La Mimosa tenuiflora ed altre specie dello stesso genere vengono impiegate a scopo rituale dalle tribù indigene del Nordest del Brasile da prima dalle conquista Portoghese che ne vantano le proprietà miracolose su fatica, infezioni, infiammazioni e debolezza della muscolatura uterina. I Truka e i Kambiwa ne fanno una bevanda nota come “vinho de Jurema”; tra i Pankararu è chiamata “ajucá”, tra gli Atikum “anjuca”. Altri gruppi usano “jurema”, termine polissemico che identifica almeno 19 diverse specie di Mimosa, una foresta sacra, uno spazio rituale ed altri aspetti relativi a questa cultura. La ricetta varia in basse alla tribù specifica ma si parte sempre dalla corteccia del fusto o della radice della pianta. Tra i nativi Kariri-Xoko ad esempio la corteccia viene estratta manualmente dalle mimose selvatiche della foresta ad opera esclusiva dei saggi anziani che avevano praticato l’astinenza sessuale, quindi viene decotta a lungo in degli appositi recipienti di argilla fino a diventare densa e scura. Un altro aspetto in comune tra le varie etnie è la compresenza di tabacco e candele nei rituali. Al giorno d’oggi vengono praticati durante il festival chiamato Toré in cui si pregano le divinità e gli antenati intonando i canti tradizionali. Viene consumata a scopo medicinale anche come stimolatore di metabolismo ed appetito.
Dopo la colonizzazione si è diffusa tra gli Afro-brasiliani di cui però sappiamo ben poco dato il carattere misterico ed estremamente riservato dei loro culti. La preparano cuocendola insieme ad altre piante e facendola macerare con il cachaça, un distillato alcolico locale a base di canna da zucchero, o il vino rosso in dei contenitori scuri di argilla o vetro [Souza, Rafael Sampaio Octaviano de, et al. “Jurema-Preta (Mimosa tenuiflora [Willd.] Poir.): a review of its traditional use, phytochemistry and pharmacology.” Brazilian Archives of Biology and Technology 51 (2008): 937-947.].
In gran parte del Sud America la Mimosa si usa anche come carbone di alta qualità, per costruire recinti vegetali, segnaletiche e staccionate per animali.
I tannini contenuti in questa pianta sono inoltre ampiamente ricercati nell’industria tessile e in pelletteria come coloranti.
Viene consumata a scopo medicinale anche come stimolatore di metabolismo ed appetito.
alberto boscaro –
Polverizzato molto bene.
Giuliano Napolitano –
Prodotto di qualità eccelsa, packaging molto robusto e adatto al contenuto.
Consigliatissimo