Recenti lavori scientifici hanno dimostrato una marcata azione inibitoria sull’acetilcolinesterasi validandone la lunga tradizione nella cura di depressione, ictus, disturbi della memoria, sintomi fisiologici dell’invecchiamento, Alzheimer ed altre patologie neurodegenerative.
L’acido rosmarinico, composto di cui è ricco l’olio essenziale della pianta, ha manifestato effetti antiapoptotici, antiossidanti e neuroprotettivi nei confronti della tossicità beta-amiloide.
Alcune ricerche dimostrano che il consumo di salvia potenzia memoria e capacità cognitive, ci sono studi sperimentali da cui si evincono utili applicazioni nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento.
L’effetto nootropico insieme a quello antiossidante ed antinfiammatorio rende la salvia un ideale fitofarmaco per la prevenzione e il posticipo dei sintomi della demenza senile.
Ai dosaggi elevati manifesta invece effetti ansiolitici, antidepressivi ed inebrianti.
Contiene infatti un alta percentuale di canfora, un composto dai noti effetti sedativi/inebrianti, e tujone, un composto strutturalmente simile al THC, dall’azione stimolante/allucinogena.
Anche l’acido rosmarinico, riconosciuto GABAergico, potrebbe contribuire alla psicottività della salvia.
Ha un alto contenuto di composti fenolici e flavonoidi responsabili della sua potente azione antiossidante sui radicali liberi, in uno studio la somministrazione di un tè a base di foglie di salvia per 2 settimane ha migliorato significativamente nei soggetti i livelli di stress ossidativo epatici.
Estratti a base della pianta sono stati studiati per i loro effetti antitumorali su melanoma, cancro colo-rettale, colon carcinoma e carcinoma prostatico con ottimi risultati.
Il consumo regolare di salvia riduce insulino-resistenza, dimensione del tessuto adiposo, livelli di colesterolo LDL e trigliceridi; oltre ad aumentare quelli HDL nei ratti affetti da iperlipidemia.
La pianta attiva recettore gamma attivato dai proliferatori dei perossisomi (PPAR-γ), che regola l’attività dei geni relativi a spesa calorica, metabolismo dei carboidrati e del glucosio.
In alcuni studi ha dimostrato di ridurre il peso corporeo delle cavie da laboratorio ipernutrite, inibendo l’attività della lipasi pancreatica.
Si è dimostrata più efficace come antibatterico di diversi farmaci antibiotici sintetici nell’ostacolare Bacillus mycoides, Bacillus subtilis, Enterobacter cloacae, Streptococcus mutans, Lactobacillus rhamnosus, Actinomyces Viscosus e Proteus sp.
Il tradizionale impiego contro diarrea e disturbi gastrici è stato supportato dall’attività antispasmodica rilevata dall’attivazione dei canali voltaggio-dipendenti del potassio e da un effetto antagonista su quelli dal calcio.
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