Dieta e MAO-I

Le complesse restrizioni dietetiche sciamaniche dei popoli nativi sono integrate intimamente nelle realtà quotidiane cosmologiche e politiche delle loro relazioni con l’ambiente circostante. Le diete sono molto varie anche in seno ad una stessa tribù: hanno scopi terapeutici per alcune malattie, fungono da allenamento per la disciplina dei giovani adepti e favoriscono uno stato di debolezza che amplifica l’effetto delle sostanze psicoattive.
La reinterpretazione fatta dagli occidentali in ambiente neosciamanico è invece un chiaro esempio di riduzionismo culturale: si tende a proibire carne rossa, zuccheri, cibi piccanti, caffè, alcol, droghe illegali (tra cui anche cannabis) ed attività sessuali.
Alcuni centri di somministrazione hanno un lista di oltre 100 alimenti e sostanze vietate, si tende a mortificare il corpo ed evitare qualsivoglia attività edonistica seguendo il modello della “purezza” tipico della religione cristiana. L’effrazione di queste regole viene associata ad un pericoloso danno “emozionale ed energetico”, affermazioni terroristiche che non hanno alcun fondamento concreto e sono propedeutiche insieme al cambio di abitudini forzato (ed immotivato) ad una brutta esperienza.
Anche il digiuno estremo che sono soliti praticare alcuni influenza negativamente la risposta gastrica al decotto, specie se molto acido e concentrato. E’ noto infatti che dopo lunghi periodi di inattività lo stomaco diventa più sensibile anche se l’assorbimento dei principi attivi viene effettivamente velocizzato.

Differenza tra MAO-I irreversibili e rima
I farmaci inibitori delle monoammino ossidasi (MAO-I) interferiscono con il metabolismo delle tiramina, un’ammina traccia derivata dalla tirosina con importanti proprietà simpaticomimetiche. Ciò comporta la necessità di evitare certi cibi come formaggi stagionati, carni essiccate o lavorate, agrumi, fermentati, conserve, etc. in quanto l’accumulo della tiramina può portare ipertensione, nausea, vasocostrizione cerebrale (con emorragia intracranica nei casi estremi) ed anche disturbi della visione ed allucinazioni. Anche per questo motivo oggi sono stati per lo più sostituiti da altri farmaci antidepressivi.

Armina ed armalina, le betacarboline responsabili delle proprietà MAO-inibitorie di Banisteriopsis caapi e Peganum harmala (in realtà come il DMT sono quasi onnipresenti nel mondo naturale), differiscono in quanto hanno un’azione reversibile sull’enzima e lo possono inibire per un paio d’ore al massimo a livello intestinale (la durata d’azione degli irrersibili arriva fino a circa 2 settimane) quindi ritorna operativo.

A parte questo sono selettivi per il MAO-A lasciando il B libero di metabolizzare l’ammina, in più la stessa tiramina può dislocare il MAO-inibitore se raggiunge alte concentrazioni.
La possibilità di un buildup eccessivo potrebbe configurarsi a dosaggi che già di per se sono pericolosi per la salute e difficili da assumere se non in contesto sperimentale. La dose necessaria per l’attivazione o il potenziamento degli psichedelici è relativamente molto bassa.

Nonostante la scoperta delle caratteristiche dei RIMA, questa sottoclasse reversibile di MAO-I, sia ormai roba vecchia (si vedano gli studi degli anni ’90 sul moclobemide) c’è ancora un sacco di terrorismo in rete diffuso anche da enti autorevoli https://maps.org/news-letters/v06n1/06158mao.html

Gli stessi nativi non hanno mai temuto il consumo dei cibi ricchi in tiramina.

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