NMT, UNA TRIPTAMINA POCO NOTA
Oltre che in diverse specie vegetali (Desmanthus illinoensis, Acacia sp), l’NMT come il DMT è stato rilevato in sangue, liquido cerebrospinale ed urine; viene sintetizzato nel corpo umano a partire dall’amminoacido L-triptofano. Anche in questo caso possiamo ipotizzare che funga da neurotrasmettitore endogeno tuttavia il suo ruolo fisiologico preciso non è ancora stato chiarito [3].
Fino ad un po’ di tempo fa si credeva fosse privo di potenziale psicotropo, ma in realtà ha circa 1/3, 1/4 della potenza del DMT. Ha mostrato di agire come potente agonista sul recettore 5-HT1a della serotonina ma di avere una debole affinità sul HT2B, diversamente dagli allucinogeni più visivi come LSD o psilocibina [4].
Inoltre è un potente inibitore degli enzimi dell’aldeide deidrogenasi 1 (ALDH1A1) e istone-lisina N-metiltransferasi G9a, quest’ultimo è implicato nella crescita delle cellule tumorali [5].
E’ stato recentemente definito come uno psichedelico spaziale per via dei suoi particolari allucinazioni non visive, a carico soprattutto del senso dello spazio, della memoria e del flusso del pensiero. Insieme ad un MAO-I può produrre anche effetti somatici fastidiosi come tremori (alti dosaggi). Dati aneddotici supportano una certa sinergia con il DMT [6].
ESTRAZIONI
Con la collaborazione di uno studente di tecniche erboristiche che preferisce rimanere anonimo, abbiamo fatto un’estrazione con la nafta su 50g di corteccia setacciata in polvere. Sono usciti circa 3g di estratto olioso appiccicoso dal caratteristico odore triptaminico e colore rossastro, che equivarrebbe a quasi il 6% di resa. L’unica analisi professionale disponibile riporta una concentrazione del 3,6% [7] ma i dati più recenti disponibili su DMT Nexus supportano i nostri risultati .
Dalla combustione dell’estratto sono state notate caratteristiche analoghe a quello ottenuto con altre piante triptaminiche, ma una componente somatica molto più accentuata. I vapori inducono un mood meditativo che può conciliare benissimo anche il sonno.
DMT, AFFINITA’ RECETTORIALI
Il DMT interagisce con una vasta varietà di recettori ionotropici e metabotropici [8].
–Recettori serotoninergici (5ht7, 5ht1d, 5ht2b, 5ht2c, 5ht1e, 5ht6, 5ht5a, 5ht2a, 5ht1a, 5ht1b)
E’ più selettivo verso i 5ht2 che non per gli altri.
Attiva l’idrolisi dei fosfoinositidi causando un aumento concentrazione-dipendente nella produzione di inositol fosfati in maniera simile alla stessa setonina (hanno simile struttura chimica) [9].
Secondo la maggior parte degli autori i principali effetti allucinogeni sarebbero spiegati dall’antagonismo sul recettore 5ht2a, perchè diversamente da altri non si desensibilizza all’azione farmacologica del DMT combaciando con la mancanza dello sviluppo di una tolleranza [10].
L’agonismo sul recettore 5ht1a ha effetti opposti all’antagonismo sul recettore 5ht2a, da una ricerca si evince che la soppressione di questo recettore potenzia gli effetti in maniera simile ma estranea all’inibizione dell’enzima MAO [11].
-Recettori adrenergici (Alpha2B, Alpha2C, Alpha1B, Alpha2A, Alpha1A, Beta1, Beta2)
Si lega a questi recettori con conseguente modulazione simpaticoadrenergica caratterizzata da midriasi, ipertermia, lieve tachicardia ed ipertensione.
-Recettori dopaminergici (D1,D4, D5, D2, D3)
Alla dose di 20 mg/ml (IV) ha stimolato la sintesi della dopamina nel corpo striato dei ratti senza incrementarne i livelli per via del parallelo aumento del turnover centrale extraneuronale di questo neurotrasmettitore [12].
In un altra ricerca lo stesso dosaggio indotto una diminuzione della concentrazione di dopamina nel presencefalo del 42% che indicherebbe un aumento nel rilascio di questo neurostrasmettitore [13].
Questo fenomeno potrebbe essere dovuto all’azione del DMT sul MAO-A, dove si comporta come un potente inibitore a breve durata, associata alla liberazione delle riserve di dopamina dai depositi presinaptici.
L’incremento nell’attività dopaminergica potrebbe anche spiegare gli effetti avversi della sostanza sui casi di psicosi e schizofrenia.
-Recettore I1 dell’imidazolina
E’ responsabile della depressione del CNS che si manifesta con effetti opposti a quelli indotti dalla stimolazione adrenergica (ipotermia, bradicardia, ipotensione): meccanismo che potrebbe spiegare gli sbalzi termici e cardiovascolari indotti dalla sostanza.
Non si sa molto sull’azione specifica del DMT di questi recettori che sono più selettivi per le betacarboline.
-Trasportatori monoaminici (SERT, VMAT2)
Agisce come un substrato per SERT e VMAT2 inibendone l’attività [14].
-Recettori Sigma (-1, -2)
E’ un antagonista di questi recettori su cui agisce anche come modulatore endogeno.
Dati sperimentali dimostrano che il legame causa l’inibizione dei canali del sodio voltaggio dipendenti nelle cellule dei miociti inducendo ipermobilità nelle cavie [15].
-Recettori dei cannabinoidi (CB1, CB2)
Il DMT attiva questi recettori anche se è molto meno selettivo di THC e cannabinoidi, non si sa molto della sua azione specifica.
Si è visto che l’assunzione di THC incrementa il rilascio di melatonina e secondo alcune ricerche alti livelli di quest’ormone sono correlati alla produzione endogena del DMT e all’attività della ghiandola pineale.
Inoltre lo stesso THC agisce come un inibitore di MAO-A e MAO-B, anche se non è molto potente.
Questi fattori potrebbero spiegare il classico flashback che induce la cannabis anche a giorni di distanza dall’esperienza allucinogena vera e propria.
Dai report aneddotici si evince che il consumo di cannabis pre-DMT attutisca l’esperienza riducendone l’intensità, mentre il consumo post-peak la incrementi.
-Recettori oppiodi (KOR, DOR MOR)
Non è ben chiaro il suo ruolo su questi recettori, ma da dati sperimentali si evince che dosi leggere di oppiodi agiscano come antagonisti selettivi del DMT riducendone gli effetti generali [16].
-Recettori muscarinici dell’acetilcolina (M1, M2, M3, M4, M5)
Ha una bassa affinità per questi recettori: non altera i livelli di acetilcolina nella corteccia ma riduce significativamente la concentrazione di questo neurotrasmettitore nel corpo striato.
Ciò suggerisce che gli interneuroni colinergici di quest’area dispongano di recettori per le triptamine allucinogene sotto controllo del sistema serotoninergico eccitatorio [13].
-Recettori dell’istamina (H2, H1)
Ha un affinità molto bassa per questi recettori, agisce come antagonista contribuendo a modulare lo stato di eccitabilità neuronale.
-Recettori TAAR-1
Agisce come agonista ad alta affinità per questo recettore, ha causato l’attivazione dell’adenil ciclasie e il conseguente l’accumulo di cAMP nelle cellule HEK293 [17].
Non si sa come questo fenomeno influenzi gli effetti allucinogeni del DMT, ma alcuni autori ipotizzano che possa contribuire agli effetti visivi della sostanza rispetto ad altri agonisti serotoninergici come il 5-MeO-DMT che hanno maggiore affinità per il 5-HT2a ma scarsa per il TAAR-1.
FARMACOLOGIA DMT
Gli effetti generali delle dosi allucinogene esogene risultano in un aumento nei livelli di serotonina in circolo; sono mediati dai recettori serotoninergici (5-HT2A principalmente) e modulati dai glutammatergici (mGlu2/3 principalmente).
La significativa attività dopaminergica (anche se indiretta) influenza gli effetti comportamentali della sostanza.
Quando viene somministrato per via intravenosa agisce in 2m e dura circa 30m, una dose threshold è intorno ai 0.2 mg/kg [18].
Ci sono state molte testimonianze di persone guarite da profondi disturbi mentali ed emotivi, diversi studi scientifici documentano le concrete potenzialità farmacologiche della combinazione MAO-I + DMT su diversi tipi di dipendenza farmacologica [19], comportamenti violenti, delinquenza [20], disturbo da stress post-traumatico [21].
In quest’ultimo caso pare comportarsi in maniera molto simile all’MDMA, migliorando sicurezza e spinta alla socialità.
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