Acacia simplex, una delle fonti triptaminiche più concentrate
Dopo anni di ricerche ho trovato a Vanuatu una ditta che fosse disposta a raccogliere dell’Acacia
simplex, una specie a crescita rapida molto comune in tutto il Sud Pacifico, recentemente diventata invasiva anche in Argentina.
https://www.visionecurativa.it/prodotto/martaoui-acacia-simplex/
A Vanuatu viene usata soltanto come legname per staccionate ed altre applicazioni edili, non viene esportata e non risultano dati su un eventuale uso della corteccia nella medicina locale. Tuttavia questa vanta un altissimo contenuto di alcaloidi, generalmente superiore anche a Mimosa tenuiflora ed Acacia confusa. E’ una specie fuori mercato dato che non viene esportata ma utilizzata solo in loco.
Con la collaborazione di uno studente di tecniche erboristiche che preferisce rimanere anonimo,
abbiamo fatto un’estrazione con la nafta su 50g di corteccia setacciata in polvere. Sono usciti circa 3g di estratto olioso appiccicoso dal caratteristico odore triptaminico e colore rossastro, che equivarrebbe a quasi il 6% di resa. L’unica analisi professionale disponibile riporta una concentrazione del 3,6% del peso secco [1] ma i dati più recenti disponibili su DMT Nexus supportano i nostri risultati [https://www.dmt-nexus.me/forum/default.aspx?g=posts&t=27722].
Dalla combustione dell’estratto sono state notate caratteristiche analoghe a quello ottenuto con altre piante triptaminiche, ma una componente somatica molto più accentuata. I vapori inducono un mood meditativo che può conciliare benissimo anche il sonno. Il fitocomplesso di questa pianta comprende infatti altri alcaloidi meno noti come la metiltriptamina (NMT) (1,44% del peso secco della corteccia in base alle analisi di Poupat et al.) che mischiandosi con il DMT impediscono la cristallizzazione dell’estratto e rendono olioso il risultato.
L’essere vivente che produce più DMT in assoluto?
Sulla pagina wikipedia (ovviamente in italiano) della Mimosa ophthalmocentra brasiliana si trova scritto che è “l’essere vivente che produce di più DMT in assoluto” [https://it.wikipedia.org/wiki/Mimosa_ophthalmocentra], un’affermazione a dir poco sensazionalistica presa direttamente dal blog di Giorgio Samorini, un famoso antropologo e scrittore italiano. Samorini però cita un’unica pubblicazione in cui si parla di tutta la radice e non della corteccia dove si accumulano solitamente gli alcaloidi [2], il che mi rende parecchio perplesso circa la sua attendibilità. In ogni caso viene riportato comunque il valore già più volte superato di 1,6% del peso secco.
Dall’Acacia simplex è stato estratto più del 4% di DMT senza contare le altre triptamine. Basta questoa renderla “l’essere vivente che ne produce più in assoluto”? Non ne ho idea sinceramente… classifiche e primati sono fuori luogo in ambito scientifico: ci sono ancora tantissime specie triptaminiche da scoprire, in più il contenuto di DMT è estremamente variabile in base a tanti fattori alcuni ancora oggi ignoti. Non ci sono studi comparativi, le poche analisi disponibili sono state ottenute con metodologie eterogenee tra loro e non si possono confrontare i risultati per poter trarre delle conclusioni assolute.
NMT, una triptamina poco nota
Oltre che in diverse specie vegetali (Desmanthus illinoensis, Acacia sp), l’NMT come il DMT è stato rilevato in sangue, liquido cerebrospinale ed urine dell’uomo; viene sintetizzato a partire
dall’amminoacido L-triptofano. Anche in questo caso possiamo ipotizzare che funga da neurotrasmettitore endogeno tuttavia il suo ruolo fisiologico preciso non è ancora stato chiarito [3].
Fino ad un po’ di tempo fa si credeva fosse privo di potenziale psicotropo, ma in realtà ha circa 1/3, ¼ della potenza del DMT.
Ha mostrato di agire come potente agonista sul recettore 5-HT1a della serotonina ma di avere una debole affinità sul HT2B, diversamente dagli allucinogeni più visivi come LSD o psilocibina [4]. Inoltre è un potente inibitore degli enzimi dell’aldeide deidrogenasi 1 (ALDH1A1) e istone-lisina N-metiltransferasi G9a, quest’ultimo è implicato nella crescita delle cellule tumorali [5].
E’ stato recentemente definito come uno psichedelico “spaziale” per via delle particolari allucinazioni sensoriali che induce a carico del senso dello spazio, influisce anche sulla memoria e sul flusso del pensiero.
Insieme ai MAO-I, sostanze in grado di inibire l’enzima monoamina ossidasi deputato alla
degradazione delle ammine biogene e delle triptamine psichedeliche, può produrre anche effetti
somatici fastidiosi come tremori (alti dosaggi).
Dati aneddotici supportano una certa sinergia con il DMT [6].
FONTI
1)Poupat, Christiane, Alain Ahond, and Thierry Sévenet. Alkaloids from Acacia simplicifolia.
Phytochemistry, 1976.
2)Batista, L. M., et al. Isolation and identification of putative hallucinogenic constituents from the roots of Mimosa ophthalmocentra. Pharmaceutical biology 37.1, 1999.
3)Forsström, J. Tuominen, J. Kärkkäinen, T. Determination of potentially hallucinogenic N-
dimethylated indoleamines in human urine by HPLC/ESI-MS-MS. Scandinavian journal of clinical and laboratory investigation 61.7, 2001.
4)Jastrzębska-Więsek, Magdalena, et al. Activity of serotonin 5-HT1A receptor biased agonists in rat: anxiolytic and antidepressant-like properties. ACS chemical neuroscience 9.5, 2017.
5)Liu, Feng, et al. Protein lysine methyltransferase G9a inhibitors: design, synthesis, and structure activity relationships of 2, 4-diamino-7-aminoalkoxy-quinazolines. Journal of medicinal chemistry 53.15, 2010.
6)Nen Entheogenic effects of NMT from acacia – EGA conference, Victoria Australia, 4/12/2011; e Breaking Conventions, London, 12/7/2013