CANNABIS, FARMACO MIRACOLOSO O SOSTANZA D’ABUSO? SVELIAMO IL MITO

Introduzione

Quasi tutti ormai conoscono bene o male la cannabis, ma quali sono i reali pericoli di questa sostanza?

Sono ancora in molti a credere che il consumo di cannabis danneggi le cellule cerebrali sulla base di vecchi studi come quelli condotti dal Dr. Heath, scienziato noto più per la sua crudeltà insensata (vedi esperimenti con la bulbocapnina sui prigionieri della prigione della Luisiana o la sua originale terapia di conversione per gli omosessuali) che non per i suoi contributi scientifici.

Nel 1974 presso la Tulane University School of Medicine a New Orleans il dr. Heath intraprese una ricerca sui danni cerebrali indotti dal consumo di cannabis utilizzando delle scimmie come cavie. Queste furono legate ad una sedia e bloccate da una maschera a gas ermetica che sommonistrava loro l’equivalente di 63 canne di erba colombiana di buona qualità per 5 minuti.
Ovviamente le scimmie, private completamente dell’ossigeno e costrette in cambio ad inalare alte concentrazioni di monossido e diossido di carbonio, persero molte cellule cerebrali.
Non serve uno scienziato per capire che fosse il semplice risultato dell’ipossia, eppure è dai tempi di Regan che questo studio viene citato come autorevole.

Studi successivi [1 – 2] hanno dimostrato utilizzando sempre il metodo sciammia maschera ma con delle metodologie idonee che la sommonistrazione cronica di cannabis non causa cambiamenti irreversibili nel cervello nè tantomeno uccide le cellule cerebrali.

Sono moltissime le evidenze anzi che dimostrano che la somministrazione cronica di cannabis ha marcati effetti neuroprotettivi in diverse condizioni morbose tra cui encefalomielite, sclerosi multipla [3], alzheimer [4], schizofrenia persino… [5]

In Italia ci sono molti pazienti oncologici che passano attraverso la barbara terapia tradizionale a base di chemio, radio e chirurgia senza neanche venire a conoscenza dell’esistenza della cannabis.
Un farmaco sicuro per fegato e reni che oltre a contrastare la crescita di eventuali tumori (potenziando l’efficacia terapeutica di qualsiasi farmaco chemioterapico e riducendone la tossicità) li può anche aiutare a dormire, alleviare il dolore, far passare la nausea, far tornare l’appetito… ha anche effetti benefici sull’umore, sulla libido e sulle facolta cognitive [6].

Ma allora “è tutta salute”?

L’assunzione cronica ed intensiva di cannabis già dall’età giovanile quando il cervello è al suo massimo grado di plasticità ha degli effetti a lungo termine influenzando direttamente il volume della materia grigia di ippocampo, amigdala e cervelletto, oltre a causare delle alterazioni nella forma e nella densità della corteccia prefrontale ed orbitofrontale [7].

In più con il consumo cronico vi è una riduzione della fase REM del sonno, molto importante per il consolidamento della memoria a breve termine [8].

Tuttavia il cervello compensa questi squilibri incrementando la connettività strutturale e funzionale delle aree danneggiate [9].

Non si sa ancora se questi cambiamenti siano permanenti e quanto sia efficace il fenomeno compensatorio, ma questi processi di neuroadattabilità potrebbero spiegare perchè i consumatori cronici di cannabis non mostrano gli stessi deficit funzionali degli alcolisti o dei consumatori di altre droghe da strada.

Quando è bene e quando è male?
Il consumo di cannabis dovrebbe essere posticipato fino all’età adulta, i suoi effetti farmacologici positivi tendono a diminuire con l’uso cronico [10] quindi è necessario prendere dei break di tanto in tanto.

L’uso ragionevole ha effetti profilattici nei confronti dell’insorgenza di moltissime patologie attenuando il grado di infiammazione sistemica e modulando l’immunità innata [11].

Ci sono numerose evidenze scientifiche che dimostrano una significativa riduzione del rischio di insorgenza di Alzheimer nei consumatori di cannabis [12].

Sembra avere un effetto profilattico anche sulla incidenza di cancro, è accertata la sua azione nei confronti della nausea e di altri effetti collaterali della chemioterapia [13].

FONTI
1)Westlake, Tracy M., et al. “Chronic exposure toΔ9-tetrahydrocannabinol fails to irreversibly alter brain cannabinoid receptors.” Brain research 544.1 (1991): 145-149.
2)Rebert, CharlesS, and GordonT Pryor. “Chronic inhalation of marihuana smoke and brain electrophysiology of rhesus monkeys.” International Journal of Psychophysiology 14.2 (1993): 144.
3)Pryce, Gareth, et al. “Neuroprotection in experimental autoimmune encephalomyelitis and progressive multiple sclerosis by cannabis-based cannabinoids.” Journal of neuroimmune pharmacology 10.2 (2015): 281-292
4). Iuvone, Teresa, et al. “Neuroprotective effect of cannabidiol, a non‐psychoactive component from Cannabis sativa, on β‐amyloid‐induced toxicity in PC12 cells.” Journal of neurochemistry 89.1 (2004): 134-141.
5)Schnell, Thomas, et al. “The role of cannabis in cognitive functioning of patients with schizophrenia.” Psychopharmacology 205.1 (2009): 45-52.
6)Abrams, Donald I., and Manuel Guzman. “Cannabis in cancer care.” Clinical Pharmacology & Therapeutics 97.6 (2015): 575-586.
7)Gilman, Jodi M., et al. “Cannabis use is quantitatively associated with nucleus accumbens and amygdala abnormalities in young adult recreational users.” Journal of Neuroscience 34.16 (2014): 5529-5538.
8)Pivik, R. T., et al. “Delta‐9‐tetrahydrocannabinol and synhexl: Effects on human sleep patterns.” Clinical Pharmacology & Therapeutics 13.3 (1972): 426-435.
9)Harding, Ian H., et al. “Functional connectivity in brain networks underlying cognitive control in chronic cannabis users.” Neuropsychopharmacology 37.8 (2012): 1923.
10)Hathaway, Andrew D. “Cannabis users’ informal rules for managing stigma and risk.” Deviant behavior 25.6 (2004): 559-577.
11)Nagarkatti, Prakash, et al. “Cannabinoids as novel anti-inflammatory drugs.” Future medicinal chemistry 1.7 (2009): 1333-1349.
12)Marchalant, Yannick, et al. “Can the benefits of cannabinoid receptor stimulation on neuroinflammation, neurogenesis and memory during normal aging be useful in AD prevention?.” Journal of neuroinflammation 9.1 (2012): 10.
13)Riley, Hunter, and Clint Werner. “Book Review: Marijuana, Gateway to Health: How Cannabis Protects us from Cancer and Alzheimer’s Disease.” (2012): 80-80.

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