
Julian Palmer, pioniere o ciarlatano?
Julian Palmer è un nome noto a molti appassionati di psichedelia, soprattutto per quanto riguarda la changa, ovvero l’infusione di DMT ed harmala freebase su base vegetale secca.
Avevo già spiegato in altro articolo che il suo è solo un atto di appropriazione culturale e promozione personale ricostruendo la storia di questa particolare combinazione fumabile.
Microdosi di Tabernanthe mannii
Non contento della sua carriera come “autore” e facilitatore, Julian Palmer si anche dato al commercio delle microdosi.
Sulla base di alcune osservazioni botaniche del ‘900 e il fatto che nello stesso periodo sia stato commercializzato un farmaco dal Tabernanthe mannii, una specie ormai considerata una varietà o un sinonimo di T. iboga da tutta la comunità botanica contemporanea, ha tirato fuori un nuovo prodotto più facilmente commerciabile e soprattutto “nuovo” rispetto alla cara vecchia iboga ormai nota ed illegale ovunque.
Sfruttando la moda del microdosing che lo protegge dal punto di vista legale e gli permette di fare rincari da paura, 15ml di tintura alcolica a 90,00 $ senza specificare una vera concentrazione, ha sponsorizzato il prodotto usando testimonial ed account che sembrano fake.
“Very small amounts of mannii work because you are connecting with the spirit of the plant, and so that is why even one drop, can at times, feel quite potent. The difference between Mannii and Iboga microdosing, is that most batches of Iboga are not quite as smooth or clarifying, and the Mannii appears to work more deeply on the emotional body.”
Gioca sul fatto che è meglio per il microdosing come se le due specie fossero distinte anche chimicamente, T. mannii sarebbe una fonte più pura di ibogaina, quando gli stessi studi obsoleti francesi a lui tanto cari riportano che avessero esattamente la stessa farmacologia (un ulteriore indizio che siano la stessa cosa)[1].
Già nel 1989 il genere è stato rivisto da G.J.A. Vonk e A.J.M. Leeuwenberg dell’Università di Wageningen che hanno accorpato i vari sinonimi eterotipici (Iboga vateriana Braun-Blanq. & K.Schum.; Tabernanthe albiflora Stapf; T. bocca Stapf; T. mannii Stapf; T. pubescens Pichon; T. subsessilis Stapf; T. tenuiflora Stapf.) di T. iboga notando come fosse molto variabile nella morfologia delle varie parti [2]. T. mannii dovrebbe essere la varietà a frutto rotondo.
L’unica altra specie è T. elliptica precedentemente nota come Daturicarpa elliptica, facilmente distinguibile dal frutto spinoso come potete vedere dalla foto.
Utilizzo di specie protette
In un articolo del suo blog personale del 2002 , Transceptual Formations, Palmer descrive la raccolta di una grossa quantità di fogliame (4kg circa) da Acacia phlebophylla, una specie australiana endemica del Parco Nazionale di Mount Buffalo che è considerata critically endagered, il grado massimo d’allerta per la sua conservazione
Nonostante sapesse dello stato di conservazione della pianta, ha giustificato il suo atto criminale dicendo che la pianta stessa gli avesse chiesto di farlo e che il suo lavoro avrebbe diffuso notizia del suo “valore” salvandola dalla morte certa dovuta a funghi e parassiti.
In realtà il suo lavoro ha incentivato le pratiche estrattive abusive dalle specie selvatiche a rischio, come segnalato negli ultimi anni dai membri più responsabili della comunità psichedelica australiana.
In altre occasioni ha usato la corteccia di Acacia obtusifolia, un altra specie a rischio, snobbando invece scioccamente la corteccia di radice di Mimosa hostilis, infestante ed altamente sostenibile, perchè usarla nella changa sarebbe come “baciare la propria sorella”.
Proiezione antropomorfa
Julian Palmer scrive che il DMT e tutte le molecole psicotrope non hanno soltanto proprietà bio-chimiche, ma hanno un’anima ed agiscono come catalizzatori per dell’informazione non ben specificata. Le piante contenenti DMT, ad esempio, hanno ognuna un messaggio diverso da dare all’eventuale consumatore.
Questo modo di pensare è un classico esempio di proiezione antropormorfa, le piante sono organismi che si sono evoluti per adattarsi a condizioni impensabili per noi umani, inquadrarli come degli essere il cui scopo procurarci visioni mistiche durante i trip è un atto di arroganza ed ignoranza tipico di chi si sente il centro del mondo.
In più può diventare una scusa per utilizzare prodotti naturali non eco-sostenibili in luogo dei sintetici, si veda il caso delle specie di Acacia a rischio o del Bufo alvarius.
E’ vero che i vari estratti ottenuti dalle diverse fonti di DMT (M. hostilis, P. viridis, D. cabrerana, etc.) sono qualitativamente diversi tra loro, ma ciò è dovuto al particolare spettro degli alcaloidi che cambia da una specie all’altra. E’ noto che il DMT, così come qualsiasi molecola pura, sia la stessa cosa indipendentemente dall’origine naturale o sintetica.
Magia e complotti
Secondo Julian Palmer le allucinazioni non sono il risultato dell’azione chimica di una sostanza, appunto allucinogena, che viene assunta ma sono entità reali che vengono rivelate solo in quelle circostanze. Di nuovo è evidente il pattern di arroganza epistemica che già abbiamo notato nel paragrafo precedente.
Secondo lui chi ha assume frequentemente diventa una sorta di eletto con il privilegio di accedere alla “verità”, ovvero che i problemi politici e sociali del mondo sono dovuti non alle nostre stesse azioni, ma a delle creature malefiche che normalmente non si riescono a vedere.
In questo video ad esempio parla di come si possono combattere queste fantomatiche entità con il soplar, ossia il soffio rituale sciamanico, e il torping, fare suoni buffi “tipo scoiattolo” con la bocca (letteralmente, guardate il video se non mi credete).
Ne esce fuori un tutorial spirituale al limite del comico che è già stato diffuso come meme su reddit. E’ chiaro che siamo di fronte ad un ciarlatano che ama appropriarsi di concetti tradizionali, vedi anche il caso dell’”invenzione della changa”, senza il minimo rispetto per le culture tradizionali.
Inoltre in un post su reddit ha anche mostrato tendenze complottistiche condividendo un articolo (https://archive.org/details/jewish-gas-chamber-hoax) secondo cui l’olocausto sarebbe solo una montatura: “This label “holocaust denier” I think is used by people to distract people from actually thinking and investigating themselves the nuances and details related to emotionally charged topics like “the holocaust”.
Conclusione
Julian Palmer incarna una figura controversa, che mischia psiconautica, marketing spirituale, appropriazione culturale, teorie pseudoscientifiche e complottistiche.
L’invito a “combattere entità maligne” con pratiche sciamaniche da lui proposte o la sua giustificazione di pratiche illegali come la raccolta di piante protette sono segnali di un atteggiamento che distorce la realtà e sfrutta la spiritualità per fini personali, promuovendo un’interpretazione arrogante ed ignorante della cultura psichedelica e dello sciamanesimo.
FONTI

