L'ipocrisia della Terapia psichedelica

Terapia psichedelica senza psicoterapia

Le varie organizzazioni per la ricerca e l’accesso alle terapie psichedeliche descrivono la molecole in questione come dei meri agenti catartici che assistono il processo psicoterapeutico.

Tuttavia non c’è nessuna ragione per credere che condizioni come depressione severa, PSTD e tossicodipendenza siano effettivamente influenzate dalla psicoterapia talk-based o le altre pratiche (breathing, rebirthing, manipolazioni varie, etc.) che vengono somministrate in queste circostanze [1].

La relazione dose-effetto che emerge ad esempio negli studi con la psilocibina [2] suggerisce che sia la somministrazione della sostanza ad indurre effetti positivi. Potrebbe essere concreta la possibilità quindi di una terapia psichedelica senza psicoterapia integrata.

Facilitatori o elementi di disturbo?

Il ruolo del terapeuta dovrebbe essere principalmente improntato sulla sicurezza del paziente, non sul “potenziamento” della terapia. Almeno ad oggi non abbiamo nessun motivo per pensarla diversamente.

Quando prova a metterci del suo diventa spesso più pericoloso di qualsiasi sostanza psicotropa: ricordiamo il caso di Ottavio Rettig o Martin Ball (famosi facilitatori che hanno proprio abusato dei pazienti nelle maniere più assurde) e tanti altri fuffaguru psichedelici.

Merita menzione anche la paziente del trial di MAPS abusata e segregata per anni dalla famosa coppia di psicologi “transpersonali”.

L’integrazione è davvero fondamentale?

Anche l’impatto dell’integrazione, ormai più una buzzword che altro, è chiaramente sopravvalutato.

In uno studio del 2022 la psilocibina ha mostrato effetti antidepressivi già il giorno dopo la somministrazione, prima di qualsiasi pratica di integrazione [3]. Eppure c’è chi già ne ha fatto una scienza e la vende anche online come fosse un consulto con un cartomante che ti spiega il significato di un sogno.

Conclusioni

Per prima cosa bisogna capire qual’è la dose minima efficace per questa o quell’applicazione. In diverse circostanze sono stati ottenuti ottimi risultati con dosi basse e moderate (psicoattive ma subpsichedeliche).

A queste condizioni i collaterali sono estremamente rari e non è assurdo pensare ad sorta di semplice automedicazione dopo le prime sessioni sotto supervisione medica. In questo modo, se il prezzo della droga stessa fosse ragionevole (costruito sul costo di produzione) la terapia psichedelica, senza psicoterapia integrata, potrebbero davvero essere alla portata di tutti.

FONTI

1)Goodwin, Guy M., et al. “Must psilocybin always “assist psychotherapy”?.” American Journal of Psychiatry 181.1 (2024): 20-25.

2)Hirschfeld, Tim, and Timo T. Schmidt. “Dose–response relationships of psilocybin-induced subjective experiences in humans.” Journal of Psychopharmacology 35.4 (2021): 384-397.

3)Goodwin, Guy M., et al. “Single-dose psilocybin for a treatment-resistant episode of major depression.” New England Journal of Medicine 387.18 (2022): 1637-1648.

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