrizione cerebrale con possibile insorgenza di vertigini, offuscamento mentale e visione alterata. A ciò si aggiunge l’attivazione del sistema limbico responsabile di emozioni forti, flashback, ansia o euforia.
Contemporaneamente la diminuzione della pressione parziale di anidride carbonica (PaCO₂) provoca l’aumento del pH del sangue: le proteine plasmatiche diventano più cariche negativamente (meno H⁺ presenti a neutralizzarle) e causano l’aumento dell’affinità dell’albumina per il calcio innescando la riduzione dei livelli di calcio ionizzato libero.
Ciò abbassa la soglia di eccitabilità dei neuroni generando sensazioni anomale come parestesie, spasmi muscolari, crampi.
Le esperienze risultanti da questo stato di instabilità neorofisiologica vengono interpretate da Grof in chiave mistica e spirituale secondo le idee della psicologia transpersonale.
Con questo suo metodo ha affermato di poter curare: disturbi d’ansia, depressione “esistenziale”, attacchi di panico (paradossale, dato che la tecnica può scatenarli), elaborazione del lutto, disturbi psicosomatici (tipo dolori cronici senza cause organiche), “Blocchi energetici” o traumi “preverbali” (non riconosciuti dalla medicina), Stress post-traumatico (PTSD), “emergenze spirituali”, traumi perinatali (cioè vissuti soggettivi associati al parto), dipendenze, comportamenti compulsivi, persino l’omosessualità (approfondiremo in seguito).
Attribuisce un potere terapeutico generalizzato agli stati non ordinari, senza fornire dati sperimentali o clinici robusti, minimizzando allo stesso tempo i rischi di destabilizzazione psichica, anche in pazienti vulnerabili. Grof parlava esplicitamente di casi in cui, dopo una seduta di psicologia transpersonale, un paziente “superava in un giorno” quello che avrebbe richiesto “anni di psicoterapia convenzionale”.
La respirazione olotropica viene spesso presentata dai suoi promotori come un’alternativa “più sicura” agli psichedelici per il fatto che non implica l’assunzione di sostanze esterne illegali ma è autoindotta, “naturale” secondo alcuni. Tuttavia, sebbene i rischi di effetti collaterali psichiatrici esistono per entrambe le esperienze, gli psichedelici non stressano sistema cardiovascolare e respiratorio in maniera significativa. La psilocibina, a dosi terapeutiche, è fisiologicamente molto più sicura della respirazione olotropica, che può innescare reazioni corporee acute non sempre prevedibili.

Cura dell’omossesualità
In diverse sue opere Grof ha descritto l’omosessualità come una patologia da trattare con la psicologia transpersonale. A Marzo del 2025 ha scritto una lettera in cui fa un’ammissione di responsabilità molto cauta, con un linguaggio condizionale: “if these writings caused confusion or pain…”, un classico esempio di non-apologia, dove la colpa ricade sul lettore, non sull’autore https://maps.org/grof-letter/ .
A sua difesa fa un costante riferimento al contesto storico, l’omosessualità è stata rimossa ufficialmente dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) dell’American Psychiatric Association soltanto nel dicembre 1973, e tenta di spiegare le sue intenzioni come neutre o benevole.
Questo ha portato un gruppo di colleghi a rispondere alla sua lettera con un pezzo pubblicato su charuna [8].
Gli autori offrono citazioni dirette, riferimenti a pubblicazioni (con date ben posteriori al 1973) e analizzano l’effettiva portata delle parole di Grof. Non si tratta di “vecchie opinioni superate”, ma di posizioni reiterate per decenni, presenti anche nei suoi libri del 2000 e 2009 come LSD: Doorway to the Numinous.
“Fear of becoming homosexual was the third most common concern among patients undergoing LSD therapy. I reassured them that psychedelics do not trigger a homosexual transformation but rather ultimately strengthen the sense of one’s own sexual identity.”cit. LSD Psychotherapy, 1980, p.132 [2].
Nelle sessioni di psicologia transpersonale Grof rassicura solo i pazienti eterosessuali che l’LSD “non li farà diventare gay”, ma non offre lo stesso conforto ai pazienti omosessuali, che anzi vengono implicitamente guidati verso la correzione del loro orientamento. Questo non è “trattamento neutrale”: è terapia di conversione inserita in un contesto spirituale. Ha descritto come “casi di successo” situazioni in cui uomini e donne omosessuali hanno avuto relazioni eterosessuali dopo sessioni con LSD.
Anche se forse non era sua intenzione “correggere” l’orientamento, il quadro teorico che propone è patologizzante, e le sue azioni terapeutiche hanno portato a esiti presentati come “miglioramenti” grazie all’abbandono dell’omosessualità.
Inoltre distingue in maniera grossolana l’omoessualità maschile da quella femminile.
La prima viene descritta come una deviazione sessuale associata a sadomasochismo, feci, urina, paure di castrazione (vagina dentata), traumi perinatali ed identificazioni con la madre “partoriente”.
“Passive homosexual role… clearly related to deep unconscious identification with the delivering mother.” cit. Psychology of the Future 2000 [9].
Quella femminile viene trattata in maniera più gentile e considerata alla stregua di un disturbo affettivo dovuto a deprivazione affettiva nella prima infanzia, mancanza di contatto materno tenero e non sessualizzato e bisogno di intimità emotiva.
“In lesbian women, homosexuality often appears to be rooted in a period of serious emotional deprivation in infancy… Once they realize that their craving is primarily for nonsexual maternal affection, they may overcome their homosexual fears.” cit The Adventure of Self-Discovery 1988, p. 220 [10].

Elogio di Swami Muktananada e victim blaming
In “When the Impossible Happens: Adventures in Non-ordinary Realities” Grof menziona Swami Muktananada, il guru indiano che ha fondato la Siddha Yoga, un setta basata sul culto della sua persona con migliaia di seguaci e molte risorse economiche. Ci sono tante testimonianze affidabili raccolte da giornalisti, ex-discepoli e fonti accademiche che documentano gli abusi sessuali di Muktananada sulle sottoposte minorenni [11], eppure nel libro viene elogiato come un “messagero divino”, guaritore spirituale ed altri elogi [12]. Quando figure simili vengono glorificate è un po’ come mancare di rispetto verso le vittime.
In LSD: Doorway to the Numinous Grof parla di una sua paziente, Renata, che aveva subito una serie infinita di abusi fin da bambina iniziando col padre. Grof scrive “Renata riconobbe fino a che punto lei stessa aveva giocato un ruolo chiave nelle ripetizioni successive dei suoi incontri traumatici con gli uomini… che alla fine portarono il marito e i colleghi a molestarla e aggredirla” [13]. Anche se viene presentata come una “presa di coscienza terapeutica” durante le sedute con LSD, il modo in cui Grof lo riporta manca completamente di una presa di distanza etica e dà l’idea che lei abbia inconsciamente provocato le aggressioni . Il fatto che lei riconosca” di aver avuto un comportamento che stimolava gli altri uomini non può mai giustificare le aggressioni. I terapeuti devono aiutare i pazienti a liberarsi dalla colpa interiorizzata, non a confermarla.

Misticismo quantico
Sebbene la meccanica quantistica non venga direttamente menzionata nella psicologia transpersonale di Grof, si ritrovano spesso allusioni, metafore e riferimenti vaghi a concetti come “energia universale”, “campi di coscienza” o “connessioni non locali” che riecheggiano idee popolari legate alla fisica quantistica.
Conosceva Deepak Chopra, noto e ricco santone indiano dell’autoaiuto, e ha scritto con lui la prefazione di “What Is Reality?” di Ervin Laszlo, riconosciuta da molti come la bibbia del misticismo quantico [14].
Le esperienze di telepatia, precognizione, regressioni a vite passate sono descritte nei suoi libri come manifestazioni di una coscienza che supera il tempo e lo spazio, spesso con rimandi vaghi al “campo quantistico”. Nei suoi scritti parla di “connessioni non-lineari” e “non temporali” nella coscienza, che ricordano vagamente l’idea di entanglement quantistico, ma senza entrare in dettagli scientifici o definizioni precise.
Inoltre ha detto più volte che la coscienza non è limitata al cervello ma è diffusa nell’universo, come un “campo” che il cervello sintonizza piuttosto che produce, una teoria molto vicina all’“Akashic Field” di Ervin Laszlo o al “campo quantico della coscienza” di Chopra.
Se il cervello non produce coscienza, perché ogni singola alterazione neurochimica modifica la percezione, l’identità, l’umore, etc? Alcune patologie mentali dipendono da una disconnessione cerebrale precisa: non si spiegano con una cattiva “ricezione”, ma con anomalie nei circuiti cerebrali.
Ad esempio la sindrome di Capgras, in cui il paziente crede che una persona a lui vicina sia stata sostituita da un impostore con lo stesso aspetto, dipende dalla disconnessione tra corteccia inferotemporale e sistema limbico. La mancata attivazione emotiva porta il paziente a credere che ci sia qualcosa di sbagliato in quella persona, dando origine al delirio [15].
Inoltre nessuno ha mai osservato una coscienza attiva senza cervello funzionante. Grof direbbe che in quel caso il cervello non riesce più a ricevere questo ipotetico segnale, ma il cervello non funziona come una radio in maniera passiva. Genera continuamente contenuti, modifica se stesso (plasiticità neuronale), risponde a stimoli interni ed esterni.
Se il cervello “ricevesse” la coscienza potremmo aspettarci idee, ricordi e competenze sconosciute provenienti da altrove. Invece tutto ciò che pensiamo, sogniamo, viviamo è coerente con la nostra storia neurologica e psicologica.
Durante certe esperienze particolari, come nel caso degli psichedelici, è possibile sentire di essere parte dell’universo, di fluttuare, o di fondersi con l’assoluto. Ma si tratta solo di percezione soggettiva dovuta all’effetto chimico della sostanza in questione sul nostro cervello, la realtà oggettiva del mondo non ne viene influenzata.

Conclusioni
Grof è stato un precursore, un pioniere delle terapie psichedeliche ed uno dei primi psichiatri a somministrare l’LSD ai suoi pazienti, tuttavia nessuna delle sue teorie poggia su basi empiriche. Il suo è un modello teorico dove scienza ed ideologia si mescolano in maniera confusa per sviluppare una narrazione mistica comune a tutti gli esseri umani. La diversità dei pazienti e delle patologie, così come l’impatto dei fattori ambientali, biologici e sociali reali viene pesantemente sminuito per non dire del tutto ignorato.
È inquietante constatare che la psicologia transpersonale di Grof sia stata integrata in contesti terapeutici ufficiali, come quelli di MAPS, come forma privilegiata di psicoterapia da affiancare all’uso di psichedelici (o dell’MDMA, che è in realtà un empatogeno), senza che esistano evidenze cliniche solide a supporto della sua efficacia terapeutica, né una chiara definizione metodologica. Ci sono approcci evidence-based che si sono già dimostrati efficaci per i casi di PSTD ed altri disturbi mentali come la terapia cognitivo comportamentale (CBT) che non sono neanche stati presi in considerazione per lo sviluppo della psicoterapia associata agli psichedelici.
L’accettazione acritica di concetti in contraddizione con le moderne evidenze scientifiche rischia di esporre i pazienti a pratiche inefficaci o dannose, mascherate da innovazione. È fondamentale che la comunità scientifica e terapeutica mantenga un approccio rigoroso basato su dati concreti e standard etici, respingendo con fermezza narrazioni pseudoscientifiche che, dietro una patina di spiritualità e scienza, possono nascondere ignoranza, dogmatismo e, in alcuni casi, veri e propri abusi. Pur riconoscendo che l’esperienza soggettiva e la dimensione spirituale possano avere valore personale per chi le vive, il loro inserimento in contesti clinici deve avvenire con grande cautela: quando si tratta di salute mentale, diagnosi e trattamento devono essere guidati da evidenze empiriche, evitando derive mistiche o interpretazioni non verificabili che rischiano di confondere il paziente e compromettere l’efficacia dell’intervento.
Il rispetto per la complessità della mente umana e la tutela dei pazienti devono restare il faro guida per lo sviluppo delle terapia psichedeliche, non le idee di pensatore esoterico ormai del tutto estraneo alla realtà scientifica moderna.

FONTI

1)CZECHOSLOVAKIA, IN COMMUNIST. “4 MILAN HAUSNER, THE SADSKÁ CLINIC.” Expanding Mindscapes: A Global History of Psychedelics (2023): 99.

2)Grof, Stanislav. “LSD psychotherapy.” (1980).

3)Grof, Stanislav, and Hal Zina Bennett. “The holotropic mind: The three levels of human consciousness and how they shape our lives.” (1992).

4)Fasce, Angelo. “Divan couches and gurus: The origin and dangers of clinical pseudopsychology.” Mètode Science Studies Journal 8 (2018): 165-171.

5)Yensen, Richard, and D. Dryer. “The consciousness research of Stanislav Grof.” Textbook of transpersonal psychiatry and psychology (1996): 75-84.

6)Patihis, Lawrence, and Helena J. Younes Burton. “False memories in therapy and hypnosis before 1980.” Psychology of Consciousness: Theory, Research, and Practice 2.2 (2015): 153.

7)Rocci, Lorenzo. “Vocabolario greco italiano.” (2002).

8)Belser, A. B., Ens, A., Brennan, W., Goldpaugh, D. D., Guss, J. (2025, March 28). An Open Letter Reply to Dr. Stan Grof. 

9)Grof, Stanislav. Psychology of the future: Lessons from modern consciousness research. Suny Press, 2019.

10)Grof, Stanislav. The adventure of self-discovery: Dimensions of consciousness and new perspectives in psychotherapy and inner exploration. Suny Press, 1988.

11)Rodarmor, William. “The secret life of swami muktananda.” Co-Evolution Quarterly 40 (1983): 104-111.

12)Grof, Stanislav. When the impossible happens: Adventures in non-ordinary realities. Sounds True, 2006.

13)Grof, Stanislav. LSD: Doorway to the numinous: The groundbreaking psychedelic research into realms of the human unconscious. Simon and Schuster, 2009.

14)Laszlo, Ervin. What is reality?: The new map of cosmos, consciousness, and existence. SelectBooks, Inc., 2016.

15)Hirstein, William, and Vilayanur S. Ramachandran. “Capgras syndrome: a novel probe for understanding the neural representation of the identity and familiarity of persons.” Proceedings of the Royal Society of London. Series B: Biological Sciences 264.1380 (1997): 437-444.

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