
Elisir Ubulawu
INTRODUZIONE
Le tribù Xhosa africane facenti parte del gruppo etnico Bantu preparano da sempre un potente elisir oneirogeno, l’Ubulawu mischiando le radici di Silene capensis, Synaptolepis kirkii, Xysmalobium undulatum ed Helinus Integrifolius con la corteccia di Acacia xanthophloea.
Questo potente cocktail di piante viene tradizionalmente a scopo spirituale per indurre trance meditative, visioni e sogni molto vividi durante il riposo; viene assunta in cerimonie profiziatrici, per la divinazione, la comunicazione con l’aldilà e gli antenati; oltre che terapeuticamente per purificare e rimuovere le tossine dal corpo.
Gli ingredienti vegetali non sono mai stati attenzionati estensivamente dalla ricerca scientifica.
SILENE CAPENSIS
Il Silene capensis così come l’Helinus Integrifolius è ricco di saponine che potrebbero essere responsabili dei suoi effetti oneirogeni.
SYNAPTOLEPIS KIRKII
Il Synaptolepis kirkii contiene la kirkina un potente e riconosciuto nootropico che agisce anche in maniera simile ad un SSRI insieme ad altri composti presenti nella pianta.
XYSMALOBIUM UNDULATUM
Lo Xysmalobium undulatum è un ansiolitico, anestetico ed antiemetico molto potente. La radice viene usata in Africa anche in ambiente ospedaliero per le categorie più vulnerabili agli effetti degli anestetici e ipnotici convenzionali (bambini ed anziani per lo più).
ACACIA XANTHOPHLOEA
L’Acacia xanthophloea contiene chinino ed ha numerose azioni farmacologiche riconosciute, non si sa bene però quali sia i composti responsabili dell’effetto oneirogeno ne se sia effettivamente allucinogena alle alte dosi.
COMBINAZIONE UBULAWU
La preparazione tradizionale delle radici prevede l’estrazione delle saponine in acqua fresca mescolandole una volta in polvere ed agitandole intensamente. Questo genera una sorta di schiuma.
Personalmente non credo che serva a qualcosa, le radici oneirogene africane sono tutte perfettamente disponibili nella forma grezza.
Dosi sui 300mg sono già attive, non necessita di alcuna conservazione.
Gli psiconauti più zelanti consigliano di fare un infuso di qualche minuto in acqua tiepida impedendo l’evaporazione e consumando anche i solidi per accellerare l’assorbimento e potenziarne la biodispobilità.
I principali ingredienti oneirogeni, Silene capensis e Synaptolepis kirkii, possono essere benissimo studiati singolarmente ma la ricetta Ubulawu sfrutta le loro azioni farmacologiche sinergiche e risulta solitamente in effetti più marcati.
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