L’evidenza archeologica più antica è costituita dalle pipe fatte con le ossa dei puma contenenti semi di Anadenanthera, probabilmente A. colubrina, ritrovate nel sito della gola di Humahuaca in Argentina. Dalla datazione al carbonio risultò che fossero del 2130 a.C. [Pochettino, María Lelia, Alicia Rita Cortella, and Martha Ruiz. “Hallucinogenic snuff from Northwestern Argentina: microscopical identification of Anadenanthera colubrina var. cebil (Fabaceae) in powdered archaeological material.” Economic Botany (1999): 127-132.]. Ciò sembra suggerire che l’inalazione della snuff, i cui relativi reperti risalgono al massimo al 1200 a.C. [Bird, Junius B. “Preceramic cultures in Chicama and Viru.” Memoirs of the Society for American Archaeology 4 (1948): 21-28.], sia un metodo d’assunzione più tardo rispetto alla combustione.
La preparazione dei semi varia da tribù a tribù, ma generalmente segue questi passaggi: venivano raccolti i baccelli, inumiditi e lavorati con le mani fino ad ottenerne una pasta; questa veniva spesso fermentata e in seguito, con l’aiuto di un fuoco molto debole, veniva seccata e tostata.
Altre tribù, più efficacemente, tritano i semi e li miscelano con un egual volume di gusci di lumaca polverizzati, ceneri vegetali o altre sostanze basiche: così da freebasarne le sostanze attive.
Questa polvere si usa tradizionalmente per via intranasale: la quantità della materia grezza non perfettamente polverizzata rende l’esperienza molto dolorosa.
I più si fanno soffiare la polvere da una cannula fatta con ossa cave d’uccello o bamboo direttamente nella narice, sono pochi e molto rispettati gli indigeni in grado di auto-somministrarsi una dose efficace (di solito sono sciamani).
In altre comunità si usa fumare o masticare la polvere allucinogena.
L’uso orale è molto raro e limitato alla distillazione di bevande alcoliche tipo la famosa “birra maize” a base di yopo.
Le sostanze vasodilatatrici come l’alcol aiutano a ridurre la pesante nausea che genera l’assunzione orale.
In Brasile la corteccia viene usata nel trattamento di asma, bronchite e disturbi infiammatori [MORS, WB. “RIZZINI. CT;; PEREIRA, N. A. Medicinal plants of Brazil.” Reference Publi-cations (2000).].
Si presume che la specie A. peregrina sia stata introdotta nelle Grandi Antille per via umana dove si è diffusa nel periodo dell’accupazione Taino, la snuff fatta con i semi aveva un importante valore per la spiritualità di questo popolo [Torres, Constantino M., and David B. Repke. Anadenanthera: visionary plant of ancient South America. Routledge, 2014.].
Abbiamo evidenze sul suo impiego a partire dal 500 d.C. anche in contesti poveri dove veniva probabilmente utilizzata come stimolante quotidiano in analogia con la foglia di coca o il kratom asiatico [Ostapkowicz, Joanna. “Conduits to the supernatural: Bifurcated snuff tubes in the pre-Columbian Caribbean.” Journal of Caribbean Archaeology 20 (2020): 45-67.].
Combinazioni
Tra i Piaroa nella parte più meridionale del Venezuela i semi maturi di A. peregrina vengono mischiati in un mortaio con delle sezioni fresche di Banisteriopsis caapi fino ad ottenere una pasta che viene poi mischiata con delle ceneri ottenute dalla corteccia di alcuni alberi della zona. Dopo averla lavorata a lungo con le mani, la mistura viene schiacciata su un piatto e posta su un fuoco fino a che non è completamente essiccata e può essere polverizzata finemente. Inoltre ore prima dell’inalazione della polvere assumono un decotto a base di B. caapi o masticano un pezzo di liana fresca. L’aggiunta di B. caapi potrebbe spiegare la particolare potenza delle snuff dei Piaroa, gli stessi nativi ribadiscono quanto sia importante il legame tra queste due piante. In base a quanto riportano la potenza e la durata delle visioni indotte dalla snuff, sebbene anche quest’ultima sia più o meno forte, dipenda più che altro dalla quantità di B. caapi assunta in precedenza [Rodd, Robin. “Snuff synergy: Preparation, use and pharmacology of yopo and Banisteriopsis caapi among the Piaroa of southern Venezuela.” Journal of psychoactive drugs 34.3 (2002): 273-279.].
Altri ingredienti sono stati associati ai semi di yopo tra i nativi, ad esempio il mapacho (Nicotiana rustica), che con i suoi effetti MAO-inibitore dovrebbe potenziare l’altro ingrediente.
Storia della diffusione in Occidente
Le specie Anadenanthera, una volta considerate un tutt’uno con Piptadenia, sono entrate nei mercati occidentali all’inizio del XX secolo come fonte di tannini per la colorazione e la conciatura della pelle. Il legname, estremamente robusto, è stato utilizzato per la produzione di mobili.
Nel 1950 Houston ed Henker hanno estratto gli alcaloidi di una snuff a base di semi di A. peregrina proveniente dalla Colombia dimostrandone la psicoattività su una rana. 4 anni dopo Stromberg del National Hearth Institute nel Maruland isolò per primo la bufotenina da un campione di A. peregrina di Porto Rico. Successivamente vennero estratti anche 5-MeO-DMT e DMT. Nel 1956 fu pubblicato in Italia lo studio di Stagno d’ Alcontres e Cuzzocrea che in un piccolissimo campione di snuff del Venezuela hanno riportato la presenza di alcaloidi caratteristici del genere Strychnos, ovvero curarina, calebassina, calebassinina [Stagno D’Alcontres, G., and G. Cuzzocrea. 1956-1957. “Active principles of Piptadenia peregrina.” Atti della Societa Peloritana di Scienze Fisiche, Matematiche, e Naturali 3]. Questo lavoro presenta diversi limiti, nessun altro gruppo di ricerca ha mai confermato infatti la presenza di questi composti nel genere Anadenanthera.
Stefano Clerici (proprietario verificato) –
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