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Molto conosciuto per essere un ingrediente della leggendaria bevanda diffusa nel XIX secolo, è facilmente riconoscibile per l’aroma inebriante e il colore grigio cenere.

Ha una lunga storia come medicinale, condimento ed anche per fare la birra prima dell’avvento del luppolo…

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO SOLTANTO AD ESPOSIZIONE E FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI.

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forma Tritato In polvere Essenza alcolica
quantita 50g 100g 250g 50g di materia prima 100g di materia prima 250g di materia prima
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Confronta

Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO IN MTC (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

PARTE USATA: parte aerea

-ingerita o incapsulata\ 500mg-5g
-decotta 7-25g
-tintura 1:1\ 3-10ml
-fumata o vaporizzata (150-170C°)\ 

L’assenzio maggiore è ricco di tannini, flavonoidi, steroli e polisaccaridi; ha una lunga tradizione nella medicina popolare e veniva impiegato per il trattamento di diverse patologie.

Contiene tujone, un composto psicoattivo strutturalmente simile al THC.

E’ molto diffuso come oneirogeno.

Viene combinato a scopo antibatterico ed antinfiammatorio con zenzero e menta.

L’overdose o l’uso intensivo sono pericolosi.

L’intossicazione da assenzio è caratterizzata stimolazione, eccitazione, euforia seguite da rilassamento, calma e sedazione.
E’ molto diffuso anche come oneirogeno. Fumare la pianta essiccata risulta solitamente in effetti molto blandi.

Medicina convenzionale
Le proprietà psicoattive [1], antiossidanti [2], nootropiche [3], neuroprotettive [4], epatoprotettive [5], immunomodulanti [6], antinfiammatorie [7], analgesiche [8], antipiretiche [9], antidepressive [10], antiprotozoiche [11], antimalariche [12], antimicotiche [13], antielmintiche [14], antibatteriche [15], antivirali [16], antiulcera [17], antitumorali [18], ipolipidiche [19], cellulo-stabilizzanti [20], insetticide [21], acaricide [21], erbicide [22] e MAO-inibitrici [23] dell’assenzio sono supportate dalla ricerca scientifica.

Non è usato in medicina convenzionale.

 

Medicina alternativa
Veniva impiegato nella medicina popolare in Italia per il trattamento di anoressia nervosa, aterosclerosi, febbre cronica, mal di schiena, gonfiore intestinale, convulsioni, ritenzione idrica, fibromialgia, emorroidi, herpes, epatiti, ittero, spasmi dolorosi, depressione, esaurimento nervoso, come analgesico, antiparassitario, diuretico, tonico cardiaco per migliorare le falcoltà cognitive, per disinfettare ed agevolare la guarigione di ferite, morsi di insetto, ragno o serpente [24].

In turchia veniva usato come antipiretico [25].

Infusione fredda
-Mettere l’assenzio (opzionale)in polvere in recipiente sigillabile con un volume triplo d’acqua (opzionale)distillata.
-Lasciare infondere fino a 3 giorni in frigo, scuotendo la soluzione quanto più vigorosamente e spesso possibile.
-Filtrare e scartare i solidi
-(Opzionale) Riutilizzare i solidi scartati per un altra infusione

Decotto
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua (distillata) per indebolire le pareti cellulari.
-Mettere l’assenzio (opzionale)in polvere in una pentola con un volume triplo di acqua (opzionale)distillata.
-Lasciare sobbollire appena fino a 30m per la saturazione, aggiungere ulteriore acqua solo se necessario al fine di tenere i solidi ben coperti.
-Filtrare e scartare i solidi
-(Opzionale)Riutilizzare i solidi scartati per un altra cottura.

Tintura
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua (distillata) ed una spruzzatina d’etanolo.
-Mettere l’assenzio (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere alcol al 70%.
-Scuotere vigorosamente quanto più spesso (almeno 1 volta al giorno) e lasciare a riposo fino a 2 settimane
-Filtrare e scartare i solidi
-Evaporare l’alcol fino alla gradazione desiderata, si può anche eliminare tutta la parte liquida per ottenere un residuo solido

Descrizione
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Sottofamiglia: Asteroideae
Tribù: Anthemideae
Sottotribù: Artemisiinae
Genere: Artemisia
Specie: A. arborescens
Nativo: Europa, Asia, Nord Africa
Plant Hardiness Zone: 4-8
L’assenzio arbustivo (Artemisia arborescens) è una pianta erbosa perenne abbastanza alta, fino a 2m, con una radice legnosa.
Le foglie sono lunghe dai 5 ai 20cm, di colore verde scuro, pinnate e pelose sul retro.
Gli steli sono molto scanalati e hanno un colore rosso-violetto, fiorisce dall’estate al primo periodo d’autunno.
Attrae molti insetti per via della sua fragranza e dei fiori colorati.

Coltivazione
L’assenzio arbustivo è una pianta robusta, molto semplice da coltivare:
-Pressare lievemente i semi in un comune terriccio da vaso umido.
-Coprire con una busta di plastica e tenere lontano dal calore eccessivo per due settimane.
-Non necessità di cure particolari, ama il sole e resiste alla siccità.

L’assenzio era dedicato alle dee Artemide e Diana e veniva considerato un erba protettrice e profetica in tutto il mondo antico.

In Cina e Giappone veniva tenuto sugli usci per allontanare i malanni e gli spiriti maligni; stesso uso ebbe nell’Europa medievale dove veniva ritenuto un dono fatto dai tritoni all’umanità.

I soldati romani lo usavano per le marce dentro i sandali per correre più veloce e per più tempo.
I nativi americani ne lodavano le proprietà purificatrici.

L’assenzio è stato anche l’ingrediente principale della birra prima dell’avvento del luppolo e veniva fumato come tabacco dai marinai.

Si usa da sempre in medicina tradizionale cinese per l’antica pratica della “moximbustione”: la pianta secca in polvere viene bruciata in prossimità delle pelle per riscaldarne le strutture superficiali e profonde.
Studi sperimentali hanno dimostrato che quest’azione è compatibile con l’attivazione dei recettori del calore e di quelli polimodali.
Parte dell’effetto terapeutico sembra dovuto anche alla radiazione energetica non termica.
Alcuni ricercatori ipotizzano che questa tecnica possa diffondere nella circolazione sistemica dei composti farmacologicamente attivi prodotti dalla stimolazione del tessuto connetivo, vascolare, linfatico e nervoso dell’area irradiata con benefici su metabolismo e termogenesi degli organi coinvolti.
Lo stimolo fotoelettrico sembra attivare le difese delle cellule anomali [26].

Nel 1792 un medico francese chiamato M. Pernod creò la ricetta del famoso liquore denominato assenzio come rimedio fitoterapico.
La ricetta è molto complessa e comprende la macerazione dell’Artemisia insieme a melissa, issopo, angelica, anice stellato, dittamo di Creta, ginepro, noce moscata, veronica, semi di anice  e di finocchio, il sapore della bevanda risultante era estremamete amaro.
Nel corso del XX secolo venne bandito in diversi stati degli USA per via del suo potenziale allucinogeno che si imputava al tujone, un terpenoide presente nell’Artemisia [27].
In realtà non era il tujone a causare gli effetti psicoattivi ed i danni cerebrali, ma l’alcol. Il tujone non è pericoloso nè allucinogeno se non a dosi estreme e nell’assenzio che era un enorme cocktail, ce n’era ben poco in realtà [28].

PSICOATTIVITA’ DEL TUJONE

Si credeva che data la somiglianza strutturale con il THC il tujone espletasse la sua azione psicoattiva attraverso l’azione sui recettori dei cannabinoidi, ma si è scoperto che avesse una bassa affinittà per questi recettori insufficiente ad avocare effetti simili ai cannabinoidi [29].

In realtà questo composto ha un effetto molto diverso, studi sugli animali dimostrano che agisce come inibitore del recettore GABA-A causando eccitazione e convulsioni in base alla dose [1].

Nell’assenzio è presente in quantità relativamente bassa insieme ad altre sostanze dal potenziale psicotropo come l’acido rosmarinico, l’eucaliptolo, la canfora ed altri composti aromatici.

TOSSICITA’

Un estratto di assenzio è stato testato nei ratti in una ricerca di 13 settimane nelle concentrazioni di 0,0125% 0,5% e 2% senza riscontrare sintomi da tossicità [30].

In uno studio a doppio cieco condotto su pazienti affetti da steatosi epatica, ha dimostrato di alleviare i sintomi senza manifestare nessun effetto collaterale [31].

Il tujone stesso è neuroprotettivo ma oltre una certa soglia diventa neurotossico e può causare convulsioni ed altri sintomi importanti.

Nella bevanda per esempio i dosaggi del tujone non erano pericolosi quanto la gradazione alcolica [32].

ANTIOSSIDANTE
Estratti a base di assenzio hanno mostrato un importante azione di scavanging nei confronti dei radicali liberi anone superossido, perossido d’idrogeno, ossido nitrico e radicale idrossile; oltre ad un significativo potere di riduzione [2].
NOOTROPICO

Un estratto di assenzio ha dimostrato di agire sui recettori nicotinici e muscarinici negli omogenati della membrana corticale della corteccia cerebrale ad un valore IC50 inferiore a 1 mg/ml [3].

In un altra ricerca ha potenziato la crescita dei neuriti nelle cellule PC12D modulando l’azione del fattore di crescita nervoso [33].
NEUROPROTETTIVO
L’assenzio ha ridotto il volume dell’infarto cerebrale, lo stress ossidativo e i deficit neurologici nei ratti con danni cerebrali da ischemia focale e riperfusione, suggerendo utili applicazioni della cura dell’ictus [34].
Inoltre protegge dalle alterazioni neuronali e gliali indotte dal piombo [35] e ristora l’equilibrio antiossidante nel cervello danneggiato dal mercurio [4].
EPATOPROTETTIVO
L’estratto idroalcolico di assenzio protegge il fegato dall’acetaminophen e dal tetracloruro di carbonio (CCl4) ostacolando l’aumento della transaminasi sierica attraverso l’inibizione degli enzimi farmaco-metabolizzanti microsomiali (MDME) e il blocco dei canali del calcio [36].
Preserva l’integrità strutturale della membrana cellulare riducendo l’attività dell’alanina (ALT) e dell’aspartato aminotrasferasi (AST) [5].
L’epatossicità dovuta al contenuto tujone diventa rilevante solo a dosaggi estremamente alti, in cui come altri antiossidanti si comporta paradossalmente da proossidante e profinfiammatorio [37].
IMMUNOMODULANTE
I polisaccaridi isolati dall’assenzio inducono la risposta Th1 e stimolano la produzione di ossido nitrico [38].
Inoltre estratti di assenzio sopprimono il TNF-α ed accelerano la guarigione nei casi di morbo di Crohn [6].
ANTINFIAMMATORIO
I flavonoidi e i sesquiterpeni dell’assenzio sono potenti antinfiammatori che agiscono attraverso mediatori come istamina, serotonina, bradichinine e prostaglandine.
La caruifolina D isolata dalla pianta è stata proposta come potenziale terapia per il trattamento delle patologie neuroinfiammatorie [7].
ANALGESICO
Estratti a base di assenzio hanno mostrato potenti effetti analgesici probabilmente mediati dal sistema colinergico, serotoninergico, dopaminergico e oppiodergico [8].
ANTIPIRETICO
Estratti a base di assenzio hanno esibito effetti antipiretici comparabili con l’aspirina senza mostrare effetti tossici fino a 1,6g/kg [9].
ANTIDEPRESSIVO
Un estratto a base di parte fiorita di assenzio ha ridotto nelle cavie l’immobilità al test di sospensione della coda e di nuoto forzato [10].
ANTIPROTOZOICO
Estratti alcolici di assenzio sono risultati attivi su Trypanosoma brucei, Trypanosoma cruzi, Leishmania infantum , Leishmania donovani, Plasmodium falciparum [39] e Naegleria fowleri [11].
ANTIMALARICO
Estratti acquosi a base di assenzio hanno inibito la crescita del Plasmodium falciparum fino all’89,9% [12].
ANTIMICOTICO
Gli oli essenziali distillati dalla parte aerea dell’assenzio hanno inibito la crescita di Candida albicans, Saccharomyces cerevisiae var. chevalieri e Microsporum canis [13].
ANTIELMINTICO
Estratti alcolici a base di assenzio sono risultati efficaci quando l’albendazolo come azione antielmintica sui nematodi gastrointestinali delle pecore [14].
INSETTICIDA ED ACARICIDA
L’olio essenziale dell’assenzio ha forti propriettà acaricide, insetticide e repellenti verso mosche, zanzare ed altri insetti [21].
ERBICIDA
Le radici dell’assenzio secernono un lattone chiamato absintina che inibisce la crescita delle piante circostanti [22].
ANTIULCERA
Estratti a base di assenzio ricchi di saponine e zuccheri glicosidici hanno protetto le cavie
dall’ulcera da acido salicilico riducendo il volume di succhi gastrici e la secrezione acida [17].
ANTIBATTERICO
Estratti alcolici di assenzio sono risultati attivi verso Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes, Salmonella typmiruim, Saccharomyces cereviciae, Bacillus cereus, Candida albicans, Streptococcus thermophilus, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumonia subsp. Pneumonia, Staphylococcus hominis, Enterobacter cloaceae, Escherichia coli, Proteus mirabilis, Klebsiella pneumonia subsp. Ozanae, Providencia alcaliaciens, Acinetobacter lwoffi, Pseudomonas pseudoalcaligenes, Pseudomonas fluorescens, Pseudomonas putida, Flavobacterium indologenes, Yersinia enterocolitica, Penicillium brevicompactum, Trichothecium roseum [15].
ANTIVIRALE
Gli estratti acquosi sono ricchi di acidi caffeoilici e dicaffeoilquinici attivi nei confrondi del virus dell’HIV: impediscono all’HIV-1 Integrasi di inserire  il DNA virale in un cromosoma della cellula ospite [16].
ANTITUMORALE
Estratti di assenzio alla dose di 25 μg/mL hanno attivato la caspase-7 e la sovraregolazione della proteine pro-apoptotiche Bad nelle cellule MCF-7; alla dose di 20 μg/mL ha indotto la sovraregolazione delle proteine Bcl-2 nelle cellule MDA-MB-231. Inattiva inoltre MEK1/2 e ERK1/2 in entrambi i tipi di cellule [18].
L’artemisina isolata dall’assenzio ha esibito una marcata attività antitumorale contro il melanoma B16 [40].
L’acido.clorogenico invece è un potente antiossidante e ha effetti inibitori sulla formazione di tumori nel largo intestino, fegato e lingua [41].
IPOLIPIDICO
Estratti alcolici a base di assenzio hanno ridotto il colesterolo e i trigliceridi nei conigli [19].
Si ipotizza che l’azione sia dovuta all’effetto colestatico della pianta sul fegato, mediato dal potenziamento nella rimozione o nel catabolismo delle lipoproteine [42] e/o dell’inibizione degli enzimi idrolitici dei lipidi nei lisosomi [43].
CELLULO STABILIZZANTE
I flavonoidi presenti nell’estratto di assenzio protegonno gli eritrociti contro lo shock ipotonico [20].
MAO-INIBITORE
Alcuni flavonoidi ( jaceosidina, eupafolina, apigenina) e le cumarine (aesculetina, esculetin-6-metileteree scopoletina) hanno dimostrato di inibire l’enzima MAO con valori IC50 rispettivamente di values compresi tra i 18.5 e i 72.9 µmol [23].

Lattoni sesquiterpenici: absintina, artabsina, anabsintina, artemetina, arabsina, artabinartabsinolidi, matricina, isoabsintina, artemolina, artenolide, 24X-etilcolesta-7,22-dien-3b-oIo, parishina B e C;

terpenoidi: tujone, artemisinina

monoterpeni: mircene, sabinene, linalolo, transabinil acetato;

acidi grassi: acido oleico, linoleico, palmitico, stearico ed possi-oleico;

flavonoidi: rutina, luteolina, miricetina, apigenina, spinacetina, 5,6,3′,5′-tetrametossi-7,4′-idrossiflavone, 5-idrossi-3,3′,4′,6,7-pentametossiflavone, artemitina, quercetina, jaceosidina, eupafolina, apigenina,

cumarine: aesculetina, esculetin-6-metileteree scopoletina

polifenoli: acido siringico, fisetina, isoramnetina, campferolo; -acidi fenolici: acido idrossifenilacetico, clorogenico, p-cumarico, protocatecuico, siringico, vanillico, gallico, caffeico, ferulico;

lignani: diyangambina, epiyangambina;

fitosteroli: β-sitosterolo, stigmasterolo, campesterolo ed ergosterolo

L’olio essenziale è ricco di azulene, terpene, cineolo, selinolo, canfora, borneolo e tujone.

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3)Wake, George, et al. “CNS acetylcholine receptor activity in European medicinal plants traditionally used to improve failing memory.” Journal of ethnopharmacology 69.2 (2000): 105-114.

4)Hallal, N., et al. “In vivo amelioration of oxidative stress by Artemisia absinthium L. administration on mercuric chloride toxicity in brain regions.” J Biol Sci 16 (2016): 167-177.

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43)Sherlock, Sheila. “Overview of chronic cholestatic conditions in adults: terminology and definitions.” Clinics in liver disease 2.2 (1998): 217-233.

L’assunzione di assenzio è controindicata in chi è allergico alle piante della famiglia dell’Ambrosia, in chi soffre di porfiria, disturbi renali, epilettici o durante la gravidanza e l’allattamento.

L’interazione con farmaci MAO-inibitori è pericolosa.

Gli effetti collaterali sono: irrequietezza, insonnia, incubi, vomito, nausea, stordimento, tremori, ritenzione urinaria, sete ed intorpidimento agli arti.

In medicina tradizionale si raccomandava di non assumerlo per periodi superiori ai 10 giorni: l’accumulo di tossine nel tempo può portare a fallimento renale e rabdomiolosi.

L’overdose può causare convulsioni, paralisi e morte.

 

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