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In base ad alcune ricerche i semi di Ipomoea hederacea contengono alcaloidi ergolinici derivati dall’acido lisergico in concentrazioni relativamente alte.

In passato venivano trattati con composti tossici per scoraggiarne il consumo, questa manovra governativa ha fatto molti più danni degli stessi semi.

QUESTE SEMENTI CONTENGONO ALCALOIDI TOSSICI E VANNO TENUTE FUORI DALLA PORTATA DI BAMBINI ED ANIMALI DOMESTICI. SONO DESTINATE ESCLUSIVAMENTE ALLA COLTIVAZIONE COME PIANTE ORNAMENTALI.

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Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO IN MEDICINA AYURVEDICA (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

PARTE USATA: seme

-ingeriti\ 3-10g
-infusi a freddo\ 5-15g
-tintura 1:1\ 4-12ml

Per un periodo relativamente molto lungo abbiamo venduto il seme di Ipomoea hederacea come tricolor a causa di un disguido con un fornitore che non era stato preciso con l’identificazione della specie.

L’avevo già analizzata nelle prima fornitura che avevo importato come tricolor pensando fosse di ottima qualità. Ho ripetuto i test per vedere se questo stock fosse chimicamente diverso, anche se dall’aspetto i semi sembrano identici agli ultimi (neri, lucidi, triangolari, leggermente più grandi della tricolor anche se molto simili), ma si è comportata nello stesso modo.
I risultati sono stati confermati dalle osservazioni dirette di altri psiconauti che ho raccolto appositamente, Manuel Baldassarri, un appassionato con una certa esperienza nel campo ma nessuna con entrambe le specie (e quindi scarsamente suggestionabile), ha anche fatto un comparativo con dei semi di tricolor che aveva acquistato da altre fonti riportando le stesse identiche caratteristiche chimiche con 5g di ciascuno. Non ha notato nessuna differenza a parte l’aspetto dei semi.
Le differenze riportate da una piccola percentuale di utenti sono ascrivibili al fitocomplesso molto variabile sia nella tricolor che nell’hederacea, oltre che alla preparazione che richiede una certa accortezza.

RICORDIAMO CHE I SEMI POSSONO ESSERE USATI SOLO PER LA COLTIVAZIONE O L’USO IN AGRICOLTURA COME ANTIPARASSITARI NATURALI. L’ESTRAZIONE DEGLI ALCALOIDI ERGOLINICI E’ UN ATTO ILLEGALE.

L’intossicazione da semi contenenti alcaloidi ergolinici (LSA) è molto più fisica rispetto a quella indotta dall’LSD: le dosi basse e moderate hanno un effetto principalmente narcotico.

Gli alti dosaggi possono indurre dissociazione, alterazioni sensoriali e visioni ipnagogiche.

Medicina convenzionale
Le proprietà serotoninergiche [29], psicotrope [29], dopaminergiche [31], analgesiche [35], antinfiammatorie [36], miostimolanti [37], miorilassanti [37], anticonvulsivanti [28], ipotensive [39], cardioprotettive [39], ipolipidiche [39], antitumorale [40], nefroprotettive [42], antibatteriche [43], antimicotiche [44] ed erbicide [41] dell’Ipomea hederacea edei suoi fitocostituenti (o micocostituenti in questo caso) sono supportate dalla ricerca scientifica.

I semi sono considerati tossici in medica convenzionale.

Medicina alternativa
I semi di Ipomoea si usavano in medicina popolare per il trattamento di edemi, oliguria, ascariasi, costipazione e diverse malattie mentali.

Infuso a freddo
-(Opzionale)Infondere fino a 24h in olio vegetale a temperatura ambiente per purificarli da grassi e composti indesiderati, ripulirli per bene e scartare l’olio.
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con una soluzione molto acida (PH2-3) per indebolire le pareti cellulari.
-Pestare o tritare i semi (opzionale)mentre sono ancora congelati. 
-Mischiarli con un volume due volte superiore di acqua (opzionale)distillata acida (PH3-4 circa)
-Lasciare in infusione fino a 5 ore a temperatura ambiente, filtrare i solidi.
-Ripetere l’infusione almeno 4 volte con gli stessi semi.

Tintura
-(Opzionale)Infondere fino a 24h in olio vegetale a temperatura ambiente per purificarli da grassi e composti indesiderati, ripulirli per bene e scartare l’olio.
-(Opzionale) Congelare il materiale inumidito con acqua distillata ed una spruzzatina d’etanolo
-Mettere i semi (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere etanolo al 50% per un volume di due volte superiore al materiale vegetale.
-Scuotere quanto più spesso (almeno 1 volta al giorno) e mantenere in infusione fino a 2 settimane per la saturazione.
-Filtrare e scartare i solidi
-(Opzionale) Può essere concentrata ulteriormente con l’aiuto di una ventola per produrre un estratto solido atto ad essere incapsulato.

La classificazione di questa specie è sempre stata controversa: diversi autori l’hanno descritta come un sinonimo per l’Ipomoea nil, tuttavia la prima è una pianta tropicale che cresce nelle zone temperate, la seconda è tipicamente temperata e cresce difficilmente nei climi tropicali [1].
Sono molto simili morfologicamente ma i petali della nil si assottigliano progressivamente formando delle estremità acute lunghe, mentre quelli dell’hederacea si ristringono repentinamente e tendono ad allargarsi ed incurvarsi. Anche il seme presenta delle differenze, quello della prima è leggermente più rugoso ed irregolare.
Anche con la purpurea le distinzioni sono molto difficili per via della prossimità genetica e del fenomeno dello spostamento dei caratteri che le interessa entrambe.
Quando si trovano nello stesso habitat la selezione naturale favorisce l’hederacea con le antere più saldate allo stigma, si ipotizza lo faccia per impedire alla purpurea di impollinarla producendo dei semi sterili oltre che per incrementare l’autoimpollinazione. Il polline della prima non germina sulla seconda dando all’altra un certo vantaggio competitivo [2].
All’interno della stessa specie ci sono poi due fenotipi, quello classico a foglia d’edera ed un secondo a foglia integrale, la var. integriuscula [3].

L’hederacea è una delle ipomee più infestanti ed ha una buona resistenza sia contro gli erbivori che gli insetti, a questo riguardo è stato osservato il fenomeno dell’evoluzione diffusa per cui la comunità antagonista modula la selezione dei tratti della pianta [4].

Classe: Magnoliopsida
Ordine: Solanales
Famiglia: Convolvulaceae
Genere: Ipomoea
Specie: I. tricolor
Nativo: Messico, America Centrale
Plant Hardiness Zone: 10-11
L’Ipomea hederacea è una pianta rampicante perenne che cresce fino ad oltre 3m.
Sviluppa delle foglie arrangiate a spirale lunghe fino a 5cm. I fiori a tromba possono avere un colore che va dal blu al viola o dal rosa al rosso, ma possono anche essere semplicemente bianchi. I sepali di assotigliano incurvandosi all’apice.
Produce delle drupe piene di semi neri e lucidi.

Coltivazione
L’Ipomea hederacea è una pianta molto facile da coltivare:
-Mettere a mollo i semi fino a 24h.
-Piantarli in primavera in un vaso con un terriccio ricco e ben drenante.
-Mantenerlo umido fino alla germinazione (1 settimana).
-Trapiantare in pieno sole una volta sviluppatosi.
-Teme la siccità e il freddo ma una volta adulta difficilmente muore.

Le ipomee fioriscono e muoiono in un singolo giorno per questo sono da sempre simbolo di amore, passione e mortalità.
Nel folklore cinese rappresentano gli amanti che si riescono ad incontrare una volta sola.

Le antiche popolazioni mesoamericane utilizzavano il succo fresco dell’Ipomoea come fonte di zolfo, necessario per vulcanizzare la gomma che estraevano da alcuni alberi.
Viene menzionata da Albert Hofmann nel suo famoso libro “Plants of the Gods: Their Sacred, Healing, and Hallucinogenic Powers” come Ipomoea violacea ma dall’immagine si vede chiaramente che la specie è invece una tricolor var. heavenly blue (si nota dalla corolla che non è bianca) [5]. Sono molto simili e secondo alcuni autori sarebbero sinonimi: tuttavia piccole differenze tassonomiche permettono di distinguere due specie appartenenti a sottogeneri diversi, Eriospermum per la violaceaQuamoclit per la tricolor.
Le varie analisi che hanno confermato la presenza di LSA nella violacea non sono state integrate con le informazioni tassonomiche sulla specie e non sappiamo con certezza se sia invece tricolor data la somiglianza dei semi.
Anche i riferimenti al colore nero come il nome in lingua Nahuatl o quello zapoteco, badoh negro, sembrano suggerire che quelli impiegati a scopo enteogenico fossero i semi della tricolor, più scuri e meno tendenti al marrone. Moderni manuali di tossicologia infatti identificano tlitliltzin e badoh negro con l’Ipomea tricolor [6], solo in questa specie è stata attestata affidabilmente la presenza di LSA e gli stessi psiconauti moderni la usano prevalentemente.
Hoffman scrive che la pianta era tenuta in gran considerazione tra gli Aztechi per le sue proprietà allucinogene, i semi sono stati ampiamente usati nell’area di Zapotec e Chatin a Oaxaca.
Si distinguono due colorazioni: i neri, più potenti (Ipomea violacea o più probabilmente tricolor), sono riservati agli uomini; quelli più chiari (Rivea corymbosa) alle donne.
La preparazione tradizionale vuole che vengano messi in un recipiente fatto con una zucca cava. Quindi si filtrano i solidi e si beve l’infuso.
I nativi credono che durante l’intossicazione si venga in contatto con baduwin, un intermediario fantastico rappresentato da due piccole ragazze vestite di bianco, che divina il futuro e rivela la causa dei malanni. Il paziente deve rimanere da solo con lo sciamano lontano da qualsiasi rumore, quando si assopisce viene in contatto con i bador, i bambini della pianta che identificano i malori e gli oggetti perduti.

Il famoso educatore benedettino Pedro Ponce de Leon scrisse che i semi di Ipomoea violacea (più probabilmente tricolor), chiamati tlitliltzin in lingua Nahuatl in riferimento al loro colore nero, venivano impiegati insieme al peyote e all’ololiuqui. Distinse per la prima volta la Rivea corymbosa dall’Ipomea violacea. Riportò che agli intossicati appariva un piccolo uomo nero che esaudiva ogni desiderio, altre volte Dio o degli angeli.
L’esperienza si svolgeva in un luogo appartato con l’ausilio di un guardiano per evitare che abbiamo contatti con altri mentre parla in preda al delirio. Una volta che gli effetti erano finiti si chiedeva cosa avesse detto il contatto spirituale, la risposta veniva considerata come una verità assoluta [7].

Dopo la colonizzazione spagnola diversi elementi cristiani sono stati integrati con la vecchie pratiche pagane e sciamaniche, i semi sono diventati semilla de la Virgen (semi della vergine) e il fogliame hierba Maria (erba di Maria) in riferimento alla madonna [5].
Il consumo di Rivea corymbosa, Ipomea tricolor e violacea è attestato in Messico fino a tempi relativamente recenti [8].
La tricolor è stata anche ampiamente usata per la produzione di erbicidi naturali per via delle sue marcate proprietà fitotossiche [9]. Le radici vengono impiegate in medicina popolare nel trattamento della costipazione [10].

IPOMOEA HEDERACEA O KALADANA
Non ci sono riferimenti etnografici sugli impieghi psicotropi di questa specie se non l’applicazione come agente afrodisiaco e narcotico, i semi vengono strofinati sui genitali maschili per trattare le disfunzioni erettili e su quelli femminili per alleviare la secchezza ed incrementare la libido.
E’ stata inclusa nella Farmacopea Indiana come emetico, lassativo, diuretico, antielmintico, emmenagogo, vasostimolante, abortificente, analgesico, antinfiammatorio ed antipiretico. L’uso più popolare è quello esterno nel trattamento dei disturbi della pelle come leucodermia, scabbia, gotta, cefalea, epato e splenopatie.
Una pasta a base di semi si applica a scopo cosmetico per rimuovere la pelle morta e schiarirne il colore, si crede aiuti anche a dimagrire anche se non è verosimile [11].

Nel 1959 Wasson spedì un campione di semi di Rivea corymbosa ed Ipomea violacea (o più probabilmente tricolor) a Hoffman che rivelò la presenza di diversi composti indolici in entrambi. Esperimenti successivi condotti su un campione più grande gli permisero di identificare diversi alcaloidi ergolinici, i più abbondanti risultarono LSA e isoLSA strutturalmente simili all’LSD.
I semi di Ipomoea ne contenevano percentuali maggiori rispetto alla Rivea, 0,085% contro 0,0065%. Identificò anche piccole percentuali di canoclavina, elimoclavina ed ergometrina.
Il fitocomplesso in realtà è molto variabile, tuttavia la tricolor varietà heavenly blue sembra contenere principalmente LSA e LSH (se fresca).

NARCOTICO O PSICHEDELICO?
I bioessay fatti da Hoffman e il suo team sull’LSA rivelarono una significativa attività psicotomimetica con una forte componente narcotica già da 0.5 a 1mg.
Nel 1963 testò 0,5 mg di LSA isolato sulla sua persona riportando stanchezza, sedazione e sonnolenza; con 2 mg di isoLSA sperimentò apatia e vuoto mentale [12].
Nel 1965 un gruppo di ricerca testò individualmente i principali alcaloidi che mimavano l’effetto dell’estratto total alkaloid di Rivea corymbosa (LSA, iso-LSA, ergometrina, lisergolo, elimoclavina e canoclavina), sia la mistura sintetica che l’estratto non avevano gli effetti allucinogeni dell’LSD ma agivano soltanto come depressori del CNS. Questi dati hanno spinto Isbell a classificarli come sedativi e non come psichedelici [13].
Lo stesso Shulgin si era reso conto che LSA e iso LSA probabilmente non contribuiscono agli effetti visionari dell’ipomea, ed agiscono principalmente come narcotici [14]. D’altronde è soltanto un agonista parziale del recettore 5-HT2A.

Ad oggi sappiamo che il composto più strutturalmente e farmacologicamente simile all’LSD è un altro, l’LSH [15], che è presente in buone concentrazioni nel seme fresco e si degrada con l’essiccamento ed il passare del tempo in LSA [16].
Per questo probabilmente non è stato rilevato nei test di Hoffman e degli altri ricercatori che non hanno mai riportato effetti visionari comparabili a quelli riscontrati dai consumatori in certe occasioni. Al contrario Webster, che aveva pagato i giovani Messicani per procurargli dei semi freschi da testare, scrisse di aver avuto la più intensa esperienza psichedelica della sua vita caratterizzata da colori, trame geometriche ed alterazione temporale [17].

Anche la penniclavina, un altro alcaloide ergolinico, non è stata considerata, eppure in una ricerca recente è risultata presente in concentrazioni superiori all’LSA nei campioni di Ipomoea tricolor acquistati da rivenditori specializzati in sementi esotiche [16]. Anche in quanto a potenzialità psichedeliche è superiore all’altro composto: agisce come agonista dei recettori della dopamina, 5-HT2a della serotonina,  α2A, α2C, e α2D adrenergici.  L’azione su quest’ultimo sistema potrebbe spiegare l’effetto euforico riportato da alcuni, sulle cavie ha indotto stimolazione LSD-simile.

Per quanto riguarda gli altri alcaloidi minori, nei modelli animali elimoclavina, lisergolo ed agroclavina hanno manifestato effetti eccitanti; la diidroagroclavina invece effetti sedativi [13].
Stranamente sui tossicodipendenti l’elimoclavina, il più potente stimolante antireserpinico testato sulle cavie, ha indotto il classico effetto sedativo privo di componente psicoticomimetica, così come gli estratti crudi e l’ergina estratta dai semi [18].
L’ergometrina ed ergotamina infine, hanno marcate proprietà ossitocitiche e vasocostrittive oltre ad affinità adrenergiche, dopaminergiche e serotoninergiche (5-HT2).

ENDOFITI
Gli alcaloidi ergolinici vengono prodotti da funghi endofiti, organismi estremamente adattati alla vita nello spazio interstiziale dell’ospite vegetale, non dalla pianta stessa. Il trattamento con fungici infatti previene lo sviluppo di questi composti.
Questi parassiti fungono paradossalmente da antiparassitari naturali: degli studi condotti su altre specie contaminate hanno dimostrato che formiche, uccelli o altri erbivori preferiscono le piante che ne sono prive. Inoltre riducono la crescita degli insetti.
Gli alcaloidi dei semi di Ipomoea vengono redistribuiti nelle radici in seguito alla germinazione, proteggendola dai nematodi galligeni; quando matura ripassano ai semi per salvaguardarli probabilmente dalla larve dei coloetteri come quelle del genere Chrysomelidae. Anche se offre questi vantaggi la simbiosi ne rallenta la crescita e per questo favorisce preferenzialmente le specie con i semi più grandi che nelle analisi comparative hanno infatti registrato concentrazioni mediamente superiori a quelli piccoli [19].

DAL KIKEON ALL’ALD-52
Le ipotesi più accreditate identificano il kikeon, la mitica pozione dei Misteri Eleusini, in un estratto acquoso di Paspalum distichum, una pianta spontanea che viene contaminata dal parassita Claviceps paspali e sviluppa lo stesso fitocomplesso dell’Ipomoea tricolor [17]. Alcuni autori sostengono che ciò sarebbe impossibile dato che la pianta sarebbe originaria delle Americhe e si sarebbe diffusa in Europa post-conquista, oltre che per via della mancanza di dati che attestano la presenza di questa pianta in Grecia antica. Tuttavia il range nativo del Paspalum distichum non è ancora stato definito con esattezza dato che è presente su tutti i continenti. Anche se la maggior parte indicano le Americhe, ci sono autori che hanno ipotizzato un’origine diversa come l’Africa, l’Australia o il Pacifico. E’ comunque un candidato gettonato se aggiungiamo anche il fatto che cresce spontaneo nel Rario vicino ad Eleusi.

Dalle scritture antiche sappiamo che veniva aggiunta della Mentha pulegium fresca alla bevanda forse in riferimento alla personificazione mitologica della pianta, una concubina di Ade che era stata smembrata da Persefone in un atto di gelosia [20].
Al di là del valore simbolico, la presenza di acetaldeide nella menta [21] potrebbe spiegare il ruolo chimico di questo componente. Anche gli Aztechi e i Maya erano soliti mischiare i semi freschi o essiccati di Ipomoea nelle bevande alcoliche locali [22] che contengono la stessa sostanza.
Quest’aldeide forma un addotto sul gruppo NH inferiore di LSA e LSH generando potenzialmente dei nuovi composti, 1-acetaldeide LSA e LSH [23]. La reazione è molto simile a quella che trasforma l’LSD in 1-acetil-LSD, più comunemente noto con l’acronimo ALD-52.
In base ai molti report disponibili nel web questo lisergico risulta più potente, visionario ma meno ansiogenico rispetto all’originale; queste differenze sono supportate anche dai test al brain-imaging effettuati dalla Sandoz. I dati aneddotici riportati negli esperimenti psiconautici suggeriscono che la combinazione di semi e fonti di acetaldeide sia allo stesso modo più visionaria e meno fisica.
Tutto ciò è puramente speculativo e ci sono molte riserve a riguardo, a mio avviso è più verosimile un contributo da parte del mentofurano presente nell’olio essenziale di cui è ricca la Mentha pulegium fresca in grado di inibire l’enzima del citocromo epatico P450 2A6 (CYP2A6). Quest’enzima è deputato al metabolismo degli alcaloidi ergolinci, oltre a venire inibito dagli stessi [24], un eventuale ulteriore inibizione dovrebbe potenziarne gli effetti.

DETOSSIFICAZIONE E PREPARAZIONE
In molti scrivono che la nausea inevitabile che accompagna l’esperienza sia dovuta a dei glicosidi cianogenetici.
I principali smarshop europei come Azarius e Zamnesia suggeriscono per alleviare i fastidi di aggiungere qualche spicchio d’aglio nell’acqua in si andranno a estrarre i semi per neutralizzare i fastidiosi glicosidi.
L’unica base scientifica del ragionamento è che l’aglio abbassa la tossicità e la letalità dell’acido cianidrico nelle cavie se somministrato, non c’è niente che lasci pensare lo “neutralizzi” al contatto.
Se davvero fossero i glicosidi cianogenetici da eliminare basterebbe tritare i semi e lasciarli all’aria per un paio di giorni, si degradano in fretta infatti quando vengono esposti all’aria e ancora prima se vengono scaldati. L’aglio, specie a stomaco vuoto, ha un effetto acuto ulcerativo che può solo aggravare gli eventuali disturbi gastrici.
Tuttavia composti del genere, comuni in tante altre piante, non sono mai stati rilevati a livelli significativi nei semi di Ipomoea.
E’ più probabile che nausea, mal di testa ed altri disturbi siano dovuti ad ergometrina ed altri alcaloidi vasocostrittivi o anche agli abbondanti oli essenziali.
La cosa più efficace è sicuramente fare un pretrattamento con un solvente non polare come l’esano, in questo modo si rimuovono tutti i grassi.
In alternativa si può usare un olio vegetale come quello di canola, lasciare i semi in infusione per un paio di settimane, quindi risciacquare con abbondante acqua e sapone. Una volta purificato il materiale si può estrarre a freddo con acqua o etanolo.
Fare un estratto alcolico a temperature da freezer risulta direttamente in un prodotto molto pulito.
Dello zenzero o anche un vasodilatatore come l’olio essenziale di limone possono contribuire ad alleviare l’eventuale nausea.

TOSSICITA’
Estratti di Ipomoea ad alta concentrazione somministrati per via intraperitoneale hanno causato convulsioni ed arresto respiratorio nelle cavie, ma si tratta di condizioni sperimentali molto lontane da quelle relative al comune abuso ricreazionale [25].
I casi di morte documentati sono dovuti ai danni secondari in seguito a comportamenti irresponsabili, psicosi e disturbi mentali [26].

POTENZIALITA’ TERAPEUTICHE
Stimolante, sedativo
Un estratto metanolico a base di semi di Ipomoea hederacea ha indotto chiari effetti stimolanti sul CNS nei topi già alla dose orale di 0.0125 mg/kg dimostrando un elevata potenza ed effetti midriatici alle alte dosi. Gli autori ipotizzano sia coinvolto il recettore della glicina [27].

In un altro studio ha mostrato un effetto sedativo ma, allo stesso tempo, ha potenziato la sessualità dei topi. I ricercatori ipotizzano ciò sia dovuto ai derivati dell’acido lisergico che hanno affinità per il recettore 5-HT2a della serotonina [28].

Serotoninergico, psicoattivo, dopaminergico
L’alcaloide principale presente nei semi di Ipomoea hederacea, il lisergolo, dovrebbe avere effetti psicoattivi simili all’LSA (ergina), ossia narcotici più che visionari, agendo entrambi come agonisti parziali di 5-HT2A e 5-HT2C. Tuttavia nei modelli animali ha indotto effetti stimolanti come l’elimoclavina, un altro alcaloide del fitocomplesso di questa specie, antagonista completo 5HT2A e potente agente antireserpinico [29].
Anche cianoclavina e penniclavina hanno mostrato una certa attività psicotropa sulle cavie [30], non si conoscono i loro effetti sull’uomo ma l’affinità per i recettori D2 della dopamina potrebbe supportare eventuali effetti euforizzanti [31].
Infine l’ultimo alcaloide, l’isopenniclavina, ha una farmacologia del tutto ignota ma alcune review lo indicano come agente psicotomimetico [32].
L’ergometrina, il principale alcaloide vasocostrittivo presente nei semi di molte specie di Ipomoea come la tricolor, è risultato assente in questa specie così come l’LSA [33]. Tuttavia in una ricerca del 2013 su un campione fresco sono stati rilevati composti strutturalmente simili all’LSD, probabilmente l’LSH, oltre all’elimoclavina [34].

Analgesico, antinfiammatorio
Un estratto metanolico di semi di Ipomoea hederacea ha ridotto la risposta al dolore nei modelli animali attraverso un meccanismo probabilmente misto che coinvolge la trasmissione centrale e periferica [35].
E’ un ingrediente della formula tradizionale della medicina Unani nota come Habb-e-Suranjaan indicata nel trattamento di dolori articolari e nervosi [36].

Vasocostrittivo, Miostimolante, miorilassante, antidepressivo
I preparati a base di ergot venivano usati già nel XII secolo dalle ostetriche per stimolare il parto, l’ergomenovina, presente anche nei semi di Ipomoea hederacea infatti provoca la contrazione della muscolatura uterina e la costrizione dei vasi sanguigni. Nelle medicina moderna viene iniettata in combinazione con l’ossitocina durante il terzo stadio del travaglio per facilitare l’espulsione della placenta e prevenire l’emorragia postparto.
Anche l’ergotamina, un altro alcaloide ergolinico naturale, è un potente agente vasocostrittivo ed è stata impiegata per controllare il sanguinamento vaginale, ma la tossicità sul feto ne ha determinato l’abbandono in ostetricia. Viene prescritta ancora oggi nella terapia di emicranie e cefalea a grappolo spesso in combinazione con la caffeina.

Un estratto metanolico a base di semi di Ipomoea hederacea ha incrementato il tempo della distanza percorsa dalle cavie nelle prove di trazione dimostrando una certa attività sulla muscolatura a dosi basse e moderate (0.025 e 0.0125 mg/kg per via orale). A dosaggi più alti ha provocato la perdita d’equilibrio impedendo l’esecuzione del compito.
Anche test di nuoto forzato ha migliorato la mobilità mostrando un effetto antidepressivo, ma alle alte dosi ha mostrato la stessa risposta statica [37].

Neuroprotettivo
Dei derivati ergolinici sono stati impiegati nel trattamento della discinesia indotta dalla terapia antiparkinson a base di levadopa. I dati ottenuti dalle culturi cellulari evidenziano le proprietà neuroprotettive di questi composti potenzialmente utili nei casi di demenza e Parkinson [38].

Anticonvulsivante
Un estratto metanolico di semi di Ipomoea hederacea ha indotto effetti anticonvulsivanti nei topo alla dose orale di 50 e 75 mg/kg [28].

Ipotensivo, cardioprotettivo, ipolipidico
Un estratto idroalcolico di semi di Ipomoea hederacea ha ridotto la pressione dei ratti normotensivi anestetizzati in maniara simile al verapamil in maniera dose dipendente (0.01 – 100 mg/kg). La frazione butanolica ha mostrato un effetto antipertensivo sui ratti ipertesi, la somministrazione cronica ha ridotto stabilmente la media della pressione arteriosa basale. Inoltre ha inibito lo sviluppo della tolleranza alla risposta vascolare all’acetilcolina ed attenuato i livelli di trigliceridi e glucosio incrementando quelli HDL [39].

Antitumorale
Un estratto metanolico di semi di Ipomoea hederacea ha ridotto la viabilità delle cellula del carcinoma laringeo umano HEp-2 [40].
E’ risultata la più citotossica tra le piante del Pakistan testate in uno studio [41].

Nefroprotettivo
L’estratto etanolico ed esanico di semi di Ipomoea hederacea hanno mostrato forti proprietà urolitiache supportando la tradizionale applicazione come supporto renale ed urinario [42].

Antibatterico, antimicotico
Un estratto idroalcolico a base di parte aerea di Ipomoea hederacea ha inibito Candida albicans, Aspergillus niger, Aspergillus oryzae e Penicillium chrysogenum nei test in vitro [43].
In una ricerca sulla flora spontanea del Pakistan è risultata la specie più potente contro i funghi e i batteri tra le 8 testate [44].

Erbicida
In una ricerca sulla flora del Pakistan si è dimostrata la specie più promettente in quanto a proprietà fitotossiche inibendo fino al 100% la crescita della lenticchia d’acqua (Lemna minor) [41].

I principali autori che si occupano di etnobotanica non hanno mai annoverato questa specie tra quelle potenzialmente utili a scopo enteogenico citando le analisi di Wilkinson che avevano riportato una concentrazione di alcaloidi totali estremamente bassa, ovvero 31,3 mcg/g [45].
Questi risultati si scontrano con quelli di una ricerca precedente meno nota dove avevano rilevato il 0,49% di alcaloidi di cui 53% lisergolo e 37% cianoclavina [33], una quantità molto più alta che spiega la capacità di indurre effetti marcati già sui 4g.

La discrepanza potrebbe anche essere dovuta alla confusione con l’Ipomoea nil ritenuta erroneamente da molti autori un sinonimo dell’hederacea, come risulta anche dello scritto compilativo di Samorini sulle Convovulaceae ergoliniche. Forse l’unico pezzo del genere in italiano https://samorini.it/etnobotanica/varia/convolvulaceae-ergoliniche/

In letteratura risulta inoltre la presenza di agroclavina, ergonovina, ergonovinina e un altro alcaloide erroneamente riportato come LSD, probabilmente LSH [46].

1)Austin, Daniel F. “Nomenclature of the Ipomoea nil complex (Convolvulaceae).” Taxon (1986).

2)Smith, Robin Ann, and Mark D. Rausher. “Experimental evidence that selection favors character displacement in the ivyleaf morning glory.” The American Naturalist 171.1 (2008).

3)Elmore, C. Dennis. “Mode of reproduction and inheritance of leaf shape in Ipomoea hederacea.” Weed Science 34.3 (1986).

4)Stinchcombe, John R., and Mark D. Rausher. “Diffuse selection on resistance to deer herbivory in the ivyleaf morning glory, Ipomoea hederacea.” The American Naturalist 158.4 (2001).

5)Schultes, Richard Evans, and A. Hofmann. “Plants of the Gods: Their Sacred, Healing, and Hallucinogenic Powers.” (1992).

6)Beyer, Jochen. “Herbal Psychoactive Substances.” (2013).

7)Ponce de León, Pedro. “Breve relación de los dioses y ritos de la gentilidad.” Garibay K., Ma. Teogonía e historia de los mexicanos. FCE. México (1996).

8)MacDougall, Thomas. “Ipomoea tricolor: a hallucinogenic plant of the Zapotecs.” Boletin del Centro de Investigación Antropológico de México 6 (1960).

9)Bah, Moustapha, and Rogelio Pereda-Miranda. “Isolation and structural characterization of new glyclipid ester type dimers from the resin of Ipomoea tricolor (Convolvulaceae).” Tetrahedron 53.27 (1997).

10)Pereda-Miranda, Rogelio, and Moustapha Bah. “Biodynamic constituents in the Mexican morning glories: purgative remedies transcending boundaries.” Current topics in medicinal chemistry 3.2 (2003).

11)Zia-Ul-Haq, Muhammad, Muhammad Riaz, and Vincenzo De Feo. “Ipomea hederacea Jacq.: a medicinal herb with promising health benefits.” Molecules 17.11 (2012).

12)Hofmann, Albert. “The active principles of the seeds of Rivea corymbosa and Ipomoea violacea.” Botanical Museum Leaflets, Harvard University 20.6 (1963).

13)Isbell, Harris, and C. W. Gorodetzky. “Effect of alkaloids of ololiuqui in man.” Psychopharmacologia 8.5 (1965).

14)Shulgin, A., and A. Shulgin. “26 LSD-25.” TiHKAL: A Continuation (1997).

15)Glässer, A. “Some pharmacological actions of d-lysergic acid methyl carbinolamide.” Nature 189.4761 (1961).

16)Nowak, Julia, et al. “Identification and determination of ergot alkaloids in Morning Glory cultivars.” Analytical and bioanalytical chemistry 408.12 (2016).

17)Webster, Peter, Daniel M. Perrine, and C. A. Ruck. “Mixing the kykeon.” Eleusis: Journal of Psychoactives Plants and Compounds 4 (2000).

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L’assunzione delle sementi di ipomea è particolarmente controindicata per chi soffre di patologie cardiovascolari, epilessia, disturbi psicotici, epatici, renali, durante gravidanza ed allattamento.

L’interazione con farmaci MAO-I è pericolosa e potenzia notevolmente gli effetti degli alcaloidi ergolinici.

Gli effetti collaterali più comuni sono nausea, disturbi gastrici, crampi, aumento delle temperatura, sudorazione ed ansia.

 

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