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Il nome del genere “Fumaria” si riferisce all’aspetto delle infiorescenze luccicanti e soffici che spuntano fumo in mezzo alle foglie grigio-bluette. Appartiene alla stessa famiglia dei papaveri; come molte altre specie di questo gruppo ha una lunga tradizione in medicina popolare come rimedio topico per il trattamento di disturbi epidermici, congiuntiviti e tumori della pelle.

La pianta ha un buon potenziale sedativo: non contiene morfina, tebaina o codeina, ma alcaloidi aporfinici (principalmente la protopina).

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO SOLTANTO A COLTIVAZIONE E FUMIGAZIONI IN AMBIENTI APERTI.

0.90
condizione Secca Fresca
parte Seme Parte aerea fiorita
forma Intera Tritata In polvere Essenza alcolica
quantita 25g 100g 250g Circa 20 semi Circa 50 semi Circa 100 semi 50g di materia prima 100g di materia prima 250g di materia prima
Azzera selezione
Confronta

Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO IN MEDICINA AYURVEDICA (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

PARTE USATA: parte aerea fiorita

-ingerita\ 3-6gr
-decotta \ 10-25g
-tintura 1:1 \ 5-10ml 
-fumata o vaporizzata (200- 220°C) \

La fumaria è una pianta medicinale antichissima conosciuta sin da prima degli antichi Romani.

La fumaria è stata inserita nella General Sales List (GSL) del Regno Unito ed è stata approvata dalla Commissione E tedesca.

Contiene numerosi alcaloidi isoquinolinici in comune con gli altri papaveri non da oppio come Argemone, Corydalis, Chelidonium, Eschecolzia o anche il comune Papaver rhoeas.

Viene spesso combinata con menta ed eucalipto per la produzione di unguenti medicinali; con tarassaco, passiflora e melissa a scopo rilassante.

Ha un significativo effetto narcotico ai dosaggi moderati ed alti.

Medicina convenzionale
Le proprietà nootropiche [4], ansiolitiche [7], sedative [9], sonnifere [9], anticonvulsivanti [9], epatoprotettive [12], anfocoleretiche [10], gastroprotettive [16], lassative [15], antistiptiche [15], antiallergiche [18], antistaminiche [20], analgesiche [21], antinfiammatorie [21], ipotensive [23], immunomodulanti [26], antiossidanti [26], antibatteriche [30], antimalariche [31], antiparassitarie [32] ed utili nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile [17] e dei calcoli renali [28] della fumaria sono supportate dalla ricerca scientifica.

Un farmaco a base di derivati dell’acido fumarico si usa internamente in Germania per il trattamento della psoriasi.

Medicina alternativa
La fumaria stata inserita nella General Sales List (GSL) del Regno Unito ed è stata approvata dalla Commissione E tedesca.

Il suo impiego principale è il trattamento di disturbi della pelle, ipoglicemia, spasmi dolorosi a carico di fegato, vescica e sistema gastrointestinale.
E’ considerata efficace anche come diuretico, lassativo e per depurare il sangue [1].

Decotto
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua distillata molto acida (1 cucchiaio d’aceto/100ml) per indebolire le pareti cellulari.
-Mettere la fumaria (opzionale)in polvere in una pentola con un volume quadruplo di acqua (opzionale)distillata acida (1-2 cucchiai d’aceto/litro)
-Lasciare sobbollire appena con il coperchio fino a 1 ora per la saturazione, aggiungere ulteriore acqua solo se necessario al fine di tenere i solidi ben coperti.
-Filtrare e scartare i solidi
-(Opzionale)Riutilizzare i solidi scartati per un altra cottura.

Tintura
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua distillata molto acida (1 cucchiaio d’aceto/100ml) ed una spruzzatina d’etanolo.
-Mettere la fumaria (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere alcol al 70%.
-Scuotere vigorosamente quanto più spesso (almeno 1 volta al giorno) e lasciare a riposo fino a 2 settimane
-Filtrare e scartare i solidi
-Evaporare l’alcol fino alla gradazione desiderata, si può anche eliminare tutta la parte liquida per ottenere un residuo solido

Descrizione
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Papaverales
Famiglia: Fumariaceae
Genere: Fumaria
Specie: F. officinalis
Nativo: Europa
Plant Hardiness Zone: 7-10
La fumaria (Fumaria officinalis) è una specie erbacea annuale dotata di un fusto che raggiunge i 50cm, tende ad arrampicarsi su altre piante vicine. i una lunga radice a fittone e di un fusto fibroso estremamente elastico e robusto che può superarare anche i 2m.
Sviluppa delle foglie verdimolto sottili e della infiorescenze con petali rosa e tonalità terminali rosse o viola.

Coltivazione
La fumaria è una pianta molto facile da coltivare:
-In primavera seppellire superficialmente i semi in un vasetto pieno di terriccio umido, ricco e ben drenante a piena esposizione solare.
-mantenere il terriccio umido fino alla germinazione, richiede da 4 a 6 settimane.
-teme la siccità e il freddo accessivo.

Il nome “fumaria” si deve al fogliame grigio-bluetto da cui emergono le caratteristiche infiorescenze traslucide. Inoltre Dioscoride il Greco e Plinio il Vecchio scrivono che il lattice strofinato sugli occhi li fa lascrimare come fumo acrido [2].

Questa pianta vanta una lunga tradizione nella medicina popolare sin da prima degli antichi Romani per le sue proprietà antielmintiche, antidispeptiche, colagoghe, diaforetiche, diuretiche, lassative, stomachiche, toniche e detossificanti, ansiolitiche e sedative.
Veniva consumata per trattare diversi disturbi vascolari, epidermici, urinari, gastrointestinali e nervosi [3].

Malattie neurogedenerative
Estratti a base di fumaria inibiscono l’attività dell’enzima acetilcolinesterasi (AChE), l’aumento nei livelli circolanti di acetilcolina potrebbe ridurre i sintomi della demenza [4].
Diversi composti isolati dalla pianta hanno dimostrato una significativa attività inibitrice nei confronti dell’enzima prolil oligopeptidasi (POP), in particolare parfumina e sinactina [5].
I livelli di quest’enzima sono elevati nei paziente affetti da Alzheimer, Parkinson e schizophrenia; gli inibitori sembrano avere potenziali applicazioni terapeutiche [6].

Ansia e stress
La fumaria ha ridotto la locomozione spontanea ed aumentando la durata delle interazioni sociali nella cavie in maniera simile al lorazepam, suggerendo utili applicazioni nel trattamento della fobia sociale.
L’azione della pianta è atipica: diversamente dalle altre sostanze che agiscono sul GABA-A o i recettori 5-HT1A necessita di somministrazioni ripetute per ottenere un effetto ansiolitico, inoltre non altera il tono muscolare o la memoria e ristora l’equilibrio ossidativo nel cervello cronicamente stressato [7].
I ricercatori ipotizzano possa essere coinvolta l’inibizione dell’espressione di alcune citochine (TNF-α, IL-1β, and IL-10) e la modulazione della trasmissione monoaminergica [8] come nel caso di un adattogeno.
Altre ricerche dimostrano un signficativo incremento nella durata del sonno indotto dal pentobarbital e un onset più rapido, un effetto anticonvulsivante ma nessuna attività antidepressiva [9].

Disturbi epatici
L’uso tradizionale della fumaria come anfocoleretico è supportato da diverse evidenze sperimentali, la pianta infatti non altera il normale flusso della bile, ma lo riequilibria se in caso di attività troppo intensa o insufficiente [10].
Uno studio a doppio cieco la somministrazione di un estratto di fumaria in 50 neonati di età compresa tra 3-16 settimane affetti da coliche infantili ha riportato una notevole riduzione nell’intensità della sintomatologia dolorosa [11].

E’ un buon supplemento epatoprotettivo, simile alla silmarina come efficacia [12].
In uno studio sui ratti trattati con tetracloruro di carbonio (CCl4) ha ridotto i livelli di bilirubina, colesterolo e trigleceridi [13].
Probabilmente il meccanismo è mediato dall’azione antiossidante.

In alcuni trial clinici ha mostrato benefici nel trattamento di colelitiasi, epatopatia, e sindrome post-colecistectomia [14].

Disturbi gastrointestinali
Ha un duppio effetto sulla motilità intestinale spiegato dall’attività colinergica e calcio antagonista, infatti veniva tradizionalmente impiegata sia per combattera la costipazione che la diarrea [15].

Si è rilevata un potente agente gastroprotettivo in grado di prevenire le ulcere da stress regolando l’omeostasi delle monoamine, del corticosterone e di diverse citochine [16].

Apporta benefici anche nei confronti della sindrome dell’intestino irritabile come dimostra uno studio a doppio cieco su soggetti umani [17].

Allergie
Il consumo di fumaria attenua la risposta allergica [18].
L’applicazione locale per 2 settimane ha ridotto l’area e la severità dei sintomi in pazienti affetti da eczema cronico delle mani [19].
Studi sperimentali risalenti agli anni ’70 avevano già dimostrato l’azione antistaminica della protopina, l’alcaloide principale della pianta [20].

Dolore ed infiammazione
Estratti alcolici a base di fumaria contrastano l’infiammazione modulandone le fasi essudative e proliferative; inoltre riduce il dolore attraverso un meccanismo centrale e periferico [21].
L’azione non viene inibita dal naloxone e il profilo di sicurezza supera l’indometacina anche se a dosaggi estremamenti alti è tossica per il fegato [22].

Ipertensione
Già dal 1968 l’attività era stata riconosciuta l’azione ipotensiva della fumaria, estratti a base della pianta riducono la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca in maniera dose-dipendente [23].
La protopina è l’alcaloide principale responsabile di quest’azione: ricerche successive effettuate sul composto isolato dimostrano una marcata azione sedativa/ipotensiva/bradicardica ai dosaggi bassi e moderati [24], alti dosaggi invece sono stati connessi a eccitazione del CNS e sintomi convulsivanti [25].

Immunosoppresione ed autoimmunità
Un estratto alcolico a base di fumaria ha contrastato efficacemente l’immunosoppressione indotta dal consumo cronico di etanolo nei ratti in maniera simile ad una combinazione di vitamina C ed E riequilibrando i livelli di glutationed ed altri antiossidanti [26].
Gli esteri derivati dall’acido fumarico si usano nel trattamento della psoriasi da più di 30 anni con buoni risultati [27].

Calcoli renali
Studi sui ratti supportano l’efficacia degli alcaloidi della fumaria nel trattamento dei calcoli renali [28], anche attraverso la nebulizzazione dei principi attivi [29].

Infezioni batteriche
Estratti a base di fumaria sono risultati attivi contro Staphylococcus e Bacillus anthracis [30].

Parassiti
Il tradizionale impiego come rimedio per la malaria è supportato da evidenze scientifiche, gli acidi fenolici sono responsabili di questo meccanismo [31].
Negli agnelli infettati artificialmente con larve di Haemonchus contortus e Trichostrongylus colubriformis l’estratto alcolico di fumaria ha ridotto la conta fecale delle uova del 100% dopo 13 giorni di terapia.
I ricercatori l’hanno proposto come valido farmaco antielmintico alternativo per il trattamento delle tricostrongilosi gastrointestinali nei ruminanti [32].

Contiene numerosi alcaloidi isoquinolinici in comune con gli altri papaveri non da oppio come Argemone, Corydalis, Chelidonium, Eschecolzia o anche il comune Papaver rhoeas.
Sono stati rilevati protopina (0.05%), dl-tetraidro-coptisina (2.5 p.p.m.), cryptocavina (20 p.p.m.), sinactina (22 p.p.m.) ed aurotensina (0.4 p.p.m.), oltre a due alcaloidi non ben identificati F37 e F38 [33].
Studi successivi hanno isolato fumaricina, fumaritina, fumarilina [34], adlumina, corlumina, corydamina, cryptopina, fumaroficina, O‐metilfumaroficina, idrastina, parfumina [35], fumaranina, paprafumicina, paprarina, adlumidiceina, copticina, bicucullina, diidrofumarilina, cheliantifolina, deidrosanguinorina e fumarostrejdina [36].

E’ ricca anche di flavonoidi (rutina, iperoside, miricetina, campferolo, quercetina, esperidina e apigenina [37]), acidi organici (citrico, cumarico, ferulico, fumarico, idrocinnamico, clorogenico, malico, 3-idrossibenzoico, protocatecuico, caffeico [38]), tannini e sali di potassio.
I principali composti biologicamente attivi sono la protopina e l’acido fumarico, ma anche gli altri alcaloidi minori sono collegati a diverse attività farmacologiche.

Il contenuto di alcaloidi totali nella parte aerea fiorita si aggira intorno allo 0,40%.

1)Khare, Chandrama P. Indian herbal remedies: rational Western therapy, ayurvedic, and other traditional usage, Botany. Springer science & business media, 2004.

2)Gledhill, David. The names of plants. Cambridge University Press, 2008.

3)Usmanghani, K., A. Saeed, and M. Alam. “Indusyunic Medicine, Traditional Medicine of Herbal, Animal and Mineral Origin of Herbal, Animal and Mineral Origin in Pakistan.” BCC & T. Press, University of Pakistan, Karachi, Pakistan. Google Scholar (1997).

4)Vrancheva, Radka Z., et al. “Alkaloid profiles and acetylcholinesterase inhibitory activities of Fumaria species from Bulgaria.” Zeitschrift fuer Naturforschung C 71.1-2 (2016): 9-14.

5)Chlebek, Jakub, et al. “Isoquinoline Alkaloids from Fumaria officinalis L. and Their Biological Activities Related to Alzheimer’s Disease.” Chemistry & biodiversity 13.1 (2016): 91-99.

6)García-Horsman, J. Arturo, Pekka T. Männistö, and J. I. Venäläinen. “On the role of prolyl oligopeptidase in health and disease.” Neuropeptides 41.1 (2007): 1-24.

7)Singh, Gireesh Kumar, et al. “Beneficial effects of Fumaria indica on chronic stress-induced neurobehavioral and biochemical perturbations in rats.” (2012).

8)Singh, Gireesh K., et al. “Potential antianxiety activity of Fumaria indica: A preclinical study.” Pharmacognosy magazine 9.33 (2013): 14.

9)Singh, G. K., and V. Kumar. “Neuropharmacological screening and lack of antidepressant activity of standardized extract of Fumaria indica: a preclinical study.” Electronic Journal of Pharmacology and Therapy 3 (2010): 19.

10)Boucard, M., and B. Laubenheimer. “Action du nébulisat de fumeterre sur le débit bilaire du rat.” Therapie 21 (1966): 903-11.

11)Montaseri, Sedigheh, Shahnaz Pourarian, and Hashem Montaseri. “Effects of Fumaria extract on colic pain in 3-16 weeks infants.” Iranian Journal of Neonatology IJN 4.2 (2013): 10-15.

12)Rathi, Anshu, et al. “Hepatoprotective potential of Fumaria indica Pugsley whole plant extracts, fractions and an isolated alkaloid protopine.” Phytomedicine 15.6-7 (2008): 470-477.

13)Sharma, U. R., et al. “Hepatoprotective activity of Fumaria officinalis against CCl 4-induced liver damage in rats.” Pharmacologia 3.1 (2012): 9-14.

14)Fiegel G. Die amphocholoretische Wirkung der Fumaria officinalis. Z Allgemeinmed Landarzt. 1971;34:1819–20.

15)Gilani, Anwar H., et al. “Pharmacological basis for the use of Fumaria indica in constipation and diarrhea.” Journal of Ethnopharmacology 96.3 (2005): 585-589.

16)Shakya, Anshul, et al. “Gastro-protective and anti-stress efficacies of monomethyl fumarate and a fumaria indica extract in chronically stressed rats.” Cellular and molecular neurobiology 36.4 (2016): 621-635.

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18)Gorcii Aloui, S., et al. “ANALYSE BIOLOGIQUE ET PHYTOTHERAPIE CLINIQUE DE L’ASTHME DANS UNE POPULATION DE LA TUNISIE CENTRALE.” International Symposium on Medicinal and Aromatic Plants-SIPAM2009 853. 2009.

19)Jowkar, F. A. R. I. D. E. H., et al. “The effects of fumaria parviflora L extract on chronic hand eczema: a randomized double-blind placebo controlled clinical trial.” Iranian Red Crescent Medical Journal 13.11 (2011): 824.

20)Dil, Abdul Habib. “Activité antihistaminique de la fumarine.” Therapie 28 (1973): 767-774.

21)Rao, Chandana, et al. “Anti-inflammatory and anti-nociceptive activities of Fumaria indica whole plant extract in experimental animals.” Acta Pharmaceutica 57.4 (2007): 491-498.

22)MANDGARY, ALI, and MOHSEN ENAYATI. “Antinociceptive effects and toxicity of Fumaria parviflora lam. in mice and rats.” DARU Journal of Pharmaceutical Sciences 12.4 (2004): 136-140.

23)Rainova, L., Iv Tsonev, and V. Petkov. “On the hypotensive action of Fumaria officinalis.” Experimentalna Medizina i Morfologia 7.2 (1968): 107-113.

24)Goetz, P., K. Ghedira, and R. Le Jeune. “Fumaria officinalis L.(Fumariaceae).” Phytothérapie 7.4 (2009): 221-225.

25)Preininger, V. “The pharmacology and toxicology of the papaveraceae alkaloids.” The Alkaloids: Chemistry and Physiology. Vol. 15. Academic Press, 1975. 207-261.

26)Wasu, S. J., and B. P. Muley. “Antioxidant activity of Fumaria officinalis Linn. and its study on ethanol induced–immunosupression.” Research Journal of Pharmacy and Technology 2.2 (2009): 405-408.

27)Molokhova, L. G., et al. “Antiinflammatory effect of fumitory alkaloids.” Tr Permsk Gos Med Inst 118 (1973): 26-28.

28)Lagrange, E., and M. Aurousseau. “EFFECT OF SPRAY-DRIED PRODUCT OF FUMARIA OFFICINALIS ON EXPERIMENTAL GALL-BLADDER LITHIASIS IN MICE.” ANNALES PHARMACEUTIQUES FRANCAISES. Vol. 31. No. 5. 21 STREET CAMILLE DESMOULINS, ISSY, 92789 MOULINEAUX CEDEX 9, FRANCE: MASSON EDITEUR, 1973.

29)Lagrange, E., and M. Aurousseau. “Effect of nebulized Fumaria officinalis on experimental gallbladder calculi in mice.” Annales pharmaceutiques francaises. Vol. 31. No. 5. 1973.

30)Dulger, B. and Gonuz, A. Antimicrobial activity of certain plants used in Turkish traditional medicine. Asian J Plant Sci. 2004;3:104–7.

31)Orhan, Ilkay Erdogan, Nilgun Ozturk, and Bilge Sener. “Antiprotozoal assessment and phenolic acid profiling of five Fumaria (fumitory) species.” Asian Pacific journal of tropical medicine 8.4 (2015): 283-286.

32)Hördegen, P., et al. “The anthelmintic efficacy of five plant products against gastrointestinal trichostrongylids in artificially infected lambs.” Veterinary Parasitology 117.1-2 (2003): 51-60.

33)Manske, Richard HF. “THE ALKALOIDS OF FUMARIACEOUS PLANTS: XVIII. FUMARIA OFFICINALIS L.” Canadian Journal of Research 16.12 (1938): 438-444.

34)MacLean, D. B., et al. “Structures of three minor alkaloids of Fumaria officinalis L.” Canadian Journal of Chemistry 47.19 (1969): 3593-3599.

35)Seger, Christoph, et al. “1H and 13C NMR signal assignment of benzylisoquinoline alkaloids from Fumaria officinalis L.(Papaveraceae).” Magnetic Resonance in Chemistry 42.10 (2004): 882-886.

36)Chlebek, Jakub, et al. “Isoquinoline Alkaloids from Fumaria officinalis L. and Their Biological Activities Related to Alzheimer’s Disease.” Chemistry & biodiversity 13.1 (2016): 91-99.

37)Ivanov, I., et al. “Antioxidant activities and phenolic compounds in Bulgarian Fumaria species.” Int. J. Curr. Microbiol. App. Sci 3.2 (2014): 296-306.

38)Soušek, J., et al. “Alkaloids and organic acids content of eight Fumaria species.” Phytochemical Analysis: An International Journal of Plant Chemical and Biochemical Techniques 10.1 (1999): 6-11.

Non si conoscono controindicazioni particolari per l’assunzione di fumaria.

Non ci sono interazioni farmacologiche pericolose.

Può causare diarrea in particolar modo se ingerita direttamente.

I dosaggi eccessivi posso causare tremori ed in casi estremi convulsioni.

 

Tutte le informazioni relative ai nostri prodotti vengono fornite a titolo informativo: non vogliono incoraggiare atteggiamenti pericolosi e/o di illegalità.

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I nostri contenuti su etnografia, chimica e farmacologia delle specie trattate non sono stati valutati dall’ISS o da una qualunque figura medica professionale: le possibili applicazioni, indicazioni posologiche ed avvertenze sono descritte solo a scopo educativo, sono speculazioni personali e non costituiscono parere medico.

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