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La voacanga è ricca di composti farmacologicamente attivi: il seme contiene tabersonina, un composto che nelle cavie agisce come depressivo del CNS; la corteccia ha un fitocomplesso più ricco simile per alcuni aspetti all’iboga.

Il seme è molto più concentrato della corteccia, già 1g può causare un intossicazione seria.

NON E’ UN FITOFARMACO O UN SUPPLEMENTO ALIMENTARE, MA UN ARTICOLO NON ADATTO AL CONSUMO UMANO DESTINATO AD AROMATERAPIA E COLLEZIONE.

4.50
parte Corteccia di radice Seme
forma Intera Tritata In polvere Estratto alcolico
quantita 10g 50g 100g 250g 1kg 50g di materia prima 100g di materia prima 250g di materia prima
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Descrizione

INFORMAZIONI SULL’USO STORICO NELLA MEDICINA MUTI AFRICANA (NON COSTITUISCONO POSOLOGIA)

PARTE USATA: corteccia di radice

-ingerita\ 5-10g 
-decotto acido\ 25-50g 
-tintura 1:1\15-35ml 

seme

-ingerito\ 500mg-3g 
-decotto acido\ 2-6g 
-tintura 1:1\1-4ml 

Il profilo dei semi è diverso dalle altre parti della pianta e più stabile.

Contengono principalmente tabersonina.

La voacanga è uno stimolante del CNS molto particolare. Gli alti dosaggi possono indurre anche lievi alterazioni visive.

La corteccia di radice ha una concentrazione di alcaloidi decisamente più bassa ma è risultata anche meno pericolosa dei semi.

Questi non contengono voacangina e derivati ma tabersonina, un composto utilizzato per la produzione di vincamina che a dosaggi molto alti si è dimostrato neurotossico.

Medicina convenzionale
Le proprietà stimolanti, ipotensive, simpaticolitiche, cardiotoniche, analgesiche, anticonvulsivanti, sedative, gastroprotettive, antistaminiche, neuroprotettive, antimicrobiche, antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali e citotossiche della voacanga sono supportate in letteratura scientifica.

Non viene impiegata in medicina convenzionale, ma dai semi viene estratta la tabersonina. Questa viene convertita in vincamina, un composto ampiamente diffuso per la cura delle malattie neurodegenerative e dei disturbi senili.

 

Medicina alternativa

Non viene usata se non in Africa per la cura di dismenorrea, dolori muscolari, patologie cardiache, fatica cronica, debolezza, respiro corto, convulsioni e malattie mentali.

Localmente viene applicata su ferite, foruncoli, carie dentale, infiammazioni, ascessi, infezioni, parassiti ed eczema.

Viene lodata anche come afrodisiaco ed analgesico.

Estratto in aceto
-(Opzionale) Congelare il materiale inumidito con aceto.
-Mettere la voacanga (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere aceto per un volume di due volte superiore al materiale vegetale.
-Scuotere quanto più spesso possibile (almeno 1 volta al giorno) e lasciare infondere fino a 1 settimana per la saturazione.
-Filtrare e scartare i solidi,
-(Opzionale) Concentrare ulteriormente in forno a 100-180C° per produrre un estratto solido

Decotto
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua distillata molto acida (1 cucchiaio d’aceto/100ml) per indebolire le pareti cellulari.
-Mettere la voacanga (opzionale)in polvere in una pentola con un volume quadruplo di acqua (opzionale)distillata acida (1-2 cucchiai d’aceto/litro)
-Lasciare sobbollire appena con il coperchio fino a 1 ora e mezza per la saturazione, aggiungere ulteriore acqua solo se necessario al fine di tenere i solidi ben coperti.
-Filtrare e scartare i solidi
-(Opzionale)Riutilizzare i solidi scartati per un altra cottura.

Tintura
-(Opzionale) Congelare un giorno prima il materiale inumidito con acqua distillata molto acida (1 cucchiaio d’aceto/100ml) ed una spruzzatina d’etanolo.
-Mettere la voacange (opzionale)in polvere in un barattolo sigillabile e aggiungere alcol al 70%.
-Scuotere vigorosamente quanto più spesso (almeno 1 volta al giorno) e lasciare a riposo fino a 3 settimane
-Filtrare e scartare i solidi
-Evaporare l’alcol fino alla gradazione desiderata, si può anche eliminare tutta la parte liquida per ottenere un residuo solido

Descrizione
Ordine: Gentianales
Famiglia: Apocynaceae
Sottofamiglia: Rauvolfioideae
Tribù: Tabernaemontaneae
Sottotribù: Tabernaemontaninae
Genere: Voacanga
Specie: V. africana
Nativo: Africa Occidentale
La voacanga (Voacanga Africana) è un piccolo albero tropicale che cresce fino a 6m d’altezza.
Sviluppa delle foglie verde lucido di forma ovale lunghe fino a 30cm.
Produce dei fiori gialli che lasciano il posto a delle drupe piene di semi gialli.

Coltivazione
La voacanga africana è una pianta tropicale molto difficile da far germinare:
-Rimuovere anche i più piccoli residui di materiale estraneo dal seme, quindi sciacquarli per bene sotto acqua corrente fredda per qualche minuto.
-Mettere a mollo i semi in aceto (5% acido acetico in soluzione) per 15m. Quindi risquiaquarli con abbondante acqua corrente.
-Mettere a mollo i semi in acqua ossigenata (3% di perossido d’idrogeno in soluzione).
-Metterli in un recipiente trasparente mentre sono ancora umidi e sigillarli. Ci possono volere da 1 a 6 mesi per la germinazione.
-Se si forma della muffa si possono risciacquare in acqua ossigenata senza alcun danno, anche se hanno iniziato a germinare.
-Seppellire superficialmente i semi lasciandoli visibili e sotterrando solo la radichetta in un vasetto pieno di terriccio umido, ricco e ben drenante.
-Sigillare il vaso con una busta di plastica e tenerlo sotto una lampada fluorescente.
-Una volta che è sviluppata completamente la prima coppia di foglioline, si può rimuovere la copertura.
-Aspettare almeno altri 3-4 mesi di sviluppo prima di trapiantare la pianta all’esterno.
-Necessita di un alto grado di umidità e buona esposizione solate.

Nell’Africa occidentale la corteccia di voacanga si usa da sempre come stimolante, afrodisiaco ed per migliorare le proprie abilità durante la caccia. Si dice infatti stimoli anche la concentrazione, la vigilanza e le capacità percettive in generale.
A dosaggi più alti viene impiegata dagli stregoni durante i rituali d’iniziazione e di guarigione per le sue proprietà allucinogene, purtroppo non si molto di queste pratiche che vengono da sempre tenute lontano dall’occhio degli stranieri. Nel Gabon viene anche fumata a scopo religioso e rituale.

Nella medicina tradizionale africana se ne prepara anche un decotto utile contro fatica, respiro corto, ernia, dolori mestruali, disturbi cardiaci e per ritardare i parti prematuri.
In Congo, Nigeria e Senegal il lattice fresco viene ancora oggi applicato su ferite, irritazioni, foruncoli, ascessi, infezioni micotiche, filariosi, eczema, edemi, lebbra e carie dentale. Si somministra localmente anche ai bambini come lozione anticonvulsivante. Ne preparano anche delle gocce intranasali in grado di combattere i sintomi dei disturbi mentali.
L’estratto acquoso viene assunto sotto forma di clistere come rimedio per la diarrea.

Il farmacognosista inglese Norman Grainger Bisset ha descritto i sintomi dell’ingestione di semi di voacanga: una stimolazione medio-alta che può durare anche diverse ore, a dosaggi alti riporta anche forti allucinazioni e potenti effetti depressivi sul CNS.

Il profilo dei semi è diverso dalle altre parti della pianta e più stabile. Contengono principalmente tabersonina, un alcaloide psicoattivo presente solo in questa parte della pianta e probabile responsabile della maggior parte degli effetti collaterali tipici delle dosi alte.
Ha una azione ipotensiva simile alla reserpina e può indurre abbassamento eccessivo della pressione, debolezza, mal di testa e nausea.

Nella corteccia di radice sono presenti ibogaina ed altri composti.
Dai semi viene estratta la tabersonina. Questa viene convertita in vincamina, un composto ampiamente diffuso in Europa per la cura delle malattie neurodegenerative e dei disturbi senili.

La voacanga contiene circa lo 0.3-0.5% di alcaloidi totali nelle foglie, l’1,5% nei semi, il 4-5% nella corteccia, il 5-10% nella corteccia della sola radice.
I principali sono voacangina, voacamina, vobtusina, 18-oxovobtusina, deossivobtusina, amataina, ibogaina, akuammidina, tabersonina, dragamina, tabaernamontanina, coronaridina, ibogamina, Ibossigaina e voacristina.

La voacangina è il principale composto presente nella pianta (nei semi la tabersonina), ma tutti gli alcaloidi indolici contribuiscono nel creare il particolare effetto farmacologico e ricreazionale della pianta. Ha un’azione stimolante, antipiretica ed anestetica.
La tabersonina (principale alcaloide responsabile dell’effetto dei semi) ha un’azione ipotensiva.
La tabernaemontanina ha un’azione antitrombotica, nootropica ed antinfiammatoria: viene indicata per molti disturbi geriatrici.
La vobasina ha un’azione antinfiammatoria, analgesica, sedativa ed antipiretica.
L’ibogaina ha anzione stimolante, antipiretica ed ipertensiva.
La coronaridina ha un’azione stimolante, anestetica ed estrogenica.
La voacamina ha un’azione cardiostimolante simile alla digitale ma priva di tossicità più duratura e meno tendente alla tachicardia. L’overdose causa ipertensione e depressione del CNS.
La vobtusina è un depressore cardiaco, l’overdose può avere effetti convulsivanti.

Effetti stimolanti:
Kombian, Samuel B., et al. “Ibogaine and a total alkaloidal extract of Voacanga africana modulate neuronal excitability and synaptic transmission in the rat parabrachial nucleus in vitro.” Brain research bulletin 44.5 (1997): 603-610.
Effetti ipotensivi, simpaticolitici e cardiotonici:
Oliver-Bever, B. E. P. Medicinal plants in tropical West Africa. Cambridge university press, 1986.
Effetti analgesici:
Igbe, Ighodaro, and Tarimobowei Edike. “In vivo antinociceptive activity of the aqueous leaf extract of Voacanga africana Stapf (Apocynaceae) in mice.”
Effetti anticonvulsivanti e sedativi:
Bum, E. Ngo, et al. “Validation of anticonvulsant and sedative activity of six medicinal plants.” Epilepsy & Behavior 14.3 (2009): 454-458.
Effetti gastroprotettivi ed antistaminici:
Tan, P. V., and B. Nyasse. “Anti-ulcer compound from Voacanga africana with possible histamine H2 receptor blocking activity.” Phytomedicine 7.6 (2000): 509-515.
Effetti antiossidanti ed antinfiammatori:
Olaleye, S. B., et al. “Antioxidant and anti-inflammatory properties of a flavonoid fraction from the leaves of Voacanga africana.” Nigerian Journal of Physiological Sciences 19.1 (2004): 69-76.
Effetti neuroprotettivi:
Currais, Antonio, et al. “Screening and identification of neuroprotective compounds relevant to Alzheimer׳ s disease from medicinal plants of S. Tomé e Príncipe.” Journal of ethnopharmacology 155.1 (2014): 830-840.
Effetti antimicrobici:
Niu, Yifeng, et al. “Two new compounds with antimicrobial activities from the seeds of Voacanga africana.” Phytochemistry Letters 18 (2016): 208-212.
Effetti antitumorali e citotossici:
Chen, Hong-Mei, et al. “Cytotoxic monoterpenoid indole alkaloids isolated from the barks of Voacanga africana Staph.” Natural product research 30.10 (2016): 1144-1149.
L’assunzione di voacanga è particolarmente controindicata in chi soffre di pressione bassa, patologie epatiche, diabete, disturbi gastrici o durante gravidanza ed allattamento.

L’interazione con MAO-I, antidepressivi e stimolanti è pericolosa.

Gli effetti collaterali più comuni sono nausea e vomito.

L’overdose è pericolosa per l’evenienza di convulsioni, problemi di pressione sanguigna e disturbi respiratori.

 

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I termini usati nelle categorie ed i tag non vogliono suggerire l’uso dei prodotti, solo organizzarli in base al loro background storico e alle potenzialità farmacologiche identificate nella letteratura scientifica.

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