Estratti a base di questa pianta hanno mostrato di inibire gli enzimi del CYP3A potenziando l’assorbimento di molte sostanze.
Nelle cavie sottoposte ad un modello di stress ossidativo indotto dal glucosio ha incrementato l’aspettativa di vita del 22.5 %.
Inibisce l’attività della perossidazione lipidica, riduce i livelli dei prodotti della glicazione come fructosamina e emoglobina glicata.
Un esperimento sul cuore isolato dei ratti prima della riperfusione sanguigna ha dimostrato le proprietà cardioprotettive della pianta rivelate dell’output di recupero dell’aorta e del mantenimento dei livelli GSH cardiaci.
Un altro studio su umani ad alto rischio cardiovascolare il consumo di rooibos per 6 settimane ha ridotto significativamente LDL-C (15%) e trigliceridi (29.5%) incrementando allo stesso tempo i livelli di HDL-C (33%).
Estratti di rooibos si comportano come ACE-inibitori misti, validandone l’uso come ipotensivo naturale.
Inoltre l’aspalatina, il principale composto attivo presente nella pianta, inibisce l’α-glucosidasi riducendo l’assorbimento dei carboidrati.
In alcuni modelli di con i topi ipernutriti a base di carboidrati ha infatti ridotto il peso corporeo. Questo fatto, associato ai benefici su trigliceridi e lipidemia, ne supportano l’impiego come dimagrante naturale.
Stimola la secrezione di insulina ed abbassa i livelli di zucchero sanguigno. Sembra essere un ipoglicemico più potente di farmaci convenzionali come la vildagliptina.
Il rooibos potenzia l’assorbimento di glucosio nelle cellule del muscolo scheletrico stimolando la fosforilazione della protein-chinasi B e la traslocazione del GLUT4.
Inoltre riduce l’insulino-resistenza e gli eccessi di acidi grassi che ne favoriscono il fenomeno.
Incrementa i livelli di testosterone favorendo l’aumento di massa magra, in alcuni esperimenti ha migliorato la conta, motilità e viabilità dello sperma.
Gli effetti antinfiammatori del rooibos sono supportati da studi sulle culture delle cellule sanguigne che riportano una marcata diminuzione dei livelli di IL-6, IL-10 e IFN-γ. Queste evidenze supportano la tradizionale applicazione terapeutica della pianta nel trattamento di disturbi gastrici, respiratori e dolori infiammatori.
Alcune ricerche preliminari in Africa suggeriscono che la frazione dei polisaccaridi presente nella bevanda è efficace nel combattere il virus dell’HIV.
Associato alla dimostrata azione immunostimolante legata ad un aumento della produzione di anticorpi antigene-specifici, questo dato fa pensare ad un ipotetica applicazione nel trattamento di AIDS e patologie autoimmuni.
Il crisoeriolo, un flavonoide del rooibos, ha indotto broncodilatazione in alcuni esperimenti, suggerendone l’impiego nella cura di asma e problemi alle vie aeree.
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