Il papavero californiano contiene numerosi alcaloidi aporpinici: californidina, escolzina, protopina, chelirubina, macarpina, sanguinarina, cariachina, cheleritrina.
Questi composti sono responsabili dell’azione sul CNS, si legano ai recettori 5-HT(1A) e 5-HT(7) della serotonina.
La protopina stimola l’attività dei recettori GABA A in maniera simile ad una benzodiazepina abbassando i livelli di ansia e deprimendo il CNS.
Il consumo regolare di papavero della California per 3 mesi si è dimostrato efficace tanto quanto il midazolam nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzato.
Inibisce dopamina β-idroxilasi e monoamina ossidasi B causando un aumento dei livelli di dopamina con effetti positivi su reattività e funzioni cognitive.
Due composti isolati dalla pianta (reticulina-9 e 14) hanno mostrato di inibire l’acetilcolinesterasi, questo suggerisce utili applicazioni nella cura di disturbi dell’invecchiamento e malattie neurodegenerative.
E’ stato proposto anche come farmaco alternativo nel controllo di ADD e ADHD per i suoi effetti positivi su concentrazione e memoria.
Blocca il recettore A1 dell’adenosina, Alfa-2-Adrenergico e Beta-1-Adrenergico riducendo la pressione sanguigna e proteggendo da ipertensione e rischio cardiovascolare.
Esperimenti scientifici dimostrano che la somministrazione di questa pianta potenzia l’effetto degli oppioidi endogeni come le endorfine.
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