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Come il famoso Peyote, la cui coltivazione e collezione è ormai proibita, anche questo cactus contiene mescalina, il chè rende illegale qualsiasi estrazione su questo materiale.

 

L’INGESTIONE E L’ESTRAZIONE DELLA MESCALINA SONO ATTI ILLEGALI, PUO’ ESSERE USATO SOLO COME INCENSO E PER FARE SAPONE

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forma Intero
quantita 50g 250g
Azzera selezione
Confronta
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Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO NELLA MEDICINA SCIAMANICA SUDAMERICANA (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

-ingerito/ 15-35g
-decotto\ 35-60g 
-tintura 1:1\  30-55ml 

Il San Pedro contiene la mescalina, un potente allucinogeno, l’estrazione del principio attivo e il suo consumo sono atti perseguibili per legge.

L’interazione con MAO-I potenzia notevolmente l’intossicazione da mescalina.

Medicina convenzionale
Le proprietà antidepressive, ansiolitiche, antibatteriche, benefiche nel trattamento della dipendenza da alcol del San Pedro e dei suoi fitocostituenti sono supportate dalla ricerca scientifica.

Non viene usato nella medicina tradizionale.

 

Medicina alternativa
Il San Pedro non viene impiegato in fitoterapia moderna, la mescalina è una sostanza illegale.

Si assume in Sud America per combattere mal di denti, reumatismi, asma, raffreddore, neurastenia, ansia, mal di testa, fatica, depressione; come unguento esterno è stato usato per la guarigione di ferite e bruciature.

Decotto
-(Opzionale) Congelare il materiale inumidito con acqua distillata acidificata (PH 3-4)
-Bollire appena il San Pedro (opzionale)in polvere in un volume quadruplo d’acqua (opzionale)distillata leggermente acidificata (PH 4-6) fino a 3 ore per la saturazione.
-Filtrare i solidi
-(Opzionale) Ripetere tre volte l’infusione ed il filtraggio, riducendo a metà i tempi di infusione ed unendone alla fine i liquidi puliti risultanti
-(Opzionale) Può essere concentrato ulteriormente con l’ausilio di calore per ottenere un estratto atto alla combustione o ad essere incapsulato.

Tintura
-(Opzionale) Congelare il materiale inumidito con acqua distillata acidificata (PH 3-4) ed una spruzzatina d’etanolo.
-Mettere il San Pedro (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere etanolo al 50% per un volume di due volte superiore al materiale vegetale.
-Bollire appena la mistura a bagnomaria fino a 2 ore per la saturazione
-Filtrare i solidi
-(Opzionale) Ripetere tre volte l’infusione ed il filtraggio, riducendo a metà i tempi d’infusione ed unendone alla fine i liquidi puliti risultanti
-(Opzionale) Può essere concentrato ulteriormente con l’ausilio di calore per ottenere un estratto atto alla combustione o ad essere incapsulato.

Il genere Trichocereus caratterizzato da cactus colonnari imponenti veniva un tempo distinto dall’Echinopsis che invece identificava specie relativamente piccole.
Nel 1974 il botanico Austriaco Heimo Friedrich, notando che avessero lo stesso tipo di infiorescenza, li accorpò e rimase solo quello più vecchio, Echinopsis.
Da analisi molecolari del 2012 è emerso che le classificazioni tassonomiche siano comunque da rivedere e che Echinopsis sensu latu non sia monofiletico [1].
Due ricercatori italiani hanno suggerito di assimilare Cleistocactus, Denmoza, Haageocereus, Harrisia, Oreocereus, Weberbauerocereus e 10 altri generi delle Trichocereeae/Trichocereinae per risolvere il problema della monofilia di questo macrogenere [2].

Descrizione
Classe: Magnoliopsida
Sottoclasse: Caryophyllidae
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Cactaceae
Genere: Echinopsis
Specie: pachanoi
Nativo: Ecuador, Perù
Plant Hardiness Zone: 8-10
Il San Pedro (Echinopsis Pachanoi) è un cactus che raggiunge i 15 cm di diametro e i 6m d’altezza; è spesso ramificato alla base in più bracci.
E’ ricoperto da alveoli bianchi su tutta la sua superficie da cui spuntano fino a 7 spine marroni ciascuno lunghe circa 2cm.
Produce dei fiori bianchi alla fine di ogni braccio larghi fino più di 20 cm, si aprono solo di notte.
I frutti sono verdi e di forma oblunga, larghi 3cm e lunghi circa 5cm.

Coltivazione
Come tutte le cactacee, è robusto ma molto difficile da far germinare e lento a crescere:
-Piantare i semi in un contenitore con una mistura umida di cocco, terriccio per vasi e sabbia raffinata in ugual proporzione alla profondità di 1cm; aggiungere quindi mezzo 1,5 cm di sabbia e sigillarli in una busta.
-Dovrebbero germinare entro 14 giorni; fare quindi 4 buchi ogni settimana con un ago nella busta, continuando per due mesi.
-Dopo aver tolto la busta, stare attenti al ristagno idrico ed ai parassiti.

Il San Pedro è stato utilizzato nella cultura Inca e da diverse culture tradizionali in Perù (Chimú, Nazca, Salinar, Moche, Lambayeque, Cupisnique e Chavìn), Bolivia (Tiwanaku), Ecuador (Saraguro),  Brasile (Wari), Cile e Colombia.
Il ritrovamento del polline e dei frammenti di Trichocereus peruvianus risalenti a 8600 a.C. nella Cueva del Guitarrero nella regione Peruviana di Ancash ne fanno l’allucinogeno più antico delle Americhe stando alle evidenze attuali [3]. Secondo alcune classificazioni tassonomiche T. peruvianus e pachanoi sono due varietà della stessa specie T. macrogonus.
Uno dei reperti più famosi che ne testimonia l’importanza rituale è la statua mitologica che sorregge il cactus e dei mozziconi di sigaro fatti con il tessuto essiccato appartenente alla cultura Chavìn.

Uso allucinogeno e rituale
Sia i curanderos delle Ande peruviane che i Sarguro del sud dell’Ecuador praticano il tradizionale rito della mesa in cui tutti i partecipanti assumono un decotto di san Pedro allo scopo di guarire un malore, conoscere il futuro, ottenere fortuna ed altro. Credono che nel cactus viva uno spirito benefico che stimola le visioni e guida lo sciamano in un viaggio extracorporeo.
Il rituale è sopravvissuto alla persecuzione religiosa post-conquista arricchendosi di elementi cattolici. La mesa infatti identifica proprio una sorta di altare che veniva adornato con croci, immagini dei santi, pietre ed altri simboli religiosi.

Alcuni autori avevano identificato nel cactus l’ingrediente principale della fantomatica bevanda allucinogena peruviana, la cimora. Tuttavia ad oggi la questione è ancora controversa e non chiarita.
Ormai il San Pedro viene utilizzato in Sud America più che altro per curare le vittime delle stregoneria oltre che a scopo ricreazionale come inebriante.

Altri impieghi
In Ecuador il cactus fresco viene consumato per curare le ulcere e come purgante, l’infuso viene consumato per alleviare l’ansia. Il decotto viene impiegato come medicina per il bestiame. I fiori vengono tagliati ed assunti sotto forma di infuso per trattare le condizioni nervose. La mucillagine viene usata come detergente per i capelli. La polpa cotta viene applicata come bendaggio per disinfettare e ridurre l’infiammazione delle ferite. Viene inoltre piantato vicino alla case case dei contadini per conferire protezione alla famiglia.
In Perù il cactus fresco viene usato come shampoo e rimedio per le ulcere [4].

Mondo occidentale
La mescalina, il principale alcaloide psicoattivo del San Pedro e di molte altre cactacee, è isolata per la prima volta nel 1896 dal chimico tedesco Arthur Heffter. In seguito nel 1919 Ernst Späth, un collega Austriaco, la sintetizzo convertendo l’acido eudesmico nel suo aldeide.

Sempre nel tardo XIX nacque la Chiesa nativa americana (NAC) in Oklahoma basata sul consumo sacramentale del peyote i cui membri hanno il permesso speciale di maneggiare questa sostanza illegale invece a livello federale.
Per via delle modifiche ambientali dovute alle attività umane e la grande domanda del cactus essiccato nel mondo Occidentale, il numero delle piante selvatiche in Messico è sceso pericolosamente. Infatti diverse organizzazioni di nativi si sono mosse per impedire la decriminalizzazione della pianta a livello federale sebbene favorevoli a quella degli altri “enteogeni” più sostenibili. Sarebbe comunque megliofff impiegare il San Pedro o anche la mescalina sintetica anche nelle cerimonie tradizionali, ma come per tutte le questioni religiose non c’è spazio per la ragionevolezza.

Nel 1928 il famoso psicologo americano Heinrich Kluver scrisse un libro intitolato “Mescalina” che conteneva dati sperimentali sugli effetti della sostanza e la presentava come un farmaco in grado di svelare le dinamiche profonde ed incoscie della psiche umana.
Nel 1955 il politico inglese Christopher Mayhew prese parte ad un esperimento per Panorama, un programma in onda sulla BBC, dove assunse 400mg di mescalina sotto la supervisione medica.
Purtroppo il filmato fu ritenuto troppo controverso e venne tagliato dalla puntata, tuttavia Mayhew affermò che fu l’esperienza più interessante della sua vita.

Il San Pedro contiene diversi fitocostituenti in grado di superare la barriera ematoencefalica.

-La mescalina è un agonista ad alta affinità del recettore 5HT2A e 5HT1A della serotonina, agisce anche sul 5HT2C e il recettore adrenergico α2A. Si lega con bassa affinità anche con i recettori della dopamina (D1, D2 D3), TAAR1e 5HT2B. Il preciso meccanismo allucinogeno non è ancora del tutto chiaro data la complessità delle interazioni recettoriali, come per gli altri psichedelici il semplice agonismo sul 5HT2A non basta checcè ne dicano i riduzionisti [5].

-La 3,4-dimetossifenetilammina (DMPEA) agisce come MAO-inibitore [6].

-3-Metossitiramina agisce come agonista del TAAR1 [7].

-L’ordenina agisce come agonista del recettore D2 e D3 della dopamina ed adrenergico α1A e α2A, inibitore del MAO-B e della ricaptazione della serotonina [8]

-La tiramina ha un alta affinità per il TAAR1ed ha importanti proprietà simpaticomimetiche [9].

E’ interessante notare come la compresenza di MAO-inibitori e agonisti serotoninergici sia un pattern comune in molte piante, come anche nei funghi Psilocybe.

In uno studio comparativo ha indotto effetti subacuti significativi diversamente da LSD e psilocibina, probabilmente per l’onset più lento e una maggiore durata d’azione mantenendo lo stesso grado di tollerabilità. E’ anche risultata la sostanza più potente sul rilascio di ossitocina [10]. Al momento è la molecola psichedelica classica meno studiata proprio perchè le sue caratteristiche farmacodinamiche che la rendono più scomoda da utilizzare in contesto clinico, a mio avviso ha un enorme potenziale terapeutico e potrebbe anche superare per alcune applicazioni la più popolare psilocibina.

ALLUCINOGENO

Le allucinazioni indotte dalla mescalina sono molto simili a quelle dell’LSD: sono comuni aumento delle luminosità dei colori, distorsioni visive, visioni caleidoscopiche, sinestesie, etc.  Caratteristiche di questa sostanza sono le alterazioni geometriche degli oggetti che ricordano la pittura cubista. Sono comuni inoltre fenomeni come poliopia, visioni ipnagogiche complesse ed una percezione più vivida della realtà. Il famoso psicologo tedesco Heinrich Klüver ha descritto 4 pattern visivi ridondanti che si sperimentano durante le prime fasi dell’intossicazione: ragnatela, scacchiera, tunnel e spirale [11].

Evidenze su animali documentano come l’alcaloide aumenti il firing dei neuroni noradranergici nel locus caeruleus in risposta ad uno stimolo percettivo, il fenomeno persiste anche al cessare della stimolazione [12].

Analisi al brain imaging mostrano che incrementa selettivamente l’attività neuronale, specialmente nel sistema striatolimbico nell’emisfero destro analogamente ai casi di schizofrenia [13].

EMPATOGENO

Le proprietà empatogeniche, tipiche dei derivati della feniletilamina e descritte già da Shulgin, ne farebbero lo psichedelico più adatto a creare connessioni tra i pazienti e i terapeuti nel contesto delle nuove terapie psichedeliche [14].

ANTIDEPRESSIVO, ANSIOLITICO, ANTIPSICOTICO

Un estratto acquoso a base di Echinopsis pachanoi somministrato per via orale ha indotto un effetto tranquillante sui sintomi depressivi dei ratti [15]. In un altro esperimento ha interferito con la memora spaziale [16].

Gli assuntori di mescalina riportano effetti positivi nei confronti di ansia, depressione, PSTD, abuso di alcalici ed altre sostanze [17].

EUFORIZZANTE, SEDATIVO

La mescalina può attivare o deprimere i neuroni corticali serotoninergici e noradrenergici in maniera diversa dalla tipica eccitazione indotta da glutammato e acetilcolina o depressione da glicina e GABA [18].

Alla dose più bassa ha indotto nei ratti un effetto inibitorio sulla locomozione, ad alti dosaggi invece ha mostrato un effetto bifasico: iperlocomotorio durante le fasi iniziali dell’intossicazione, ipolocomotorio come le basse dosi a 15 min post-inizione [19].

I dati aneddotici sugli umani supportano una prima fase stimolante/euforizzante cui segue poi il picco più visionario se la dose è abbastanza alta. L’effetto tranquillante è particolarmente marcato nel caso del consumo del peyote per via della presenza della pellotina, un alcaloide non allucinogeno ma sedante (e nauseante).

Nei test comparativi effettuati su se stesso Heffter’ha notato che l’ordenina, un altro alcaloide presente nell’Echinopsis pachanoi, avesse soltanto un effetto depressivo dose dipendente [20]. Sulle rane anche la mescalina ha mostrato un effetto narcotico [21].

ANTIADDITIVO

La somministrazione di ordenina, un alcaloide presente nell’Echinopsis pachanoi ed altre cactacee, per via intraperitoneale nei topi ha ridotto il consumo di alcol e il relapse dopo la disintossicazione. Si ipotizza ciò sia dovuto alla modulazione della trasmissione monoaminergica nel cervello [22].

Da una recente analisi basata su dati raccolti dal National Survey on Drug Use and Health (NSDUH) tramite questionari sembra che il consumo di cactacee allucinogene e mescalina sia associato ad una minor incidenza di abuso e tossicodipendenza rispetto a chi non ha mai utilizzato psichedelici [23].

ANTIBATTERICO

Un gruppo peptidico isolato dall’Echinopsis pachanoi, Ep-AMP1, ha dimostrato una rapida azione battericida agendo sulla permeabilità della membrana cellulare. La sua struttura tridimensionale somiglia a quella della neurotossina di un ragno [Aboye, Teshome L., et al. “A Cactus‐Derived Toxin‐Like Cystine Knot Peptide with Selective Antimicrobial Activity.” ChemBioChem 16.7 (2015): 1068-1077.].

Il San Pedro contiene molti alcaloidi: mescalina, 3,4-dimetossifenetilamina, 4-idrossi-3-metossifenetilamine, 3-idrossi-4,5-dimetossifenetilamina, 4-idrossi-3,5-dimetossifenetilamine, analonidina, analinina, ordenina, tiramina e 3-metossitiramina.

La concentrazione degli alcaloidi è massima nello strato verde esterno, in base ai miei esperimenti il centro bianco e fibroso ha circa 1/4 della potenza (ed è altamente emetico).

I cactus coltivati, specie in vaso, difficilmente superano l’1% di mescalina (nella droga essiccata); quelli selvatici cresciuti nel loro habitat naturale possono anche raggiungere il 5% [24].

1)Schlumpberger, Boris O., and Susanne S. Renner. “Molecular phylogenetics of Echinopsis (Cactaceae): Polyphyly at all levels and convergent evolution of pollination modes and growth forms.” American Journal of Botany 99.8 (2012): 1335-1349.

2)Anceschi, Giovanna, and Alberto Magli. “The new monophyletic macrogenus Echinopsis.” (2013).

3)Samorini, Giorgio. “The oldest archeological data evidencing the relationship of Homo sapiens with psychoactive plants: A worldwide overview.” Journal of Psychedelic Studies 3.2 (2019): 63-80.

4)Paniagua-Zambrana, Narel Y., and Rainer W. Bussmann. “Echinopsis pachanoi (Britton & Rose) Friedrich & GD Rowley Cactaceae.” Ethnobotany of the Andes (2020): 1-6.

5)Vamvakopoulou, Ioanna A., et al. “Mescaline: The forgotten psychedelic.” Neuropharmacology (2022): 109294.

6)Keller, William J., and Gary G. Ferguson. “Effects of 3, 4‐dimethoxyphenethylamine derivatives on monoamine oxidase.” Journal of Pharmaceutical Sciences 66.7 (1977): 1048-1050.

7)Sotnikova, Tatyana D., et al. “The dopamine metabolite 3-methoxytyramine is a neuromodulator.” PloS one 5.10 (2010): e13452.

8)Barwell, C. J., et al. “Deamination of hordenine by monoamine oxidase and its action on vasa deferentia of the rat.” Journal of pharmacy and pharmacology 41.6 (1989): 421-423.

9)Khan, Muhammad Zahid, and Waqas Nawaz. “The emerging roles of human trace amines and human trace amine-associated receptors (hTAARs) in central nervous system.” Biomedicine & Pharmacotherapy= Biomedecine & Pharmacotherapie 83 (2016): 439-449.

10)Ley, Laura, et al. “Comparative acute effects of mescaline, lysergic acid diethylamide, and psilocybin in a randomized, double-blind, placebo-controlled cross-over study in healthy participants.” Neuropsychopharmacology (2023): 1-9.

11)Ardis, J. Amor, and Peter McKellar. “Hypnagogic imagery and mescaline.” Journal of Mental Science 102.426 (1956): 22-29.

12)Aghajanian, G. K. “Mescaline and LSD facilitate the activation of locus coeruleus neurons by peripheral stimuli.” Brain Res 186.2 (1980): 492-498.

13)Oepen, Gs, et al. “Right hemisphere involvement in mescaline-induced psychosis.” Psychiatry research (1989).

14)Bender, Eric. “Finding medical value in mescaline.” Nature 609.7929 (2022): S90-S91.

15)Vega, Juan Luis Rodríguez, Richard García Ishimine, and Davis Alberto Mejía Pinedo. “Exploring the effect of Trichocereus pachanoi on the depression-like behavior in rats.” Revista Habanera de Ciencias Médicas 20.2 (2021): 1-12.

16)Vega, Juan Luis Rodriguez, et al. “Efecto del extracto de Trichocereus pachanoi sobre la memoria espacial en Rattus norvegicus var. Albinus.” Revista Cubana de Investigaciones Biomédicas 42.1 (2023).

17)Agin-Liebes, Gabrielle, et al. “Naturalistic use of mescaline is associated with self-reported psychiatric improvements and enduring positive life changes.” ACS Pharmacology & Translational Science 4.2 (2021): 543-552.

18)Bradshaw, C. M., M. H. T. Roberts, and E. Szabadi. “Effect of mescaline on single cortical neurones.” British Journal of Pharmacology 43.4 (1971): 871.

19)Páleníček, Tomáš, et al. “Mescaline effects on rat behavior and its time profile in serum and brain tissue after a single subcutaneous dose.” Psychopharmacology 196 (2008): 51-62.

20)Heffter, Arthur. “Ueber Pellote: Ein Beitrag zur pharmakologischen Kenntniss der Cacteen.” Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie 34 (1894): 65-86.

21)Heffter, Arthur. “Ueber Pellote: Beitraege zur chemischen und pharmakologischen Kenntniss der Cacteen Zweite Mittheilung.” Archiv für experimentelle Pathologie und Pharmakologie 40 (1898): 385-429.

22)Li, Yan, et al. “The beer component hordenine inhibits alcohol addiction‐associated behaviours in mice.” Addiction biology 28.8 (2023): e13305.

23)Rabinowitz, Jonina, Shaul Lev-Ran, and Raz Gross. “The association between naturalistic use of psychedelics and co-occurring substance use disorders.” Frontiers in Psychiatry 13 (2023): 1066369.

24)Aboye, Teshome L., et al. “A Cactus‐Derived Toxin‐Like Cystine Knot Peptide with Selective Antimicrobial Activity.” ChemBioChem 16.7 (2015): 1068-1077.

25)Ogunbodede, Olabode, et al. “New mescaline concentrations from 14 taxa/cultivars of Echinopsis spp.(Cactaceae)(“San Pedro”) and their relevance to shamanic practice.” Journal of ethnopharmacology 131.2 (2010): 356-362.

 

Il consumo di San Pedro o altri psichedelici è particolarmente controindicato in caso di disturbi mentali. L’interazione con stimolanti ed eccitanti può essere pericolosa.

Gli effetti collaterali più comuni sono nausea, diarrea e tachicardia.

 

Tutte le informazioni relative ai nostri prodotti vengono fornite a titolo informativo sulla cultura psiconautica, tribale e scientifica: non vogliono incoraggiare atteggiamenti pericolosi e/o di illegalità.

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1 recensione per San Pedro (Echinopsis Pachanoi)

  1. Riccardo Costantini

    Prodotto di ottima qualità, esattamente come da descrizione.

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