SEDATIVO, IPNOTICO, ANTICONVULSIVANTE, MIORILASSANTE, SONNIFERO
Il decotto a base di radice di Polygala tenuifolia trattato con il succo di Magnolia officinalis ha provocato effetti sedativi ed ipnotici nei topi prolungando anche il sonno indotto dal pentobarbital [3].
In una ricerca condotta su 180 donne in menopausa una combinazione con agnocasto, magnolia, isoflavoni della soia e lactobacilli ha ridotto le vampate migliorando anche il riposo notturno [4].
Magnololo ed honokiolo estratti dalla pianta hanno prodotto sedazione, atassia, miorilassamento e perdita del riflesso raddrizzante in maniera dose dipendente dai 50 ai 500 mg/kg i.p.. A 50 mg/kg hanno soppresso i riflessi spinali dei polli giovani in maniera simile alla mefenesina ma con un effetto più duraturo.
Il pretrattamento con 100 mg/kg di magnololo ha inibito le convulsioni toniche degli estensori nei topi indotte dalla pennicillina G 400 µg.
Dall’alettroencefalogramma si notano delle scariche nella corteccia mototria e sensoriale, oltre l’inibizione delle risposte di formazione reticolare ed ipotalamo rispettivamente nella corteccia neo e paleocorteccia.
Questo suggerisce che il neolignano deprima i sistema attivatori ascendenti ed il midollo spinale [5].
Alla dose di 5 e 25 mg/kg ha ridotto la latenza ed incrementato il sonno non-REM e REM agendo sul sito di legame delle benzodiazepine del GABA-A [6].
CANNABINOIDE
La corteccia di Magnolia officinalis è stata proposta come terapia per la dipendenza da cannabis per la proprietà cannabimimetiche dei suoi polifenoli [7].
Il magnololo è un agonista parziale dei recettori dei cannabinoidi CB2 (Ki 1.44 ± 0.10 μM) e CB1 (Ki 3.15 ± 1.65 μM).
Il tetraidromagnololo, il principale metabolita fecale, ha una potenza di circa 19 volte superiore.
E’ più selettivo per i CB1 dove opera come come agonista completo (Ki 2.26 ± 0.89 μM), ma agisce anche come un buon agonista parziale per i CB2 (EC50 = 0.170 μM) .
In più si è comportato come antagonista per il recettore orfano dei cannabinoidi GPR5 (KB = 13.3 μM, test di traslocazione della β-arrestina).
L’honokiolo è un agonista completo CB1 e antogonista/agonista inverso CB2 [8].
Un estratto di magnolia arricchitto con honokiolo ha mostrato effetti neuroprotettivi ed ansiolitici nei modelli animali da eccitotossicità attraverso la modulazione del recettore CB1 [9].
Tutti questi composti hanno un attività intrinseca sul recettore CB1 superiore al THC (Ki: 35–80 nmol) [10].
ANTICRAVING
Il decotto tradizionale cinese a base di Pinellia ternata, Poria cocos, Magnolia officinalis, Perilla frutescens e Zingiber officinale noto come banxia houpu è stato testato con buoni risultati su un campione di 187 tossicodipendenti per il trattamento dei sintomi dell’astinenza protatta dall’eroina. La combinazione ha anche ridotto la frequenza di recidive [11].
ANTIPSICOTICO, ANSIOLITICO, ANTIDEPRESSIVO
Un estratto alcolico di magnolia ha ridotto l’ansia e lo stress nei topi femmina migliorando anche la performance cognitiva [12].
Una combinazione a base di teanina, melissa e magnolia ha dimostrato effetti antidepressivi ed ansiolitici nei modelli animali di eccitotossicità attraverso un meccanismo non benzodiazepinico ma cannabinoide [13].
Zhi-Zi-Hou-Po, una farmula della medicina tradizionale cinese con corteccia di Magnolia officinalis e frutti di Gardenia jasminoides e Citrus aurantium ha annullato i comportamenti depressivi nel modello animale da stress lieve cronico imprevedibile (CUMS).
Inoltre ha normalizzato i livelli di ormone adrenocorticotropico (ACTH), corticosterone (CORT), BDNF, DCX e BrdU/NeuN ripristinando anche il feeback negativo dell’asse ipotalamo-ipofisario (HPA) [14].
Una combinazione a base di corteccia di Magnolia officinalis e Phellodendron amurense ha ridotto esposizione al cortisolo, fame nervosa e la percezione di ansia e stress.
Un estratto standardizzato commercializzato col nome di Relora® prodotto con le due piante ha dimostrato effetti positivi sui sintomi legati a stress, umore, vigore, rabbia, fatica e confusione. I ricercatori l’hanno proposta come potenziale farmaco naturale contro lo stress cronico [15].
Honokiolo e magnololo hanno dimostrato effetti ansiolitici ed antidepressivi in diversi modelli animali.
Hanno alleviato la riduzione dei livelli di serotonina dei ratti sottoposti e stress cronico lieve (CMS) in corteccia frontale, ippocampo, nucleo striato, ipotalamo e nucleus accumbens; oltre ad incrementare notevolmente i livelli di acido 5-idrossi-indolacetico (5-HIAA), il principale metabolita della serotonina in corteccia frontale, striato e nucleus accumbens con conseguente riduzione del rapporto 5-HIAA/5-HT.
Infine la mistura dei due neolignani ha normalizzato le concentrazioni elevate di corticosterone e l’iperattività dell’asse ipotalamo-pituitario-adrenale (HPA) e sovraregolato la trasmissione di cAMP [16].
Il 4-O-metilhonokiolo ha manifestato effetti ansiolitici probabilmente mediati dalla trasmissione GABAergica e dei canali del cloro [17].
ANTICADUTA
Estratti di Magnolia officinalis e il 4-O-metilhonokiolo, un neolignano isolato dalla pianta, hanno stimolato la crescita dei follicoli di vibrissa attraverso la sotto regolazione di TGF-β1 e TGF-β2.
L’applicazione locale del composto ha indotto passaggio alla fase anagena dei fusti della peluria sulla schiena di un topo C57BL/6 incrementando l’espressione dell’antigene nucleare di proliferazione cellulare (PCNA) nella regione del bulbo e la moltiplicazione delle cellule immortalizzate di vibrissa della papilla dermica.
Inoltre ha inibito l’arresto della crescita dei cheratinociti indotta dal TGF-β1 attraverso la sottoregolazione di smad2/3, smad4 e NOX4 [18].
DIMAGRANTE, IPOLIPIDICO, IPOGLICEMICO, EPATOPROTETTIVO
Una formula standardizzata registrata col nome di UP601 composta da Morus alba, Ilex paraguaiensis e Magnolia officinalis ha ridotto colesterolo, trigliceridi, LDL e glicemia dei topi C57BL/6J sottoposti a dieta ad alto contenuto di grassi e fruttosio (HFF).
E’ stato notato fino all’89.1% di riduzione del peso dei depositi di grasso mesenterico ed un significativo effetto protettivo sulla steatopatite non alcolica (NASH) [19].
Una combinazione a base di Magnolia officinalis e Phellodendron amurense ha annullato l’aumento di peso in uno studio randomizzato a doppio cieco su soggetti affetti da fame nervosa attraverso la riduzione dei livelli di cortisolo e dello stress [20].
Il magnololo ha protetto i ratti dal fallimento epatico acuto (ALF) contrastando l’innalzamento degli enzimi epatici e la deplezione del glutatione indotte dal paracetamolo [21].
In altri studi ha soppresso l’appetito delle cavie riducendo intake calorico, aumento di peso, percentuale di grasso corporeo, livelli di insulina e leptina [22].
Un estratto di magnolia ha migliorato la sensibilità insulinica e ridotto la glicemia attraverso l’inibizione della tirosina fosfatasi 1B (PTP1B), i ricercatori ipotizzano possa avere potenziali applicazioni nella cura del diabete mellito di tipo 2 [23].
Il 4-O-metilhonokiolo è risultato superiore all’estratto standardizzato di magnolia BL153 nel controllo dell’iperinsulinemia e dell’insulino-resistenza, entrambi hanno anche ridotto l’infiltrazione delle cellule mastocitarie nel tessuto adiposo.
Il neolignano ha protetto i topi sottoposti a dieta ad alto contenuto di grassi (HFD) dalle complicazioni cardiovascolari attenuando la compromissione della trasmissione cardiaca dell’insulina e l’accumulo lipotossico tramite la probabile attivazione di Nrf2 and Akt2 [24].
3 neolignani oligomerici isolati dalla corteccia di magnolia hanno inibito la tirosina protein-fosfatasi (PTP1B) con valori EC50 compresi tra 0.14–2.10 μM, potrebbero avere qualche applicazione nel trattamento dei disturbi metabolici [25].
ANTIOSSIDANTE, ANTIPOSSICO, ANTIETA’, DEPIGMENTANTE
Estratti di Magnolia officinalis promuovono la produzione di ediponectina, una proteina che simola la produzione di collagene di tipo I e acido ialuronico da parte dei fibroblasti dermici promuovendo l’aumento nella massa del tessuto adiposo subcutaneo [26].
Un estratto metanolico di corteccia di Magnolia officinalis fermentato con l’Aspergillus niger ha dimostrato una potente attività antitirosinasica (IC50 v= 30 μg/mL) ed antiossidante sui melanociti umani epidermici.
Inoltre ha inibito gli enzimi legati all’invecchiamento come collagenasi, elastasi, MMP-1 e MMP-2 [27].
L’honokiolo ha prolungato i tempi di sopravvivenza e di nuoto nei modelli animali di tolleranza all’ipossia regolando la risposta allo stress e perossidazione lipidica [28].
ANTINFIAMMATORIO, ANALGESICO
Estratti di magnolia hanno innalzato la soglia del dolore dei ratti, quelli crudi sono risultati più potenti di quelli raffinati [29].
Il magnololo ha manifestato una significativa azione analgesica ed antinfiammatoria in diversi test che si ipotizza sia mediato dalla riduzione del livello di mediatori eicosanoidi [30].
L’honokiolo ha attenuato l’effetto nocicettivo delle bruciature di III grado dei topi, sottoregolando i recettori TRPV1 e P2Y, oltre ad inibire l’espressone delle citochine proinfiammatorie e sovraregolare gli antiossidanti [31].
NEUROPROTETTIVO
La Magnolia officinalis ha sottoregolato l’espressione di IL1-β, Cox-2 e l’attività di iNOS sintasi riducendo perdita neuronale e gliosi nel modello animale da status epilecticus ricorrente [32].
L’honokiolo e magnololo hanno protetto le cellule neuronali dalla tossicità β-amiloide attraverso riduzione della produzione ROS, soppressione dell’aumento di calcio intracellulare ed inibizione dell’attività della caspasi-3.
I ricercatori hanno proposto i due composti come potenziali alternative farmacologiche per il trattamento dell’Alzheimer [33].
Anche il 4-O-metilhonokiolo ha inibito direttamente la β-secretase e la fibrillazione Aβ [34].
In altri test i due neolignani hannoa alleviato la neurotossicità da deprivazione di glucosio, amminoacidi eccitatori e perossido d’idrogeno (H2O2) nelle cellule cerebellari dei ratti.
L’honokiolo si è dimostrato più potente nel contrastare la disfunzione mitocondriale indotta da NMDA e H2O2 [35].
Gli integratori sono risultati meno efficaci dell’estratto alcolico crudo, l’azione antiamiloidogenica viene esplicata attraverso la sottoregolazione dell’attività della β-secretasi [36].
Un estratto alcolico a base di corteccia di magnolia e il 4-O-metilhonokiolo isolato hanno attenuato l’aumento nell’attività dell’acetilcolinestarasi (AChE) e la compromissione delle facoltà mnemoniche indotti dalla scopolamina nei topi in maniera dose dipendente [37].
I risultati sono stati replicati nel modello dei lipopolisaccaridi [36].
Anche l’honokiolo ha protetto le cavie dall’azione della scopolamina migliorando l’apprendimento spaziale e la memoria attraverso l’inibizione di AChE e la soppressione del processo neuroinfiammatorio [38].
ANTITUMORALE
Un estratto acquoso di Magnolia officinalis ha ridotto la dimensione dei tumori delle vescica dei topi indotta dal BBN influenzando drasticamente anche la profondità d’invasione e il grado istologico del carcinoma [39].
Un estratto metanolico ha protetto in maniera molto efficace i topi dall’insorgenza di tumori della pelle [40].
Il magnololo ha indotto l’apoptosi delle cellule del cancro squamoso polmonare, epatico e al colon: incrementa la traslocazione del citocromo c dai mitocondri nel citoson e l’attivazione delle caspasi-3, -8 e -9 attivando la poli ADP-ribosio polimerasi (PARP).
Stimola il rilascio di calcio dalle riserve interne e il flsso attraverso la membrana plasmatica in maniera dose dipendente tramite la via di segnalazione dell’inositolo trifosfato. Infine inibisce la via di sengnalazione del complesso NF-κB [41].
L’honokiolo è risultato attivo sulla leucemia linfoide umana agendo selettivamente sui leucociti anomali. E’ stato testato con successo anche nei modelli animali di angiosarcoma, cancro al seno e ai polmoni.
Sottoregola la proteina c-FLIP nelle cellule tumorali sesibilizzandole all’apoptosi mediata dai recettori di morte (Fas, TRAIL) e stimola il rilascio della proteina proapoptotica AIF nel citosol.
Inoltre attenua la produzione di ROS inibendo lo sviluppo dei relativi tumori modulando la NADPH ossidasi (NOX).
Può indurre l’apoptosi e la differenziazione delle cellule tumorali, oltre ad inibire proliferazione, metastasi, angiogenesi e resistenza multifarmaco [42].
Il 4-O-metilmagnololo ha indotto l’apoptosi delle cellule del cancro cervicale potenziando l’attivività di PPARγ e la conseguente inibizione della via di segnalazione PI3K/Akt ed intrinseca.
In più ha ridotto l’epressione di cl-2 and Bcl-XL ed attivato PARP e caspasi-3 e -9 [43].
4-metossimagndialdeide e magnaldeide B, altri due lignani isolati dalla corteccia, hanno ridotto il volume del carcinoma in un modello animale da tumore ai polmoni [44].
CARDIOPROTETTIVO, ANTIAGGREGANTE
L’honokiolo ha ridotto le dimensioni degli infarti nei modelli animali da ischemia/riperfusione attunuando il grado d’infiltrazione dei neutrofili e il danno istopatologico attraverso la modulazione di infiammazione e stress ossidativo [45].
Il magnololo ha soppresso le aritmie ventricolari e le dimensioni degli infarti dei ratti mediante l’azione antiossidante ed inibitoria sui neutrofili [46].
Entrabi i neolignani inibiscono l’aggregazione e il rilascio di ATP indotto dal collagene e dall’acido arachidonico senza influenzare quello indotto da ADP, PAF o trombina.
In più attenuano la formazione di Trombossano B2 e la mobilizzazione del calcio intracellulare [47].
ANTIVIRALE
Un estratto polifenolico di corteccia di Magnolia officinalis ha ridotto i livelli di mediatori dell’infiammazione, ossido nitrico e citochine proinfiammatorie dei ratti infettati con l’influenzavirus A inibendo l’attivazione di TLR3 e NF-κB e proteggendoli dalla polmonite virale [48].
Un estratto di magnolia è stato proposto come conservante antivirale per la sua attività nei confronti del norovirus, noto agente patogeno responsabile di intossicazioni alimentari. Magnololo ed honokiolo sono dotati di proprietà di riduzione dello ione ferrico e di scavengin DPPH, riducono la titolazione del virus nei succhi di frutta fino a tracce non rilevabili [49].
I due lignani hanno mostrato un potente effetto antivirale nei confronti dell’infezione da GCRV provocando la trascrizione di IRF7 a cui segue l’attivazione di IFN-I.
Inoltre facilitano l’espressione di IL-1β, TNFα e NF-κB rinforzando la risposta immunitaria della cellula ospite.
La formula cinese Huoxiang Zhengqi a base di Atractylodes chinensis, Citrus reticulata, Magnolia officinalis, Angelica dahurica, Poria cocos, Areca catechu, Pinellia ternata, Glycyrrhiza uralensis, Pogostemon cablin e Perilla frutescens ha interagito con l’enzima ACE2 legandosi a PTGS2, HSP90AB1, AR, CAMSAP2 ed espletando un potenziale effetto profilattico nei confronti del COVID-19 [50].
ANTIBATTERICO
La corteccia di magnolia è risultata attiva su Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa con valori MIC ≤ 0. 25 g/ml, 0.125 g/ml, 1g/ml rispettivamente [51].
Honokiolo e magnololo inibiscono efficacemente la polimerizzazione della proteina FtsZ, target antimicrobico di recente scoperta, dello Staphylococcus aureus alla concentrazione di 100 ppm [52].
I due lignani hanno mostrato una rapida azione battericida su Propionibacterium acnes e granulosum responsabili dell’acne, potrebbero avere potenziali applicazioni nella produzione di creme a prodotti locali contro questo disturbo [53].
Magnololo, honokiolo e piperitilmagnololo sono stati testati con successo su Staphylococcus aureus meticillino e chinolone-resistente [54].
Il terzo lignano è risultato è il più potente come antibiotico su Enterococcus resistente alla vancomicina e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina [55].
ANTIMICOTICO
L’honokiolo è stato proposto come potenziale agente fungicida in agricoltura: in alcuni test ha mostrato di essere più efficace del tebuconazolo su Rhizoctonia solani, noto parassita delle piante.
Esplica la sua azione bloccando la via metabolica della fosforilazione ossidativa, stimolando la sovraproduzione di ROS, danneggiando la funzione mitocondriale e la membrana cellulare [56].
Honokiolo e magnololo hanno inibito il fungo Saprolegnia parasitica con valori MIC rispettivamente di 587.4 ug/ml e 976.6 ug/ml [57].
PESTICIDA
Magnololo e honokiolo hanno mostrato un’azione insetticida comparabile al clorpirifos nei confronti del parassita Nilaparvata lugens [58].
TOSSICITA’
La corteccia e i relativi estratti di magnolia sono risultati sicuri ai dosaggi comunemente impiegati in fitoterapia, solo la combinazione con l’Aristolochia, pianta dalla nota tossicità, è pericolosa per gli eventuali effetti genotossici. Altre combinazioni impiegate in Medicina Tradizionale Cinese sono state collegate a casi di epatotossicità [59].
Il consumo delle foglie a lungo termine ha provocato anomalie metaboliche, sanguigne, renali e compromesso lo sviluppo degli organi nei topi [60].
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