Il DMT interagisce con una vasta varietà di recettori ionotropici e metabotropici.
Gli effetti generali delle dosi allucinogene esogene risultano in un aumento nei livelli di serotonina in circolo; sono mediati dai recettori serotoninergici (5-HT2A principalmente) e modulati dai glutammatergici (mGlu2/3 principalmente).
La significativa attività dopaminergica (anche se indiretta) influenza gli effetti comportamentali della sostanza.
Quando viene somministrato per via intravenosa agisce in 2m e dura circa 30m, una dose threshold è intorno ai 0.2 mg/kg [7].
Ci sono state molte testimonianze di persone guarite da profondi disturbi mentali ed emotivi, diversi studi scientifici le concrete potenzialità farmacologiche della combinazione MAO-I + DMT su diversi tipi di dipendenza farmacologica [8], comportamenti violenti, delinquenza [9], disturbo da stress post-traumatico [10]. In quest’ultimo caso si comporta in maniera molto simile all’MDMA, migliorando sicurezza e spinta alla socialità.
L’unico rischio è l’incidenza molto rara di manifestazioni psicotiche latenti o danni secondari ad atteggiamenti di ansia e panico; per questo gli psiconauti affermano che è importante prepararsi bene psicologicamente e facendo accurate ricerche prima di passare ai test sul campo.
DMT, AFFINITA’ RECETTORIALI
-Recettori serotoninergici (5ht7, 5ht1d, 5ht2b, 5ht2c, 5ht1e, 5ht6, 5ht5a, 5ht2a, 5ht1a, 5ht1b) (1) – Attiva l’idrolisi dei fosfoinositidi causando un aumento concentrazione-dipendente nella produzione di inositol fosfati in maniera simile alla stessa setonina (hanno simile struttura chimica). In genere è più selettivo verso i 5ht2 che non per gli altri. Secondo la maggior parte degli autori i principali effetti allucinogeni sarebbo spiegati dall’antagonismo sul recettore 5ht2a, perchè diversamente da altri non si desensibilizza all’azione farmacologica del DMT combaciando con la mancanza dello sviluppo di una tolleranza. L’agonismo sul recettore 5ht1a ha effetti opposti all’antagonismo sul recettore 5ht2a, da una ricerca si evince che la soppressione di questo recettore potenzia gli effetti in maniera simile ma estranea all’inibizione dell’enzima MAO.
-Recettori adrenergici (Alpha2B, Alpha2C, Alpha1B, Alpha2A, Alpha1A, Beta1, Beta2) – Si lega a questi recettori con conseguente modulazione simpaticoadrenergica (1) caratterizzata da midriasi, ipertermia, lieve tachicardia ed ipertensione.
-Recettori dopaminergici (D1,D4, D5, D2, D3) – non modula direttamente i livelli di dopamina, ma alla dose di 20 mg/ml (IV) ha indotto nei ratti una diminuzione della concentrazione di dopamina nel presencefalo del 42% che indicherebbe un aumento nel rilascio di questo neurostrasmettitore. Questo fenomeno potrebbe essere spiegato dall’azione del DMT sul MAO-A, dove agisce come un potente inibitore a breve durata, associata alla liberazione delle riserve di dopamina dai depositi presinaptici.
– Recettore I1 dell’imidazolina – E’ responsabile della depressione del CNS che si manifesta con effetti opposti a quelli indotti dalla stimolazione adrenergica (ipotermia, bradicardia, ipotensione): per questa durante l’esperienza si sperimentano strani sbalzi termici e cardiovascolari. Non si sa molto sull’azione specifica del DMT di questi recettori che sono più selettivi per le betacarboline.
-Trasportatori monoaminici (SERT, VMAT2) – Agisce come un substrato per SERT (6) e VMAT2 (7), inibendone l’attività.
-Recettori Sigma (-1, -2) – E’ un antagonista di questi recettori su cui agisce anche come modulatore endogeno. Dati sperimentali dimostrano che il legame causa l’inibizione dei canali del sodio voltaggio dipendenti nelle cellule dei miociti inducendo ipermobilità nelle cavie.
-Recettori dei cannabinoidi (CB1, CB2) – Il DMT attiva questi recettori anche se è molto meno selettivo di THC e cannabinoidi, non si sa molto della sua azione specifica. Si è visto che l’assunzione di THC incrementa il rilascio di melatonina e secondo alcune ricerche alti livelli di quest’ormone sono correlati alla produzione endogena del DMT e all’attività della ghiandola pineale. Inoltre lo stesso THC agisce come un inibitore di MAO-A e MAO-B, anche se non è molto potente. Questi fattori potrebbero spiagare il classico flashback che induce la cannabis anche a giorni di distanza dall’esperienza allucinogena vera e propria. Sembra che il consumo di cannabis pre-DMT attutisca l’esperienza riducendone l’intensità, mentre il consumo post-peak la incrementi.
-Recettori oppiodi (KOR, DOR MOR) – Non è ben chiaro il suo ruolo su questi recettori, ma da dati sperimentali si evince che dosi leggere di oppiodi agiscano come antagonisti selettivi del DMT riducendone gli effetti generali.
-Recettori muscarinici dell’acetilcolina (M1, M2, M3, M4, M5) – Ha una bassa affinita per questi recettori: non altera i livelli di acetilcolina nella corteccia ma riduce significativamente la concentrazione di questo neurotrasmettitore nel corpo striato.
-Recettori dell’istamina (H2, H1) – Ha un affinità molto bassa per questi recettori, agisce come antagonista contribuendo a modulare lo stato di eccitabilità neuronale.
-Recettori TAAR-1 – Agisce come agonista ad alta affinità per questo recettore causando l’attivazione dell’adenil ciclasie l’accumulo di cAMP nelle cellule HEK293. Non si sa come questo fenomeno influenzi gli effetti allucinogeni del DMT.
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