
L’ombelico di Venere, una pianta ormai dimenticata
L’ombelico di venere (Umbilicus rupestris) è una pianta succulenta spontanea molto comune nel Mediterraneo e in Europa Occidentale, il nome si riferisce alla forma particolare particolare delle foglie tonde che hanno una depressione centrale simile ad un ombelico. Quando viene esposto alla siccità U. rupestris passa dalla normale fissazione del carbonio C₃ al metabolismo acido delle crassulacee (CAM), una strategia adattativa comune in molte piante succulente, caratterizzata dalla chiusura degli stomi durante il giorno e l’apertura di notte, quando il grado di evaporazione è più basso [1].
FOLKLORE E MEDICINA POPOLARE
In Inghilterra nella contea di Dorset si usava portare un pezzo di ombelico di Venere al collo come portafortuna, le foglie fresche sono edibili e vengono consumate ancora oggi in insalata.
La pianta vanta anche una lunga tradizione in medicina popolare per il trattamento di infiammazioni della pelle, foruncoli, calli, ferite e bruciature. Gli erboristi inglesi ed irlandesi preparavano una pasta a base di foglie fresche per l’applicazione esterna, o degli unguenti con del grasso. Le foglie private della cuticola esterna anche venivano applicate direttamente per facilitare la cicatrizzazione delle ferite. L’infuso dovrebbe avere effetti diuretici e veniva indicato come disinfettante per gli occhi, l’olio d’oliva infuso come cura per le emorroidi.
L’erborista inglese Jonh Gerard scrive che le foglie fresche messe sotto la suola delle scarpe sono ottime per dar sollievo e combattere i calli da sfregamento.Le foglie e le radici possono provocare l’urinazione, rompere i calcoli renali e guarire gli edemi [2].
Viene menzionato forse anche da Nicholas Culpeper, famoso erborista inglese del XVII secolo, con il termine “kidneywort” ma potrebbe anche riferirsi ad Anemone hepatica [3].

CHIMICA E FARMACOLOGIA
Le foglie di ombelico di Venere sono ricche di omega-3, tocoferoli, polifenoli, flavonoidi ed acidi organici.
Estratti idroalcolici e decotti di ombelico di venere hanno evocato effetti antiossidanti ed antibatterici nei test in vitro senza mostrare alcuna citotossicità [4]. Un estratto metanolico ha protetto i ratti immunosoppressi e immunocompetenti dall’infezione da Cryptosporidium facilitando l’eliminazione del parassita e proteggendo i tessuti intestinali mediante la sua azione antinfiammatoria [5]. In un altro studio l’estratto metanolico ha contrastato il danno alla mucosa intestinale indotto dall’etanolo [6], sempre lo stesso gruppo ha riportato effetti diuretici [7].

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Personalmente non so se preferisco l’aloe o l’ombelico di Venere per il trattamento di bruciature, escoriazioni, geloni ed altre condizioni epidermiche in cui il fulcro del problema è dovuto all’infiammazione e al calore. Entrambi sono molto efficaci.
FONTI
2)Gerard, John. Gerard’s Herball-Or, Generall Historie of Plantes. Read Books Ltd, 2011.
3)Culpeper, Nicholas. The English Physician. University of Alabama Press, 2014.
LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO ARTICOLO SONO A SCOPO PURAMENTE INFORMATIVO. CONSULTA UN MEDICO O UN ALTRO PROFESSIONISTA QUALIFICATO PRIMA DI UTILIZZARE OMBELICO DI VENERE O ALTRE ERBE SPONTANEE A SCOPO MEDICINALE