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Il Matcha (che si significa in Giapponese “tè sfregato”) è un tipo di te molto particolare: i germogli e le fogli più tenere vengono essiccate e cotte al vapore come si fa con il tè verde, quindi vengono ridotte in polvere finissima.

Studi autorevoli dimostrano che una tazza di matcha ha un contenuto di antiossidanti superiore di circa 20 volte a quello del comune tè verde.

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO ALL’USO COME COSMETICO O COLORANTE.

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forma Micropolvere Essenza alcolica
quantita 50g 100g 250g 50g di materia prima 100g di materia prima 250g di materia prima
Azzera selezione
Confronta

Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO IN MTC (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

PARTE USATA: foglie

-in sospensione acquosa\ dose lieve 1-5g
-tintura 1:1\ 2-10ml

Alcune catechine contenute nella pianta del te hanno dimostrato di inibire la squalene epossidasi, un enzima chiave del processo di biosintesi del colesterolo; in più sembrano avere effetti neuroprotettivi.

Viene spesso combinato con zenzero e ginseng a scopo energizzante.

In MTC si assume giornalmente una o due volte al giorno per almeno due settimane prima di ottenerne i massimi benefici.

Il tè contiene due catechine (epigallocatechin gallato e epigallocatechina) che sono agonisti del recettore CB1 come il THC [1].

Contiene inoltre caffeina, teobromina e teofillina, noti stimolanti del CNS; la teanina ha invece proprietà sedative ed ansiolitiche. Gli effetti psicotropi complessivi sono comunque molto blandi anche in caso di alti dosaggi.

Medicina convenzionale
Le proprietà antitumorali [2], anticolesterolemici [3], neuroprotettive [4], cardioprotettive [5], afrodisiache [6], gastroprotettive [7], ipoglicemiche [7], epatoprotettive [8], antibatteriche [9], antivirali [9], antimicotiche [9], detossificanti [9], immunomodulanti [10], anticariogeniche [11], adattogene [12], analgesiche [13], nootropiche [13], antinfiammatorie [14], antiossidanti [14] ed agoniste sul recettore dei cannabinoidi [1] del tè sono supportate dalla ricerca scientifica.

Viene indicato internamente per ridurre il colesterolo alto e localmente sulle verruche genitali.

Medicina alternativa
Viene impiegato in fitoterapia contro eccesso ponderale, depressione, steatosi epatica non alcolica, colite ulcerativa, morbo di Cronh, disturbi gastrici, vomito, diarrea, mal di testa, osteoporosi, cancro, papilloma virus, Parkinson, calcoli renali, disturbi epidermici, raffreddore, influenza, mal di denti e disturbi gengivali.

Localmente si applica su scottature solari e piedi dell’atleta, protegge anche dai raggi UV.

Latte al matcha
-Impastare un cucchiaio matcha con un po di miele a piacere (in base alla dolcezza finale desiderata).
-Aggiungere del latte (si può usare anche il latte di cocco) e amalgamare il tutto con una frusta.
-Scaldare e servire tiepido.

Tintura
-Mettere il tè (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere etanolo al 40% per un volume di due volte superiore al materiale vegetale.
-Scuotere quanto più spesso possibile (almeno 1 volta al giorno) e lasciare infondere fino a 2 settimane per la saturazione.
-Filtrare e scartare i solidi
-Evaporare l’alcol fino alla gradazione desiderata, si può anche eliminare tutta la parte liquida per ottenere un residuo solido

Descrizione
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Ericales
Famiglia: Theaceae
Genere: Camellia
Specie: C. sinensis
Nativo: Asia
Plant Hardiness Zone: 6-9
Il tè (Cammelia Sinensis) è un cespuglio sempreverde che cresce fino a 3 m d’altezza.
Sviluppa delle foglie lanceolate lunghe fino a 15 cm e larghe fino a 5 cm.
I fiori sono bianco-giallini misurano circa 3 cm di diametro.

Coltivazione
Il tè è una pianta molto facile da coltivare:
-Mettere i semi a mollo in acqua per almeno un giorno.
-In primavera seppellire superficialmente i semi in un vasetto pieno di terriccio umido, ricco e ben drenante a piena esposizione solare.
-mantenere il terriccio umido fino alla germinazione, richiede da 4 a 6 settimane.
-teme la siccità e la mancanza di luce solare.

Viene menzionato nella materia medica Ayurvedica come una pianta curativa con un ampio spettro di attività biologiche.
C’è una leggenda in India che narra la storia del principe Siddhartha Gautama, il fondatore del buddismo, questi si strappò le palpebre per la frustrazione dovuto al fallimento nella ricerca dell’illuminazione.
Dalle sue palpebre germogliò una pianta di te che gli diede la forza di meditare e raggiungere l’illuminazione [1].

A Nagaland le foglie di Cammelia sinensis, comunemente chiamata singo o saatong, si masticano contro l’alitosi. Il succo amaro viene ingerito per provocare l’aborto o applicato sulle ferite come emostatico [2].

In Cina il tè ha una lunghissima tradizione, già 5000 anni fa veniva impiegato a scopo medicinale e come offerta rituale.
Solo successivamente si è diffuso come bevanda gradevole, una antica leggenda ne narra la scoperta.
Standosene seduto sotto un albero di tè, Shennong (personaggio mitologico e padre dell’agricoltura denominato “il Contadino Divino”) stava facendo bollire dell’acqua.
Delle foglie caddero nel liquido bollente e l’uomo, intrigato dalla fragranza, assaggiò l’infuso e ne ammirò le proprietà rinfrescanti [3].

La tribù Sasak in Indonesia impiega le foglie di te per la preparazione di dolci e confetture nella cucina tradizionale [Sukenti, S., et al. “Ethnobotanical study on local cuisine of the Sasak tribe in Lombok Island.” Indonesia.| Ethnic Fids (2011): 189-200.].

Anche in Thailadia ha una lunga tradizione come spezia che come erba medicinale.

Nelle città di Erzincan in Turchia le foglie di te vengono consumate per rinforzare il sistema immunitario, ridurre il colesterole e gli effetti fisiologici del tempo [Korkmaz, M., Karakuş, S., Özçelik, H., & Selvi, S. (2016). An ethnobotanical study on medicinal plants in Erzincan, Turkey.].

Anche se non è una specie autoctona, la Cammelia sinensis, nota localmente come cheren chay, viene utilizzata in Bulgaria per la profilassi di diverse patologie [Koleva, Vanya, et al. “An ethnobotanical study on current status of some medicinal plants used in Bulgaria.” Int. J. Curr. Microbiol. App. Sci 4.4 (2015): 297-305.].

CANNABINOIDE

Le catechine (–)-epigallocatechin-3-O-gallato (EGCG), (–)-epigallocatechina (EGC), (–)-epicatechin-3-O-gallato (ECG) hanno dimostrato moderata affinità per i recettori CB1 dei cannabinoidi con valori Ki di 33.6, 35.7, 47.3 μM rispettivamente [Korte, G., et al. “Tea catechins’ affinity for human cannabinoid receptors.” Phytomedicine 17.1 (2010): 19-22.].

ANSIOLITICO, ANTIDEPRESSIVO, ANTIPSICOTICO, SEDATIVO

Nei modelli animali acuti e cronici un estratto acquoso a base di foglie di te (33 mg/kg) ha indotto un effetto ansiolitico superiore al diazepam (1 mg/kg) probabilmente mediato dal legame col recettore delle benzodiazepine che modula il complesso GABA-A/canale del cloro. Sia l’estratto che il farmaco convenzionale hanno ridotto anche l’attività locomotoria [Shastry, Rajeshwari, et al. “Anxiolytic activity of aqueous extract of Camellia sinensis in rats.” Indian journal of pharmacology 48.6 (2016): 681.].

In un altra ricerca un estratto di te verde ha manifestato effetti ansiolitici ed antidepressivi incrementando il turnover di dopamina e serotonina [Mirza, Beenish, et al. “Neurochemical and behavioral effects of green tea (Camellia sinensis): a model study.” Pak. J. Pharm. Sci 26.3 (2013): 511-516.].

Un terzo estratto ha mostrato effetti antidepressivi nelle cavie normali, diabetiche e trattate con la reserpina; i ricercatori ipotizzano che l’azione sia dovuta all’inibizione degli enzimi COMT e MAO [Singal, Anjali, et al. “Green tea [Camellia sinensis (L.) O. Kuntze] extract reverses the despair behaviour in reserpinised and diabetic mice.” (2006).].

Infatti da test sperimentali si è visto che frazioni di estratti a base di te verde inibiscano in maniera non competitiva l’enzima MAO-A con valori EC50 che vanno da 6.5 a 0.1 mg e MAO-B da 3 a 0.1 mg [Chung, Ha-Sook, et al. “Monoamine oxidase inhibitory activity of green tea produced in China, its processing and provincial differences.” (2001).].

La somministrazione di 200 mg di teanina ha generato onde alfa cerebrali nelle regioni occipitali e parietali dei volontari sani risultando in un effetto rilassante significativo [Kobayashi, K., et al. “Effects of L-theanine on the release of alpha-brain waves in human volunteers.” Journal of the Agricultural Chemical Society of Japan (Japan) (1998).].

L’amminoacido incrementa i livelli di serotonina e dopamina in ipotalamo, ippocampo e nucleo striato, potrebbe espletare i suoi effetti interagendo con enzima MAO, recettori adrenergici, della serotonina e della dopamina [Yokogoshi, Hidehiko, et al. “Effect of theanine, r-glutamylethylamide, on brain monoamines and striatal dopamine release in conscious rats.” Neurochemical research 23.5 (1998): 667-673.].

Ha ridotto i livelli di norepinefrina nel cervello dei ratti probabilmente stimolandone il rilascio [KIMURA, RYOHEI, and TOSHIRO MURATA. “Effect of theanine on norepinephrine and serotonin levels in rat brain.” Chemical and pharmaceutical bulletin 34.7 (1986): 3053-3057.].

In uno studio randomizzato a doppio cieco condotto su 60 pazienti affetti da schizofrenia o disordine schizo-affetivo 400mg di teanina come terapia addizionale ha migliorato i sintomi generali e l’ansia senza manifestare nessun effetto collaterale [Ritsner, Michael S., et al. “L-theanine relieves positive, activation, and anxiety symptoms in patients with schizophrenia and schizoaffective disorder: an 8-week, randomized, double-blind, placebo-controlled, 2-center study.” The Journal of clinical psychiatry 72.1 (2010): 34-42.].

In aggiunta al pregnenolone ha alleviato significativamente effetto blunted, alogia, anedonia e sintomi ansiogeni migliorando la funzionalità generale [Kardashev, Adasa, Yael Ratner, and Michael S. Ritsner. “Add-on pregnenolone with L-theanine to antipsychotic therapy relieves negative and anxiety symptoms of schizophrenia: an 8-week, randomized, double-blind, placebo-controlled trial.” Clinical schizophrenia & related psychoses 12.1 (2018): 31-41.].

Da altre ricerche effettuate su pazienti schizofrenici si nota l’effetto positivo della teanina sui sintomi della patologia e la qualità del sonno, l’azione sembra mediata dalla stabilizzazione della concentrazione glutammatergica nel cervello [Ota, Miho, et al. “Effect of L-theanine on glutamatergic function in patients with schizophrenia.” Acta neuropsychiatrica 27.5 (2015): 291-296.].

NEUROPROTETTIVO

I te di buona qualità è ricco di numerosi composti biologicamente attivi tra cui spiccano polifenoli ed alcaloidi; ha anche un buon contenuto di proteine, minerali e vitamine.

  • polifenoli: Composti dalle forti proprietà antiossidanti con effetti benefici su stress ossidativo, perossidazione lipidica, radicali liberi ed ossidazione del colesterolo LDL [17].

Inibiscono, inoltre, l’attivazione delle proteine antiapoptotiche BCL-2 e del il fattore di crescita vascolare endoteliale supportando il sistema immunitario; oltre ad avere significativi effetti preventivi per l’insorgenza di tumori [2].

Comprendono catechine, teaflavine (derivate dall’ossidazione delle catechine, tipiche del te nero), tannini ed altri flavonoidi.

Le catechine rappresentano l’80-90% dei flavonoidi e sono i composti più studiati: epicatechina (EC), (-)-epicatechin-3-gallato (ECG), (-)-epigallocatechina (EGC), and (-)-epigallocatechin-3-gallato (EGCG).

Sono tutti antiossidanti molto potenti: hanno dimostrato di inibire la squalene epossidasi, un enzima chiave del processo di biosintesi del colesterolo [3]; in più sembrano avere effetti neuroprotettivi [4].

Le potenzialità farmacologiche di questa pianta sono moltissime, dati epidemiologici scientifici associano il suo consumo ad un ottima salute generale.

Il te contiene epigallocatechin gallato, epicatechin 3-gallato, epigallocatechina, epicatechina, catechina, caffeina, teobromina, acido gallico, ampelopsina, epiafzelechina, epiafzelechin-3-O-gallato, quemefin-3-O-alpha-L-arabinopiranoside, epicatechin-3-O-p-idrossibenzoato, onaringenin glucoside, acido oleico, acido linoleico, carotene, tannini, exeidrossidifenoil esteri, acido malico, acido oxatico, kaempferolo, quercitrina, teofillina, teobromina, xantina, ipoxantina, adenina, destrine, inositolo, esenale, esenolo, butiraldeide, isobuteraldeide, isovaleraldeide, alocoli, polifenoli, cresolo, acido exoico, geraniolo, linaloli, acetofenone, benzil alcohol e citrale; oltre a vitamine (carotene, riboflavina, acido nicotinico, acido pantotenico acid ed acido ascorbico) e minerali (sodio, calcio, fluoro, alluminio, manganese e ferro).

I principali composti attivi sono caffeina, teanina, polifenoli, catechine e tannini.

Teobromina, teofillina e caffeina sono stimolanti del CNS. La teanina è, al contrario, un sedativo.
Le catechine hanno effetti anticolesterolemici, cardioprotettivi, antietà e neuroprotettivi; epigallocatechin gallato e epigallocatechina sono psicoattive e si comportano come agonisti CB1.
I polifenoli hanno azione antiossidante e antitumorale.
La xantina ha note proprietà antiasmatiche.

1)Korte, G., et al. “Tea catechins’ affinity for human cannabinoid receptors.” Phytomedicine 17.1 (2010): 19-22.

2)Leone, Marilisa, et al. “Cancer prevention by tea polyphenols is linked to their direct inhibition of antiapoptotic Bcl-2-family proteins.” Cancer Research 63.23 (2003): 8118-8121.

3)Abe, Ikuro, et al. “Ellagitannins and hexahydroxydiphenoyl esters as inhibitors of vertebrate squalene epoxidase.” Journal of natural products 64.8 (2001): 1010-1014.

4)Kakuda, Takami. “Neuroprotective effects of the green tea components theanine and catechins.” Biological and Pharmaceutical Bulletin 25.12 (2002): 1513-1518.

5)Li, Nana, Yue Zhao, and Yuerong Liang. “Cardioprotective effects of tea and its catechins.” (2013).
6)Ratnasooriya, W. D., and T. S. P. Fernando. “Effect of black tea brew of Camellia sinensis on sexual competence of male rats.” Journal of ethnopharmacology 118.3 (2008): 373-377.

7)Yoshikawa, Masayuki, et al. “Functional saponins in tea flower (flower buds of Camellia sinensis): gastroprotective and hypoglycemic effects of floratheasaponins and qualitative and quantitative analysis using HPLC.” Yakugaku zasshi: Journal of the Pharmaceutical Society of Japan 128.1 (2008): 141-151.

8)El-Beshbishy, Hesham A. “Hepatoprotective effect of green tea (Camellia sinensis) extract against tamoxifen-induced liver injury in rats.” BMB Reports 38.5 (2005): 563-570.

9)Friedman, Mendel. “Overview of antibacterial, antitoxin, antiviral, and antifungal activities of tea flavonoids and teas.” Molecular nutrition & food research 51.1 (2007): 116-134.

10)Zvetkova, E., et al. “Aqueous extracts of Crinum latifolium (L.) and Camellia sinensis show immunomodulatory properties in human peripheral blood mononuclear cells.” International immunopharmacology 1.12 (2001): 2143-2150.

11)Ferrazzano, Gianmaria F., et al. “Anti-cariogenic effects of polyphenols from plant stimulant beverages (cocoa, coffee, tea).” Fitoterapia 80.5 (2009): 255-262.

12)Esimone, Charles O., et al. “Adaptogenic potentials of Camellia sinensis leaves, Garcinia kola and Kola nitida seeds.” Scientific Research and Essays 2.7 (2007): 232-237.

13)Srikanth, Sharadha, et al. “Evaluation of Nootropic and Anti-Nociceptive Activity of Green Tea in Comparison with Medhya Rasayana.” Chemical Sciences Journal 5.1 (2014): 1.

14)Sur, P., et al. “Antiinflammatory and antioxidant property of saponins of tea [Camellia sinensis (L) O. Kuntze] root extract.” Phytotherapy research 15.2 (2001): 174-176.

1)Dhalawat, H. J., and R. S. Deshmukh. “CAMELLIA SINENSIS: AN ETHNOPHARMACOLOGICAL REVIEW.”

2)Rao, R. R., & Jamir, N. S. (1982). Ethnobotanical studies in Nagaland. I. Medicinal plants. Economic Botany36(2), 176-181.

3)Shreedhar, R., D. Balaji, and K. Sripathi. “Tea Consumption Can Ascertain Employee Wellness: An Exploration.”

17)Khan, Naghma, and Hasan Mukhtar. “Tea polyphenols for health promotion.” Life sciences 81.7 (2007): 519-533.

L’assunzione di tè è particolarmente controindicata in chi soffre di anemia, ansia, patologie emorragiche, disturbi cardiaci, diabete, diarrea, glaucoma, pressione alta, sindrome dell’intestino irritabile, malattie epatiche, ipertonia, febbre, infezioni, patologie renali, problemi epatici, osteoporosi o durante gravidanza ed allattamento.

L’interazione con anticoagulanti e stimolanti può essere pericolosa.

Gli effetti collaterali sono di solito il risultato di un overdose: mal di testa, nervosismo, insonnia, vomito, diarrea, irritabilità, tremori, bruciore gastrico, tinnito e stordimento.

L’overdose massiccia potrebbe anche causare aritmie cardiache e convulsioni per via del contenuto di caffeina, che comunque è molto basso rispetto al caffè.

 

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